Giovani, pace e sviluppo sono strettamente legati tra di loro: la pace, secondo le Nazioni Unite, crea i presupposti per favorire lo sviluppo che è un fattore decisivo per offrire opportunità ai giovani, soprattutto a quelli che si trovano in paesi che stanno uscendo dai conflitti.
del 21 settembre 2010
         
         
          21 settembre. Il mondo celebrerà la Giornata Internazionale per la pace. La novità di quest’anno è l'invito da parte del Segretario-Generale Ban Ki-Moon ai giovani di tutto il mondo a prendere posizione a favore della pace ed a farsi promotori del tema I Giovani per la Pace e lo Sviluppo. La cosa, se non si fosse capito, nasconde un po' di disperazione verso la seconda e terza età che evolvono, entrambi, volentieri verso la guerra mandando però a combattere i giovani.
          Le Nazioni Unite sono alla ricerca di storie di giovani di ogni parte del mondo che si adoperano per la pace. Interessante perché in tutti i nostri database di persone di pace mancano i giovani sia perché noi redattori / ricercatori non lo siamo più e sia perché ci si concentra sul ‘900 anziché sul terzo millennio. Lo slogan della Campagna è pertinente: “Pace=Futuro, l’equazione è semplice”.
          A proposito di giovani l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2010 Anno Internazionale dei Giovani: dialogo e comprensione reciproca. La campagna, lanciata il 12 agosto dal Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali (DESA), intende promuovere gli ideali di rispetto per i diritti umani e di solidarietà tra le diverse generazioni, culture, religioni e civiltà.
          Non casualmente sempre oggi ha luogo a New York il Summit sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, la più grande campagna mondiale contro la povertà che, come abbiamo scritto recentemente sta conseguendo qualche risultato importante. Lo narriamo con soddisfazione in quanto, a tal proposito e da diversi anni, stiamo investendo moltissimo a riguardo incontrando anche noi migliaia di giovani nelle scuole.
          Insomma, giovani, pace e sviluppo sono strettamente legati tra di loro: la pace, secondo le Nazioni Unite, crea i presupposti per favorire lo sviluppo che è un fattore decisivo per offrire opportunità ai giovani, soprattutto a quelli che si trovano in paesi che stanno uscendo dai conflitti. Infatti solo giovani in salute e istruiti sono in grado di favorire una pace e uno sviluppo sostenibile. Pace, stabilità e sicurezza sono essenziali per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Oggi la Tavola per la Pace lancia sia un appello ai giornalisti che un grande progetto educativo (pdf) che culminerà, il 25 settembre 2011con la Marcia per la pace Perugia-Assisi. Il progetto sarà centrato sulla riscoperta dei valori costituzionali ed anch'esso, in sintonia con il palazzo di Vetro, sulla promozione del protagonismo dei giovani.
          Per la Tavola il 21 settembre, in ogni scuola, in ogni città, possiamo fare una cosa semplice ma altamente simbolica: organizzare un incontro di progettazione del percorso educativo/formativo da realizzare nell’anno scolastico 2010-2011. Le scuole possono diventare sede dell’incontro di tutti coloro che vogliono impegnarsi per costruire, a cominciare dal proprio territorio, una nuova cultura fondata sulla pace e sui diritti umani.
          Per i proponenti di Perugia investire sull’educazione, sulla formazione e sul protagonismo dei nostri giovani è il miglior investimento che possiamo fare per frenare la grave crisi culturale tipica dei periodi di decadimento. A tal proposito siamo a proporvi una micro ricerca fatta dal nostro portale sull'Italia oggi. La lettura è impietosa e, quindi, vietata ai minorenni e chi soffre disturbi cardiaci. Siamo un popolo di:
          Cementificatori. L’Italia è il paese europeo con più appartamenti sfitti. Il 24% contro una media europea dell'11,8%. Nonostante questo il consumo di suolo annuale è pari a 240.000 ettari due volte l’intero territorio della città di Roma a differenza degli 11.000 ettari da parte della Germania.
Corruttori. Il costo della corruzione, secondo la Corte dei Conti è di 50 – 60 miliardi all’anno. Più 229% dallo scorso anno.
Evasori. Nel solo 2010 abbiamo sottratto all’erario circa 300 miliardi di euro all’anno. Dalla Mondadori che con leggi ad hoc riesce a pagare solo il 5% del dovuto all’Agenzia delle Entrate sino al sottoscritto che preferisce l’idraulico senza fattura.
          Guerrafondai. L’Italia è il quinto esportatore d’armi al mondo con business soprattutto nei sud del mondo. E poi ci si chiede perché emigrano.
          Litigiosi. L’Italia è un Paese di elevatissima litigiosità, con 6.277 cause per 100 mila abitanti in Europa è seconda soltanto alla Bosnia; in Francia le cause per 100 mila abitanti sono 1.844, 1.787 in Spagna, 661 in Germania.
          Ignoranti Spendiamo poco per la scuola. Penultimi nei paesi Osce; quasi come la Slovacchia (che c'ha battuto per 3 a 2). Un misero 4,5% del Pil a fronte di una media del 5,7%. Gli italiani leggono al massimo 3 libri l’anno
          Maleducati. Angelo Vassallo aveva dichiarato guerra ai maleducati che spegnevano le sigarette ovunque. 7 turisti stranieri su 10 che hanno scelto il Bel Paese attestano l'inciviltà e la maleducazione (61%), l'impossibilità di comunicare nella loro lingua (75%) e i prezzi troppo esagerati (47%).
          Pigri. Sono più di 17 milioni gli sportivi in Italia, ma solo 3,5 milioni sono coloro che fanno agonismo. In compenso, c'è un 41 per cento che proprio non muove un dito, non fa nemmeno un minuto al giorno di attività fisica.
          Spreconi. Gli italiani sprecano il 9% della spesa alimentare totale. Il 33% dell’acqua che passa nella rete idrica si disperde a causa dei tubi ’colabrodo’ e in casa sprechiamo 250 lt di acqua al giorno. L’Italia è la prima consumatrice in Europa.
          Come si fa risollevarsi da cotanto decadimento? Aspettando la politica ormai priva di idee? Non credo. Dopo 50 anni dalla prima Perugia Assisi credo sia arrivato il momento di costruire “le giustificazioni dell'opposizione”, come direbbe Capitini. Non più una babele di mille progetti, iniziative più disparate, comunicazioni deboli e frammentate. Non più un pensiero di nicchia che raggiunge pochi, ma un ethos condiviso, un nuovo lessico, nuove fondamenta culturali e, quindi, nuove energie e nuova leadership capace di ascoltare e far sintesi per un nuovo patto fondamentale.
          Se non saremo capaci di rinnovamento, di sostituirci nel pensiero, nelle reti, nell’età, nel governo “democratico” delle nostre organizzazioni prevedo una Perugia Assisi sempre più debole, qualche bandiera rossa mischiarsi all'arcobaleno ed uno sfilacciamento di cui non abbiamo bisogno. Tentiamo la strada. Diamoci il tempo necessario.
Fabio Pipinato
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