Il quadro, visibile fino al prossimo 13 dicembre all’interno della mostra “Nulla è perduto”- allestita dal Comitato San Floriano a Illegio - appartiene ad una collezione privata in Italia. La parola ora agli esperti di Amsterdam
Il quadro, visibile fino al prossimo 13 dicembre all’interno della mostra “Nulla è perduto”- allestita dal Comitato San Floriano a Illegio - appartiene ad una collezione privata in Italia. La parola ora agli esperti di Amsterdam
di Paolo Ondarza - Città del Vaticano, tratto da vaticannews.va
Sembrano ricondurre tutti alla mano di Vincent Van Gogh gli esiti degli accurati studi eseguiti sul dipinto Le Restaurant de la Sirène à Asnièrs, proveniente da collezione privata in Italia. Il quadro è esposto fino al prossimo 13 dicembre all’interno della mostra “Nulla è perduto”, allestita ad Illegio, in provincia di Udine, dal Comitato San Floriano. Ieri si è svolta la conferenza stampa di presentazione dei risultati delle analisi.
“Un’opera affascinante, emersa dall’oscurità e portata alla luce: un’opera gemella di una, del 1887, esposta al Musée d'Orsay”
Un'opera riportata alla luce
L’ultima parola spetterà all’indiscussa autorità di riferimento, ovvero il Museo Van Gogh di Amsterdam: sarà questa autorevole istituzione ad approvare o meno il parere di chi in questi mesi ha studiato la tela. Le Restaurant de la Sirène à Asnièrs, spiega don Alessio Geretti, curatore della rassegna, è “un’opera affascinante, emersa dall’oscurità e portata alla luce: un’opera gemella di una, del 1887, esposta al Musée d'Orsay. Per capire cosa pensare del nostro dipinto era necessaria una campagna di approfondimenti diagnostici”. Questi sono stati disposti dal comitato scientifico della mostra “Nulla è perduto”: macrofotografie utili a rivelare le miscele cromatiche, il tipo di pennellata e lo spessore degli strati pittorici; fotografie a luce radente e fluorescenze ai raggi Uv finalizzate ad individuare i diversi materiali usati; riflettografie ad infrarossi, importanti per individuare eventuali dettagli nascosti o ripensamenti; radiodatazioni al Carbonio14 del telaio originale.
Le affinità con le opere di Van Gogh
Le indagini diagnostiche sono state condotte da un team guidato dall’ingegnere Claudio Falcucci che spiega: “Abbiamo individuato affinità importanti con le opere di Van Gogh, non solo dal punto di vista dei materiali, ma anche dal punto di vista dei particolari strumenti usati dal pittore per la ripresa dei paesaggi dal vero, come il telaio prospettico che Van Gogh utilizza estensivamente proprio nel periodo a cui fa riferimento il dipinto di Parigi”.
Atmosfere e tematiche
Il soggetto è in linea con le tematiche amate dagli impressionisti. E’ un’atmosfera carica di Joie de vivre quella del locale dipinto: gente appoggiata alle ringhiere dei terrazzi, una strada, tavolini all’aperto, qualche avventore che beve. I due Restaurant de la Sirène à Asnièrs risalgono infatti alla fase di particolare interesse da parte di Van Gogh per l’impressionismo. Il pittore frequentava Asnièrs, alla periferia di Parigi, con il fratello Theo, in ricerca di un ambiente lontano dai rumori della città. Qui il suo pennello indugiava su ponti, prati e, in questo caso, su un ristorante lungo la strada.
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)