Gli ultimi tempi (Lc 17, 26-37) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

Eppure nella vita siamo spesso messi davanti a fatti improvvisi che ci cambiano radicalmente il modo di vivere, siamo spettatori di tragedie impensabili, di scomparse improvvise di amici, di parenti, di persone carissime. Sappiamo che tutto questo è vero, ma per una sorta di istinto di sopravvivenza dimentichiamo tutto e conduciamo la vita quasi che fosse sempre programmabile a nostro piacere...

Gli ultimi tempi (Lc 17, 26-37) SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 22 dicembre 2006

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I tempi della vita sembra scorrano spesso lenti, tediosi, tutti uguali. C’è sempre molto tempo per tutto e non ci si decide mai. Si direbbe che è la legge d’inerzia che comanda, non la dinamica della forza di un colpo di reni, di uno scatto. Eppure nella vita siamo spesso messi davanti a fatti improvvisi che ci cambiano radicalmente il modo di vivere, siamo spettatori di tragedie impensabili, di scomparse improvvise di amici, di parenti, di persone carissime. Sappiamo che tutto questo è vero, ma per una sorta di istinto di sopravvivenza dimentichiamo tutto e conduciamo la vita quasi che fosse sempre programmabile a nostro piacere. Soprattutto c’è da mettere in conto la morte, che non siamo noi a decidere. Dice Gesù: quella notte due saranno in un letto: uno verrà preso e l’altro lasciato.

Allora dobbiamo avere paura? Neanche per sogno, dobbiamo solo portare sempre con dignità la nostra vita sapendo di essere fotografati nella nostra coscienza in ogni istante. Ricordo che mio padre, una persona di una grande serenità, aveva appeso alle spalle del comodino un teschio ben disegnato a china, da lui stesso. Io all’inizio ero molto impressionato, ma poi lentamente capivo che doteva essere un elemento naturale che diceva una verità sacrosanta. Da bambino andavamo a portare la comunione col prete ai moribondi. Entravamo con le candele vicino al letto del morente, ma entro una atmosfera di grande serenità. Chi ha detto che i bambini hanno paura della morte? Certo se continuiamo a esorcizzarla, a nasconderla, a vederla come la disgrazia massima della vita e non come un fatto da mettere in conto su cui elaborare un atteggiamento profondamente umano, saremo sempre nella falsità e nell’inganno.

Noi cristiani sappiamo che alla fine della vita saremo messi di fronte alla sua dignità, conquistata facendo di essa un dono a chi abbiamo incontrato. Un giudizio verrà manifestato; non sarà mai una sorpresa, ma il punto di arrivo di tutta la nostra voglia di bene. Noi abbiamo veramente la speranza nell’aldilà, sappiamo che finiremo nelle braccia di Dio. Questa è più di una speranza. E’ la certezza della vita.

mons. Domenico Sigalini

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