Il titolo propone una semplicissima operazione matematica: alla domanda quanto fa uno più uno? Tutti risponderebbero due! Semplice! Ma non è così ovvio quando si tratta di Amore. Quando per amore non si intende stare assieme passivamente ad un'altra persona, passando del tempo con lei.
del 31 agosto 2011
 
Amore: passaggio dall’io al noi verso qualcosa di più grande ed unico.           Il titolo propone una semplicissima operazione matematica: alla domanda quanto fa uno più uno? Tutti risponderebbero due! Semplice! Ma non è così ovvio quando si tratta di Amore. Quando per amore non si intende stare assieme passivamente ad un’altra persona, passando del tempo con lei. NO! Uno più uno non fa più due, ma tre, se il tipo di Amore che vogliamo costruire è amore fecondo, che genera vita! Attenzione ai termini! Fecondità ≠ fertilità!           Va detto con forza che l’amore è per sua natura fecondo. Una relazione di coppia che si esaurisce e si chiude all’interno dei due, ben presto si ripiega su se stessa e si esaurisce: non è vero amore, perché l’amore è fatto per espandersi. Un amore che si arresta in questa espansione è destinato ad appassire come un fiore.Quando si parla di fecondità della coppia, si pensa subito alla 'procreazione', e si identifica la fecondità con la fertilità, cioè solo con l’avere figli. La procreazione è senza dubbio l’aspetto più normale e la conseguenza più forte dell’amore di due sposi, perché li rende partecipi dell'attività creatrice di Dio, ma la procreazione non esaurisce tutto il senso della fecondità di una coppia.           Due esempi per chiarire quest’ affermazione. Ci sono tante coppie, che pur desiderando di avere figli, per vari motivi non hanno potuto realizzare questo sogno e questo desiderio legittimo; eppure, non senza un travaglio di sofferenza, sono arrivati a realizzare la paternità e la maternità in maniera splendida in tante forme di relazione feconda e di servizio nella comunità. Sono diventati a pieno titolo padri e madri, e sono motivo di gioia e di speranza per tante persone. La Chiesa del resto considera  vero e valido il matrimonio di due sposi in cui esiste la sterilità fisica: questo indica che la coppia può essere feconda anche al di là dei figli.E d’altro canto ci sono magari molte coppie che, pur avendo generato diversi figli, vivono una condizione di vuoto, di ripiegamento su di sé, di mancanza di dialogo all’interno della famiglia: verrebbe da dire che queste coppie sono state fertili ma scarsamente feconde.           La fecondità si esprime anzitutto all’interno della coppia, che è feconda quando gli sposi si accolgono in un amore autentico che genera gioia e speranza. La fecondità ancora riguarda il rapporto della coppia con la comunità (la Chiesa e la società), e si esprime attraverso la comunione, l’accoglienza, l’attenzione alle persone, la solidarietà e la corresponsabilità con tutti. Passaggio dall’ “io” al “noi” : lenti che cambiano..           E’un momento di crescita graduale, proprio come quando un paio di occhiali, non è più su misura per noi e iniziamo a vederci male! Prima c’è un “io” che pensa, che cresce, che coltiva rapporti, che piano piano diventa un “noi”, generando così vita, dando luce a qualcosa di grande!E’ un passaggio lento, proprio come l’occhio che di fronte a lenti nuove, ma adatte a lui, si deve sforzare, si deve allenare, all’idea di una nuova gradazione scelta su misura per lui!            E’ uno sforzo sano, bello, perché lo aiuterà a vedere una realtà ancor più nitida, dettagliata, avvolgente, incantevole. Ed è proprio così che succede con gli occhi del cuore e della mente, che passo passo ci aiutano a pensare in due, ad un noi. Un due, che diventa TRE, quando dentro il legame costruito c’è Qualcun altro a scaldare il nostro cuore, ad illuminare i nostri occhi. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò con loro”, ecco che Gesù diviene, è la fonte a cui abbeverarsi, a cui attingere. Quando tra i due c’è la presenza, il segno di un Amore grande, ecco che allora i due diventeranno una cosa sola, ed il loro amore sarà eterno! Si racconta. . .           Due semi si trovavano fianco a fianco nel fertile terreno autunnale. Il primo seme disse: ”Voglio crescere! Voglio spingere le mie radici in profondità nel terreno sotto di me e fare spuntare i miei germogli sopra la crosta della terra sopra di me… Voglio dispiegare le mie gemme tenere come bandiere per annunciare l’arrivo della primavera.. voglio sentire il calore del sole sul mio volto e la benedizione della rugiada mattutina sui miei petali!”E crebbe.L’altro seme disse: “Che razza di destino il mio! Ho paura. Se spingo le mie radici nel terreno sotto di me, non so cosa incontrerò nel buio. Se mi apro la strada attraverso il terreno duro sopra di me posso danneggiare i miei delicati germogli… E se apro le mie gemme e una lumaca cerca di mangiarsele? E se dischiudessi i miei fiori, un bambino potrebbe strapparmi da terra. No, è meglio che aspetti finché ci sarà sicurezza.”E aspettò. Una gallina che raschiava il terreno d’inizio primavera in cerca di cibo trovò il seme che aspettava e subito se lo mangiò.           Quanto è bella la natura umana. Una natura che non è fatta di sola razionalità, o conti che tornano! La semplice storiella fa intuire che due persone prese individualmente, genereranno vita, (diventeranno tre) mettendo al centro del loro legame Dio, ma solo se troveranno la forza di mettere radici. Decidendo, scegliendo di far spuntare gemme tenere, annunciando così l’arrivo della primavera. Forse, calcolando statisticamente la probabilità di sopravvivenza tra i due semi, sarebbe risultata maggiore quella del secondo semino. Scelta però che comporta la perdita in realtà della vita stessa, di qualcosa di straordinario, com’è il calore del sole a primavera. Attanagliato solo da mille paure che gli impediscono di scegliere. L’Amore, è un po’ un rischio, è vero, ma che val la pena di vivere con coraggio. Richiede tempo, fatica, dolore. Pensiamo alle prime nausee di una mamma incinta, o il momento del travaglio e del parto. Dolore grande è vero, ma che conduce ad una gioia sconfinata, grande ed unica, quale l’arrivo di una nuova creatura!Ci vuole anche pazienza, è questa che aiuterà a creare qualcosa di duraturo e magnifico. Non serve forse del tempo perché le gemme sboccino e portino i loro frutti?!            'Senza radici, non possiamo scoprire la nostra appartenenza e nemmeno crescere. Senza stabilità, non possiamo affrontare le questioni più importanti della vita e nemmeno conoscere il nostro vero io. Solo quando piantiamo le nostre radici in terra, incominciamo a vederne i frutti. Essere piantati a terra è iniziare a vivere con un senso nuovo'. (La comunità di J. Vanier)                                                                                                                     Signore, l’Amore è paziente: donami la pazienzache sa affrontare un giorno dopo l’altro.Signore, l’Amore è benigno:aiutami a voler sempre il suo bene prima del mio.Signore, l’Amore non è invidioso:insegnami a gioire di ogni successo.Signore, l’Amore non si vanta:rammentami di non rinfacciargli ciò che faccio per lui.Signore, l’Amore non si gonfia:concedimi il coraggio di dire “ Ho sbagliato”.Signore, l’Amore non manca di rispetto:fa’ ch’io possa vedere nel suo volto il Tuo Volto.Signore, l’Amore non cerca l’interesse:soffia nella nostra vita il vento della gratuità.Signore, l’Amore non si adira:allontana i gesti e le parole che feriscono.Signore, l’Amore non tiene conto del male ricevuto:riconciliaci nel perdono che dimentica i torti.Signore, l’Amore non gode dell’ingiustizia:apri il nostro cuore ai bisogni di chi ti sta accanto.Signore, l’Amore si compiace della verità:guida i nostri passi verso di Te che sei Via, Verità e Vita.Signore, l’Amore tutto copre, tutto crede,tutto spera, tutto sopporta:aiutaci a coprire d’Amore i giorni che vivremo insieme;aiutaci a credere che l’Amore sposta le montagne;aiutaci a sperare nell’Amore oltre ogni speranza! (Preghiera adattata dalla I Lettera di San Paolo ai Corinzi)   Silvia Lancerotto
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