E' con noi Sr Anna Maria Gervasoni, suora salesiana di origine lombarda, che dopo 5 anni di vita religiosa a Milano, da alcuni anni vive ad Honiara, Isole Salomone. "Ho chiesto di vivere la mia vocazione religiosa in terra di missione perché da sempre sono stata affascinata dai racconti dei missionari che venivano in parrocchia..."
del 31 agosto 2011
 
Don Bosco alle isole Salomone E’ con noi Sr Anna Maria Gervasoni, suora salesiana di origine lombarda, che dopo 5 anni di vita religiosa a Milano, da alcuni anni vive ad Honiara, Isole Salomone. 1) Come è nata la tua vocazione missionaria?          Ho chiesto di vivere la mia vocazione religiosa in terra di missione perché da sempre sono stata affascinata dai racconti dei missionari che venivano in parrocchia. Da ragazza ho fatto esperienze di volontariato in Africa dove ho scoperto la chiamata alla vita religiosa. Poi e’ stato tutto un susseguirsi di grazie che mi hanno portato qui, ora, ad Honiara.2) Chi è la missionaria salesiana?          E’ una donna che porta la straordinarietà del messaggio di Cristo ai giovani, vivendo con loro, ascoltandoli, partecipando alle gioie e dolori del capire chi sono e cosa vuole Gesù da loro. Praticamente non c’e’ molta differenza con l’essere salesiana in Italia! forse un po’ di caldo in più, qualche cibo un po’ strano, paesaggi mozzafiato e tante lingue da imparare....i sacrifici poi ci sono dappertutto, e sono giusti secondo le nostre forze e possibilità, grazie a Dio! 3) Immaginiamo le Isole Salomone...          Mettete in una teglia tutto quello che pensate di isole tropicali verdeggianti, con spiagge e mari cristallini, animali esotici, tramonti e albe da favola, accendete il forno a 30-35° gradi perenni, e il piatto e’ servito!4) I giovani delle Isole Salomone...          La gente e’ molto accogliente, saluta quando passi per strada, hanno sorrisi bellissimi e caratteristiche somatiche molto differenti a seconda dell’isola di provenienza. I giovani sono esattamente come i giovani di tutto il mondo: amano la musica, il cellulare e internet, si incontrano fuori scuola e parlano per ore prima di andare a casa. Non hanno molti sogni per il futuro, prima di tutto perché a livello culturale non c’e’ la “lungimiranza”. E’un po’ difficile fare progetti o chiedere loro cosa vogliono essere “da grandi”, semplicemente non ci pensano, e’ troppo lontano. Molti sono orfani, la mortalità in generale e’ molto alta e magari vivono in famiglie che non sono la loro famiglia naturale. Hanno una particolare predilezione per i piccoli, con cui sono molto amorevoli e attenti.5) Cosa fanno le Fma a Honiara?          La nostra comunita’ ha un ostello per ragazze studenti. Ne ospitiamo trenta, tra i 16 e i 25 anni, e diamo la possibilità di un posto tranquillo dove vivere e studiare. Nelle loro case non sarebbe possibile, poiché a loro e’ richiesto il lavoro casalingo e la cura dei fratellini piccoli. Nel nostro ostello le ragazze partecipano anche a varie attività che le aiutano a crescere nella consapevolezza della dignità femminile, disprezzata culturalmente. Ci sono anche momenti di preghiera e riflessione sulla Parola di Dio, che completano la loro crescita, il tutto nel clima di famiglia tipicamente salesiano. Oltre all’ostello lavoriamo anche in parrocchia, seguiamo il gruppo giovani e facciamo oratorio. 6) La cosa più bella che ti sia capitata...          Al tempo dello tsunami, che ha colpito una parte dell’arcipelago, siamo andate con una squadra di studenti per un mese in “spedizione d’aiuto”. Divisi in tre gruppi abbiamo ricostruito due grandi aule scolastiche, fatto trauma counselling e oratorio per i più piccoli. Dopo diversi mesi sono tornata sull’isola e le maestre della scuola dove facevamo oratorio mi sono corse incontro festose, dicendomi quanto ci erano riconoscenti per la presenza in un momento così difficile. E’ stata una bella soddisfazione ! Siamo stati molto felici di aver portato una piccola scintilla nelle tenebre.7) Facci sorridere...          Una delle piaghe delle Isole Salomone sono i coccodrilli. Fiumi e mari ne sono infestati e capita spesso che qualcuno ci lasci le penne. Ci sono molte teorie su cosa fare se ci si trova faccia a faccia con un coccodrillo, ma credo che la più “interessante” sia quello che una signora ha fatto quando si e’ ritrovata nelle fauci dell’animale. Mentre la trascinava in acqua: gli ha cacciato due dita nelle narici, spingendole in fondo. Il coccodrillo e’ rimasto così sorpreso e a corto di fiato, che ha aperto la bocca per respirare, dandole il tempo di scappare!!!8) 'Non c'è rosa senza spine'…          Come in tutte le parti del mondo anche qui ci sono fatiche e difficoltà. . Nella nostra comunità siamo tre suore, di varie nazioni, e tra poco avremo anche tra noi la prima suora autoctona . Ci vogliamo bene, ci perdoniamo, ci raccontiamo, piangiamo e ridiamo insieme, litighiamo anche e poi facciamo pace. Idee, iniziative, arrabbiature, vengono quotidianamente condivise ed i cuori sono aperti. Questo e’ il segreto, e questo e’ quello che don Bosco e madre Mazzarello hanno voluto costruire nelle prime comunità. Insieme si supera tutto, ma proprio tutto....anche gli spauracchi che ci danno ogni tanto gli allarme tsunami!!!10) Qual è il vostro sogno per la gente che il Signore vi affida?           Questa nazione e’ in crescita e le sue potenzialità sono enormi. La corruzione taglia le ali a molte iniziative e buone idee che sorgono e continuano a sorgere, nonostante tutto. Quello che sogniamo e che puntualizziamo sempre con le nostre ragazze ed i giovani è di vivere onestamente e con chiarezza la loro vita e il loro impegno. Credo che questo sia più che sufficiente per diffondere una mentalità solidale che c’e’ ma che ha bisogno di essere purificata da nepotismi e avidità che la incatenano. È Il progetto educativo di don Bosco: buoni cristiani e onesti cittadini!!! 
Sr Cristina Platania
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