GxG Magazine Giovani tra i giovani! Tatami

Due compagni secondo il cuore di Dio e di don Bosco: don Pascual Chàvez Villanueva, alias X Rettor Maggiore dei Salesiani, messicano, ormai compagno dei giovani di tutto il mondo alla maniera di don Bosco, e suor Yvonne Reungoat fma, alias IX Madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, francese, dal cuore sempre aperto all'incontro senza frontiere!

GxG Magazine Giovani tra i giovani! Tatami

da GxG Magazine

del 31 agosto 2011

  

Giovani tra i giovani!Due compagni secondo il cuore di Dio e di don Bosco Don Pascual Chàvez Villanueva, alias X Rettor Maggiore dei Salesiani, messicano, ormai compagno dei giovani di tutto il mondo alla maniera di don Bosco! I giovani e il Rettor Maggiore…           Ogni giorno li porto nel cuore e prego incessantemente per loro perché rimanere unito a Cristo e donarmi totalmente a loro è l’orientamento profondo della mia vita. Quando, visitando le case salesiane sparse nel mondo, incontro i loro volti, gioisco e benedico il Signore. Nei loro occhi luminosi e gioiosi leggo una grande voglia di vivere e un desiderio nascosto di fare della vita qualcosa di bello.  Cosa significa per Lei essere don Bosco oggi?           Essere successore di una persona così affascinante e carismatica è una dignità molto grande ma anche una grande responsabilità: devo assicurarmi che resti viva la fedeltà a don Bosco cercando di rispondere ai bisogni e alle aspettative dei giovani d’oggi Come fa a vivere concretamente questa missione?           Vorrei che i giovani vedessero don Bosco in me, la sua forma di pensare, le sue convinzioni e i suoi valori non negoziabili: il modo per scoprirlo è il sorriso! Amare i giovani e farli sentire il centro della tua vita, saper leggere il loro mondo e le loro fragilità, in tutte le diverse situazioni. Qual è il suo sogno? Quello di don Bosco: vedere felici i giovani! non è una parola retorica, vuota. Lo sto dicendo perché non li vedo felici. Come fare per realizzarlo?          Prima di tutto far sentire a loro che sono la principale risorsa della società: nel caso nostro le opere devono essere al servizio dei giovani e dei loro bisogni non delle strutture. Se la società non riesce a dare quelle opportunità di cui hanno bisogno e che attendono, al posto di una risorsa diventeranno un evidente problema sociale. . Poi le offerte educative devono soddisfare tutte le dimensioni della vita, anche l'educazione, che è volta a formare una persona!E’ importante la vicinanza educatori-educandi, che accorcia il gap tra il mondo dei giovani e quello degli adulti.  Il mio sogno sarebbe vedere tantissimi giovani con una grande generosità, anche nel rispondere a Dio e consacrarsi a Lui.A chi chiede cosa fare per dare un senso alla vita…          Direi di guardare a Gesù, che ci ha amati fino a consegnare totalmente se stesso per noi. È Lui il modello di ogni progetto di vita e la risposta fedele e piena ad ogni vocazione, perché è un Uomo che ha unificato e armonizzato la sua vita con la volontà del Padre. La sua non è stata un’esistenza vissuta nel qualunquismo o nell’indolenza ma un’esistenza vissuta con intensità incontenibile.  Suor Yvonne Reungoat fma, alias IX Madre generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, francese, dal cuore sempre aperto all'incontro senza frontiere! Chi è per Lei don Bosco?           Una scintilla del cuore stesso di Dio, donato ai giovani perché possano imparare ad amarLo e  sappiano di essere amati da Lui; un uomo che ha scommesso sui giovani, futuro della Chiesa e della società; un educatore che ha creduto nelle possibilità presenti nel cuore di ogni giovane e non ha risparmiato nessuna energia per tirarle fuori e condurle a compimento. Quale episodio della sua vita la colpisce maggiormente?           In realtà, tutta la sua vita è significativa. Vorrei citare la lettera scritta da Roma, sintesi del suo amore appassionato per i giovani e che mi colpisce per la sua straordinaria chiarezza e per il suo contenuto che condensa il cuore del sistema preventivo: comunicare l’amore con cui Dio stesso ci ama. «Vicino o lontano io penso sempre a voi. Un solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell'eternità...Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati».  Secondo lei cosa penserebbe don Bosco di noi giovani?           Forse scriverebbe un’altra lettera da Roma o magari da Pechino per dire che ad ogni latitudine i giovani sono la sua speranza, coloro di cui ci si può fidare, il segno di un cambiamento possibile. I giovani non sono definibili ma quello che l’occhio dell’educatore è capace di vedere. Don Bosco vedeva dei potenziali santi, delle persone onorate, capaci di vivere con dignità e di promuoverla nelle diverse situazioni della vita. Credo che anche oggi penserebbe così. Ogni giovane, è più dei suoi limiti! È su questo più che bisogna scommettere. Le giovani e i giovani sono il nostro sito sacro, il luogo di santificazione, lo spazio in cui Dio ci incontra nel quotidiano. Il suo sogno nel cassetto?           Che le generazioni tornino ad incontrarsi, che giovani e adulti si diano la mano per un ascolto reciproco, per costruire insieme quell’ambiente di vita così necessario al clima di famiglia voluto da don Bosco, per alimentare lo slancio del dono, lo slancio missionario.Il mio sogno allora è questo: che i giovani, tanti giovani, tutti i giovani siano missionari di altri giovani, riscoprendo il senso dell'esistenza nella gratuità! C'è qualche santo oltre don Bosco che sente come guida?           Sì, San Francesco di Sales, Santa Teresa D’Avila, ma soprattutto Santa Maria Domenica Mazzarello per la sua essenzialità di vita, per i suoi chiari orientamenti dati alle suore, per la sua testimonianza di amore alle ragazze, che evangelizzava ed educava, per la sua capacità di ascolto. Lei parla alla mia vita per questo suo riferimento alla Sorgente della Vita e dell’Amore, per la sua profonda umiltà e per la povertà assunta con amore e per amore. Vuole lasciare un messaggio che i giovani possano vivere quest'estate?           Cari giovani, vi auguro di vivere giorni felici, ristoratori nel corpo e nello spirito. Giorni ricchi di esperienze e, soprattutto, dell’esperienza del Dio-Amore. Allora le cose cambieranno! Cambierete voi stessi perché Dio che abita il vostro cuore non vi lascia indifferenti, vi rende inquieti, vi dona l’ansia di comunicare ad altri la stessa esperienza. Auguro che possiate prendere il largo e che non abbiate timore di quella parola che si chiama “santità: è fedeltà al dovere di ogni giorno, è responsabilità per gli altri, è amore in tutto ciò che facciamo, è un vita che si svolge alla presenza di Dio. Allora cosa temere? “I Giovani - diceva Giovanni Paolo II – sono un palpito del cuore di Dio”. 

Elena Fioravanti

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