GxG Magazine Il canto dei bambini di Abaetetuba Mappamondo

“Danzando e cantando con amore per costruire un mondo migliore” è il progetto di scambio tra Italia e Brasile, sostenuto dalla Pastorale della Diocesi di Abaetetuba. Intervistiamo Mons. Flavio Giovenale,

GxG Magazine Il canto dei bambini di Abaetetuba Mappamondo

da GxG Magazine

del 13 gennaio 2011

 

 

 

   Pensieri dal Brasile           Una valigia ricca di talenti. Uno sguardo puntato verso il cielo. Nel cuore i colori della loro terra. Sono i 20 ragazzi che assieme agli operatori della Pastoral do Menor si sono esercitati nella danza e nel canto e che partono da Abaetetuba, un comune del Brasile, per l’Italia. Hanno deciso di donare non solo le loro capacità e passioni, ma anche un assaggio della loro vita quotidiana. Ricordano le famiglie e le “favelas” in cui vivono. Le strade bianche che percorrono ogni giorno e gli amici che vi abitano.            La colazione, per molti l’unico pasto del giorno. La criminalità e la discordia tra bande diverse. La serenità e il calore che sanno di poter trovare nella casa di don Flavio, per alcuni unico riparo.    Ti lascio una canzone           I giovani della comunità di Tolmezzo ancora oggi portano nel cuore il ricordo di quest’esperienza. Una canzone ci è rimasta impressa nella mente, è l’inno della Pastoral do Menor. Davanti ai miei occhi vedo ancora la piccola Nina, ascolto le sue parole: “ Voglio che i miei passi lascino un’impronta, chiedo il diritto di avere il mio pane, chiedo una mano che mi indichi il cammino, chiedo semplicemente vita e amore. Chiedo di avere il diritto di essere bambino, di essere speranza di un mondo migliore, desidero crescere come un essere umano, desidero un mondo diverso, posso contare su di te?”     Il progetto “Danzando e cantando con amore per costruire un mondo migliore” è il progetto di scambio tra Italia e Brasile, sostenuto dalla Pastorale del Minore della Diocesi di Abaetetuba. Nel maggio del 2009 un gruppo di ragazzi brasiliani ha girato il nostro paese per mettere in scena il suo spettacolo. I “brasileiros” sono stati ospitati da diverse Parrocchie e Case Salesiane, divenute luogo di incontro e confronto tra due realtà che, seppur diverse, sono diventate sorelle.    Intervista a Mons. Flavio Giovenale, vescovo salesiano di Abaetetuba. Può descriverci com'è organizzata la vostra Diocesi di Abaetetuba?           Le diverse pastorali che compongono la Diocesi sono organizzate da laici. Il lavoro fondamentale dei sacerdoti e del centro diocesano é animare, accompagnare, preparare e aggiornare i laici, con incontri e riunioni sia a livello locale che diocesano. I catechisti sono oltre 2.000 ed i volontari sono in grande numero. Che cos’è la ‘Pastorale del Minore’?           La pastorale del minore segue i bambini ed adolescenti in grave rischio sociale ed é presente in quasi tutti i comuni della Diocesi. Attraverso attività di doposcuola, di sport, di accompagnamento psico-sociale, di avvio al mondo del lavoro li aiuta a superare i drammi infantili già sofferti e li qualifica per le sfide della vita. Attualmente solo più di 2000 i bambini e gli adolescenti che sono accompagnati. I volontari sono oltre 300. Il Brasile in due parole.           Normalmente si parla del Brasile come il paese dell’allegria. Ma l’allegria é conseguenza di altre due caratteristiche del Brasile, che per me sono le più importanti: speranza e resistenza Da quanti anni opera in Brasile?           Sono 36 anni che opero in Brasile, avevo 20 anni. Era il giorno 13 settembre 1974, un venerdì e nonostante tutte le superstizioni il venerdì 13 non mi ha portato nessuna sfortuna!  Da quando è partito cos'è cambiato in Lei?           Sono cambiate un mucchio di cose in me e non solo l’età che mi ha già portato via un buon numero di capelli (e anche qualche dente!). Ho imparato ad amare e ad ammirare un popolo che non si scoraggia, che guarda con fiducia al futuro nonostante i tanti problemi. “I problemi sono fatti per essere risolti, non per schiacciarci!”. É per questo che il popolo brasiliano é così allegro, perché sa che può costruire un futuro migliore. Ammiro la voglia che i giovani hanno di avanzare e crescere. Ho imparato con il popolo ed i giovani brasiliani ad avere compassione, a cercare di capire gli altri e non pensare subito a giudicarli (e condannarli).  Un episodio che l’ha fatto “innamorare” di questa terra?           Fatti e situazioni speciali sono molti. Ricordo una mamma che era stata abbandonata dal marito insieme ai suoi figli. E lei, povera, ma piena di voglia di vivere, si é presa con sé anche la suocera perché “l’abbandono più brutto – mi diceva – lo soffriva la suocera, anziana e senza pensione che avrebbe patito la fame”. Un’altra signora un giorno ha rivelato davanti a tutti che rimasta vedova giovane con vari figli, aveva promesso a Dio che se avesse potuto allevare i figli senza doversi prostituire, avrebbe costruito un asilo per altri bambini. E da 15 anni l’asilo funziona. Quando le cose si fanno più difficili dove trova la forza per andare avanti?           Abaetetuba é uno dei centri mondiali di smistamento di droga e noi come Chiesa e come Salesiani cerchiamo di arginare questa piaga. Oltre alle minacce che ogni tanto sorgono, la cosa più difficile é non scoraggiarsi. Noi siamo un granello di sabbia davanti a un mostro, ma.. le forze in quest’ora vengono certamente da Dio, dalla preghiera ma anche dall’appoggio del popolo e dei Salesiani. Quando 3 anni fa sono stato seriamente minacciato per me é stato impressionante l’appoggio venuto dalla Congregazione con il Rettor Maggiore in prima persona: in pochi giorni sono arrivati messaggi elettronici da varie parti del mondo e persino la “Amnesty International” di Londra si é mossa prima con telefonate e poi con messaggi al capo del Governo.  E’ la forza della famiglia salesiana. Non siamo soli! E così anche il mostro non spaventa più tanto.  

 

Giulia Puntel

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