...con Teresa D'Avila per "lasciarsi trasformare dall'Amore". "...desideravo molto di morire da martire, sebbene non perché avessi per Dio un vero amore, ma piuttosto per andare a godere assai alla svelta e a buon mercato di quei beni che leggevo esserci in cielo".
del 30 agosto 2011
 
Solo Dio basta ...con Teresa D'Avila per 'lasciarsi trasformare dall'Amore'
 Carta d'identità Nome & Cognome: Teresa de Cepeda y Ahumada Residenza: Avila (Castiglia, Spagna)Nata il 28 marzo 1515Morta il 15 ottobre 1582Professione: religiosa, mistica, dottore della Chiesa Origini           Teresa nasce in una famiglia di ebrei neoconvertiti al cristianesimo, della piccola nobiltà spagnola. Già a sei anni legge affascinata il Flos Sanctorum, che descrive la vita di Cristo assieme a quella di alcuni santi martiri ed eremiti. E' tanto il fervore che nei suoi giochi assieme al fratello Rodrigo un giorno decidono di fuggire di casa, per andare nelle terre arabe a farsi uccidere 'martiri per la fede'! Ricordando questo episodio Teresa dirà:          ...desideravo molto di morire così (cioè, da martire), sebbene non perché avessi per Dio un vero amore, ma piuttosto per andare a godere assai alla svelta e a buon mercato di quei beni che leggevo esserci in cielo.Con la stessa passione con cui a sei anni leggeva il Flos Sanctorum, la Teresa adolescente legge (per ore e ore!) i romanzi cavallereschi che tanto di moda sono nella Spagna del XVI secolo. All'amore per Dio si affianca quello per il mondo: comincia a vestire con ricercatezza, cura il suo aspetto, desidera apparire. In questi anni Teresa vive con il cuore diviso a metà. Da una parte i valori eterni su cui vuole basare la propria vita, che in quell'epoca significa essenzialmente prendere i voti: la radicalità della scelta però la spaventa. Dall'altra parte tutto ciò che del mondo è bello, raffinato, amabile: ma anche il matrimonio va stretto alla passione per il 'tutto' di Teresa. Scelta           A vent'anni decide di rischiare, si mette in gioco: sfidando il divieto del padre, fugge di casa presentandosi al monastero carmelitano dell'Incarnazione. E' il 2 novembre del 1535. Non è una scelta facile: Rammento, e credo di dire proprio la verità, che quando lasciai la casa di mio padre provai un dolore così lancinante da farmi pensare che non se ne provi uno maggiore neppure quando si sta per morireTeresa prende la sua vita in convento come un purgatorio, un passaggio obbligato per arrivare al cielo. Si impegna a fondo, cercando di essere esempio di virtù. Ma l'inclinazione mondana di Teresa resta forte. L'angoscia per il poter commettere peccato le fa interrompere il dialogo intimo con Dio. Come se non bastasse, la sua nuova vita così lontana da quella precedente sembra troppo pesante. Teresa si ammala: svenimenti, mal di cuore. I rimedi proposti si rivelano controproducenti, la donna arriva in punto di morte.            Poi pian piano si riprende, ma i suoi turbamenti restano:non ero intera, mi sentivo impastoiata davanti alla determinazione di darmi totalmente a Dio, non riuscivo a rinchiudermi in me stessa (per pregare), senza trascinarmi dietro anche l’ammasso delle mie vanità.Teresa si rende conto che nel suo cammino spirituale è arrivato il momento di mettere Dio non al primo posto ma all'unico posto. La paura di abbandonare tutto, rinunciando ad ogni attaccamento e amore per riceverli nuovamente dalle Sue mani, è però troppo grande. Conversione           Ormai monaca quarantenne, Teresa sta tornando da uno dei suoi colloqui spirituali, turbata come sempre. Non riesce ancora ad affidasi completamente a Dio. Passa davanti a un’immagine di Cristo piagato, portato in convento per una celebrazione che vi si doveva tenere. E qui improvvisamente la svolta:...appena lo guardai... fu così grande il dolore che provai, la pena dell’ingratitudine con la quale rispondevo al suo amore, che mi parve che il cuore mi si spezzasse. Mi gettai ai suoi piedi tutta in lacrime e lo supplicai di darmi la grazia di non offenderlo più.Promette al Signore che non si sarebbe alzata fino a quando non avesse ottenuto quello che desiderava, cioè di progredire sulla via della perfezione: dal quel giorno migliorò sempre di più. Riprende l'orazione mentale, come un intrattenersi in amicizia, a tu per tu con Dio.            Cos'è successo? Il conflitto interiore tra l'amore verso il mondo, il prossimo, e l'amore verso Dio improvvisamente si risolve: Cristo è assieme Dio e prossimo!Cade quel velo che sempre ci separa un po’ da Cristo, facendolo pensare come una idea, un sentimento, un personaggio:Mi sembrava che Gesù mi camminasse sempre a fianco... sentivo chiaramente che mi stava sempre al lato destro, testimone di ciò che facevo e mai potevo dimenticare — se appena mi raccoglievo un pochino o non ero molto distratta — che Lui era accanto a me  Svolta           Nel libro della vita di Teresa, ora è tempo di aprire un nuovo capitolo. Ella è entrata nel monastero per intraprendere una purificazione, come in un purgatorio, ma la vicinanza con Cristo ora le fa capire come ciò che Egli le chiede sia altro: in terra bisogna saper anticipare, il cielo, quel 'cento volte tanto' che Gesù ha promesso a chi lo segue. Ma come fare?           Teresa vive in un monastero assieme a altre duecento suore, con tutti i problemi disciplinari, economici, pratici conseguenti. Questo non la turba nel suo rapporto con Dio. Ma, nei dialoghi con alcune amiche, balena un'idea: un piccolo convento, povero e silenzioso, con una dozzina di monache, da poter far diventare un 'angolino di cielo'. Dopo molte peripezie riesce nel suo intento, fondando il monastero di San Josè, dove applica la regola carmelitana nella forma originale, non mitigata. Qui Teresa trova il porto della sua vita, il luogo dove possono stare finalmente uniti l'amore di Dio e quello per le creature che da Lui le vengono affidate.  Doriano Peruzzi
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