Per aiutare i giovani a disinserire il pilota automatico i Sa¬≠lesiani e le FMA si inventano di tutto! Tra tante iniziative c'è anche la Veglia Vocazionale sabato 26 maggio, in cui si stoppa per un attimo i soliti divertimenti, e ci si incontra insieme a vegliare e pregare. Non una preghiera generica però: si chiede a Dio di capire qual è la direzione giusta da seguire!
del 17 aprile 2012
          Capita a volte, nella vita, di andare avanti un po’ così: con il pilota automatico inserito. I giorni passano uno dopo l’altro, consumiamo tante esperienze e non siamo mai sazi. Per for­tuna, ad un certo punto, qualcosa o qualcuno ci mette con le spalle al muro: “Fermati! Cosa stai facendo? Dove stai an­dando?”
          Per aiutare i giovani a disinserire il pilota automatico i Sa­lesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice si inventano di tutto! Tra tante iniziative c’è anche la Veglia Vocazionale. Si tratta di un sabato sera del mese di maggio in cui si stoppa per un attimo i soliti divertimenti, e ci si incontra insieme a vegliare e pregare. Non una preghiera generica però: si chiede a Dio di capire qual è la direzione giusta da seguire per essere felici ed anche il coraggio per partire con decisione, senza voltarsi indietro.
          È un momento dedicato in particolare ai giovani, dalla terza superiore in su, che hanno partecipato ai cammini vocaziona­li: il gruppo Giovani per i Giovani, il Gruppo Ricerca e il Faccia a Faccia. Il cammino di questi gruppi si conclude idealmente con questo incontro, durante il quale ognuno è invitato a fare il punto della situazione: fare sintesi di ciò che il Signore ha suggerito durante l’anno, e poi decidersi per il futuro.
          Allo stesso tempo è un incontro aperto a tutti i giovani che desiderano regalarsi un po’ di tempo per pregare e riflettere su questa cosa misteriosa e affascinante che è la vocazione.
 
Se ti dico veglia vocazionale... tu cosa dici??
          “Abbiamo cominciato questa esperienza negli anni Novanta, quando ci siamo accorti che c’erano alcuni giovani che si stava­no interrogando sulla propria vocazione. Provavano una gran­de simpatia per Don Bosco e da questo è nato il desiderio di diventare Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori. Ci sembrava importante offrire a loro la possibilità di un momento in cui condividere le proprie scoperte, le proprie scelte a conclu­sione di un anno di cammino”.
Suor Meris
          “Un prezioso momento di arrivo dopo un anno di cammino. Un momento di forte condivisione con amici che come me proget­tano, ascoltano, costruiscono e si mettono in gioco. Diverse le strade, diversi i passi, diverse le persone: unica la ricchezza del­la comunione con Gesù che ci guida!”
Serena, Barbara, Jessica e Caterina, postulanti FMA
          “Mi vengono subito in mente i giovani che, nel momento delle testimonianze, hanno condiviso le loro scelte: ascoltare le loro storie e vedere nei loro occhi la gioia delle decisioni che aveva­no preso mi ha sempre colpito molto e mi ha dato la forza di prendere anche io qualche piccola decisione. Poi trovarsi con i compagni di cammino e tirare un po' le somme dell'anno pas­sato mi fa ricordare i bellissimi momenti passati con loro e così sento sempre il bisogno di ringraziare Chi mi ha donato tutto questo!”
Marco, Gruppo Ricerca 
          “Ho partecipato varie volte alla Veglia Vocazionale… Cosa ri­cordo? La testimonianza di altri che, come me, hanno scoperto una speciale vocazione del Signore che li invitava a seguirlo più da vicino. Don Bosco diceva di “darsi a Dio per tempo”. Fare il cammino insieme ad altri è stata una forte spinta a seguire alla lettera questo consiglio. A qualche anno di distanza, posso dire che questo è uno dei doni più belli che Gesù mi ha fatto”.
Stefano SDB
 
Parola chiave: decider-si!
          Il punto non è semplicemente iniziare a decidere, nel senso di scegliere se fare una cosa oppure un’altra. Si tratta piuttosto di decider-si, cioè di decidere di sé. Ognuno di noi decide di sé a partire dai propri legami, cioè dalle persone care a cui in qual­che modo affida la propria vita per essere aiutato a trovare la rotta della felicità. Nessuno di noi è abbastanza esperto e corag­gioso per essere l’unico capitano della propria vita, per questo non è sufficiente disinserire il pilota automatico!
          La nostra gioia è autentica quando nasce da una risposta, da un sì detto col cuore, da un dono. Non è forse questo che assaggia­mo in ogni piccolo gesto di gratuità? Quando invece cerchia­mo di accaparrare qualcosa per noi, di custodire gelosamente le nostre cose, il nostro tempo, il nostro cuore, l’esperienza ci restituisce normalmente amarezza e delusione.
          La parola “vocazione” la dice lunga da questo punto di vista. È una parola che dice un esperienza paradossale: sarò pienamen­te felice, solo se saprò affidarmi ad un Altro. Certo che se questo Altro che mi chiama è il creatore del cielo e della terra, e anche del mio cuore, bisogna proprio essere dei pazzi per tirarsi indie­tro! Di fronte a Gesù in persona che viene a chiedermi qualcosa, che si affianca a me con il desiderio di diventare l’amico fidato, la guida esperta della mia vita, con che coraggio dire di no?
Dire vocazione è un altro modo per dire amore.
Dire di sì all’amore che chiama è la più grande libertà!
La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare… mi fido di te: cosa sei disposto a perdere?
La Veglia Vocazionale quest’anno sarà sabato 26 maggio a Pa­dova.
Suor Linda Pocher
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