Mi piace paragonare il desiderio all'alba. Il desiderio, infatti, è promessa non compimento, è anelito non possesso, è attesa non degustazione. Non si può giungere al giorno senza l'alba, così come non si può oltrepassare il desiderio.
del 07 gennaio 2010
 
 
“Essere alba” del desiderioE’ buio. E’ notte ancora, ma sull’orizzonte stanno comparendo le prime pennellate di luce. Il cielo dove si congiunge al mare è macchiato di arancione e azzurro. E’ notte, ma il giorno si preannuncia, fa capolino: il tempo sta per regalare una nuova occasione. L’alba non è ancora giorno ma ne è la promessa.
Mi piace paragonare il desiderio all’alba. Il desiderio, infatti, è promessa non compimento, è anelito non possesso, è attesa non degustazione. Non si può giungere al giorno senza l’alba, così come non si può oltrepassare il desiderio. Come il miracolo dell’alba si ripete ogni giorno, così il desiderare è insito nel cuore dell’uomo che si sappia ascoltare in profondità.Il desiderio, inoltre, mentre si dilata con lo scorrere del tempo, si purifica, si approfondisce, regala in anticipo qualcosa della gioia che si attente. Sia come caparra di ciò che si compirà sia, e forse molto di più, perché è proprio nel desiderare che si allarga lo spazio per poter contenere la pienezza che giungerà... Ciò che si ottiene subito sazia solo nell’istante del consumo.
Desiderio di felicitàQuesto ‘essere alba’ del desiderio ha la sua radice nel desiderio più grande e infinito che è nascosto nel cuore di ogni uomo, il desiderio che li raccoglie tutti: il desiderio di felicità. Ma cos’è la felicità? Come si diventa, o meglio, come si è felici? La felicità proviene ‘da fuori’ o da ‘dentro’ sé stessi?
Nel nostro cuore, nella parte più profonda che emerge quando abbiamo il coraggio di ascoltare, abita il desiderio di essere amati e di amare. Si sogna una famiglia, una moglie o un marito con cui condividere tutto, si sogna un amore per il quale osare spendersi del tutto, si sogna di essere amati per ciò che si è e di gustarne la gratuità e lo stupore.Sappiamo bene, però, anche di essere finiti. Conosciamo le ferite dei sogni infranti, delle promesse non mantenute, delle delusioni cocenti, degli sguardi che hanno rubato la nostra fiducia e ci hanno ben presto lasciato soli, più soli.
Questo amore desiderato, allora, è solo sogno o è realtà possibile? Poiché nel nostro cuore questo desiderio di felicità e di amore è così radicato, può semplicemente restare eluso o deluso?
Il sole che sorgeAll’orizzonte l’alba sale, la luce penetra e comincia a mostrare la sua sorgente, il sole rivela il suo volto. E’ il mistero del Natale. ‘Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna…’ (Gal 4,4). Nella pienezza del tempo venne il Figlio di Dio come ‘un sole che sorge’ (Lc 1,78), venne nel mondo come la luce vera, quella che illumina ogni uomo, per sconfiggere le tenebre della notte (Gv 1,1-18).
Quel Dio che è Amore (1Gv 4,8) che aveva posto nel cuore dell’uomo fin dalla creazione il desiderio di un amore vero, e in fondo il desiderio di Lui, è venuto per farsi incontrare, per stipulare una nuova Alleanza, per liberare i nostri desideri infangati e per orientarli verso la loro autentica realizzazione.
In Gesù che si fa piccolo per farci grandi, che sceglie la via dolorosa della condivisione della nostra umanità e si addossa le nostre ferite, noi troviamo ciò che senza saperlo stavamo cercando.Addirittura troviamo di più di quello che cercavamo. Cercavamo e siamo stati trovati. Abbracciati. Cercavamo amore e l’Amore stesso ci è venuto incontro. Desideravamo e siamo stati desiderati da quel Dio che in Gesù vuole fare comunione con noi: ‘rimanete nel mio amore’ (Gv 15).
E’ la Luce stessa che non può che illuminare, è l’Amore stesso che non può che amare e offrire tutto. Amore però che desidera essere accolto. L’amore chiede amore, per potersi riversare in pienezza e coinvolgere. Chi rimane in Lui porterà molto frutto e il tralcio che si chiuderà a tale linfa si seccherà. Senza il sole, senza la sorgente della luce, siamo nel buio; senza la sorgente dell’amore siamo nel vuoto, nella noia, nella desolazione… Quando cerchiamo altrove di saziare la nostra sete di felicità troviamo sempre più abbandono.
Il sole sale, illumina e scalda. Anche il nostro cuore in Gesù trova calore. E’ l’evento! La storia non è più la stessa. Non era pensato… accade l’impensabile: trovarsi in braccio un Dio infinito che per noi si fa carne, si fa pane. Ci svela così il suo volto e il suo nome: Amore, chiedendoci di lasciarci coinvolgere nel dono della sua vita.
 
Tardi ti ho amato,Bellezza tanto antica e tanto nuova;tardi ti ho amato!Tu eri dentro di me, e io stavo fuori, ti cercavo qui, gettandomi, deforme, sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le creatureche, pure, se non esistessero in te, non esisterebbero per niente. Tu mi hai chiamato e il tuo grido ha vinto la mia sordità; hai brillato,e la tua luce ha vinto la mia cecità; hai diffuso il tuo profumo, e io l'ho respirato, e ora anelo a te; ti ho gustato,e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato,e ora ardo dal desiderio della tua pace.
Agostino d'Ippona, Le Confessioni 10,27 
 
A confronto: Desiderio e desiderio negato
Gli uomini e le tradizioni religiose hanno affrontato in modi diversi il tema del desiderio. La filosofia orientale, ponendosi il problema di come eliminare il dolore, ha individuato nel desiderio la radice della sofferenza. Nella ricerca di non soffrire e non provocare dolore ha elaborato così un’etica con un profondo senso del rispetto che attraverso l’ascesi e la purificazione cerca l’eliminazione del desiderio.La via cristiana, invece, propone una via diversa: assume il desiderio cercando di educarlo. L’incontro con Gesù è così centrale da accogliere e riproporre l’invito ‘abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù’ (Fil 2,5)
 
sr Francesca Venturelli
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