GxG MagazineLa scuola di don Bosco family's

Al sostantivo «scuola», luogo dedito all'insegnamento e all'educazione dei ragazzi, aggiungiamo l'attributo «salesiana», che si fonda cioè sulla pedagogia e sui valori espressi da don Bosco.

GxG MagazineLa scuola di don Bosco family's

da GxG Magazine

del 23 marzo 2010

 

 

 

 

 

La scuola del buongiorno

Il verbo «educare» deriva dal latino «e-ducere», che significa «trarre fuori», «far uscire» dalla persona tutte quelle qualità positive che vanno valorizzate per poi essere messe al servizio degli altri.

La scuola salesiana si fonda su una proposta di formazione umana e spirituale esplicita. Questo aspetto viene concretizzato in varie iniziative extrascolastiche, ma principalmente nell’appuntamento quotidiano del «buongiorno». Al mattino, prima di iniziare le lezioni, tutte le classi si riuniscono per vivere un momento di ascolto, di condivisione e di preghiera.

Nella scuola primaria si punta soprattutto sul gioco: l’alunno deve sapersi divertire anche nel rispetto delle regole e degli altri compagni. Nel clima allegro e giocoso tipico della scuola salesiana, l’alunno scopre il valore dell’impegno e del rispetto e lo coltiva non come un’imposizione, ma con serenità.

Un tempo di scelte

In alcune scuole medie viene proposto il momento pomeridiano dello «studio» con l’intento di insegnare a vivere l’impegno in maniera piacevole. L’idea che viene trasmessa è quella di uno studio come dovere, basato sulla sana emulazione con gli altri compagni e sulla disponibilità reciproca nel sapersi aiutare.

Per quanto riguarda iniziative extrascolastiche vengono fatte delle proposte concrete per conoscere meglio la figura di don Bosco e per avvicinarsi di più al suo carisma. Si tratta di partecipare ai gruppi ADS (Amici Domenico Savio), che consentono di maturare una scelta spirituale ben precisa all’interno di un ambiente allegro e gioioso. Questo percorso di fatto si esplicita in modo differente alle superiori, quando il giovane è pronto a fare alcune scelte importanti su quella che sarà l’impostazione della propria vita. È un momento delicato, in cui il ragazzo spesso si trova spaesato e rischia di inseguire miti e mete sbagliate: è ora che l’educatore, l’insegnante, il salesiano intervenga per aiutare l’alunno a costruire delle basi solide per il proprio futuro. Questo viene fatto anche a scuola, soprattutto proponendo uscite e ritiri spirituali presso comunità cristiane che lavorano a servizio degli altri, dei meno fortunati.

L’obiettivo della scuola salesiana è quello di venire incontro alle esigenze di ogni singolo alunno, puntando su un rapporto di reciproca fiducia. Come don Bosco era «l’amico dell’anima» dei suoi ragazzi, così l’insegnante della scuola salesiana diventa un compagno di viaggio che educa e spinge l’alunno a fare del suo meglio per sé e per i compagni.

 

Perché hai scelto di lavorare in una scuola salesiana?

In primis non si è trattata di una scelta, ma di una proposta. All’epoca dovevo ancora terminare gli studi, non avevo molta esperienza, ma avevo deciso di buttarmi in questa nuova avventura. Una cosa era certa: volevo dedicare la mia vita ai bambini. Inoltre, il carisma di don Bosco, che già conoscevo, si sposava bene con i valori pedagogici in cui credevo. L’elemento che distingue la scuola di don Bosco dalle altre è l’esistenza di una proposta educativa esplicita che implica una maggior responsabilità formativa nei confronti degli alunni.

Mi sento di aver avuto la fortuna di incontrare delle colleghe che condividono con me l’amore per i bambini e la pedagogia salesiana. Sono felice di lavorare nella scuola di don Bosco anche se sono sicura che questi valori, questo clima di serenità e condivisione possono essere costruiti anche fuori. Lo stile salesiano è un’impostazione educativa che ormai fa parte di me.

Serena, maestra elementare a Tolmezzo

 

In cosa consiste la tua esperienza da «assistente» all’interno della scuola salesiana? 

La mia esperienza come «assistente in cortile» nella scuola media salesiana è nata un po’ per caso. Stavo ancora studiando scienze motorie quando mi hanno proposto di aiutare un salesiano nell’organizzare l’attività sportiva dei ragazzi delle medie. Sono contenta di questa opportunità perché mi permette di unire le mie due passioni: l’animazione nello stile di don Bosco e l’attività sportiva.

La scelta di continuare a lavorare all’interno di questo ambiente nasce principalmente dalla condivisione del valore dato al gioco a ai momenti ricreativi che sono fondamentali per la formazione dei ragazzi. Attraverso la modalità con cui il gioco viene organizzato si cerca di trasmettere i valori di responsabilità, del rispetto e dell’onestà fondamentali nel gioco, ma anche nella vita. Alcune semplici tattiche per raggiungere questo obiettivo sono: nominare dei capitani e vicecapitani con il compito di organizzare sempre la propria squadra assicurandosi che ogni compagno abbia la possibilità di giocare; assegnare l’arbitraggio ai ragazzi. Tutto questo vede noi assistenti non in disparte, ma sempre presenti in mezzo ai ragazzi, non solo per controllarli permettendo un gioco sereno, ma soprattutto per comunicargli che la nostra presenza è per loro.

Paola, assistente in cortile a Verona «don Bosco»

 

Quali sono le caratteristiche di una scuola salesiana?

Come prima cosa devo dire che tutta la mia istruzione è avvenuta in scuole statali e, solo adesso che sto vivendo il periodo di tirocinio a Castello di Godego so che cosa vuol dire essere in una scuola salesiana.

Cerco di dare alcuni aspetti che mi sembra di aver colto:

la scuola salesiana è una scuola cattolica, quindi alla base di tutto c’è un progetto educativo che si appoggia su delle fondamenta ben solide: Cristo Gesù; nelle scuole salesiana si cerca di far crescere in modo integrale la persona, quindi non solo nelle conoscenze tecniche ma anche in qualcos’altro… ecco allora il ruolo fondamentale che assume l’insegnamento della religione cattolica.

Massimiliano, tirocinante a Castello di Godego

Giulia Puntel

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