Benigni dice: “Le favole non insegnano ai bambini che i draghi esistono, oh no!, quello lo sanno già. Le favole insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere.”. I draghi esistono, bisogna che li conoscano. Ma non sarebbe bello pensare che, anche solo per un attimo, abbiamo suggerito come sconfiggerli?
del 31 agosto 2011
 
LA SPERANZA DIVAMPA 
“La speranza ha a che fare con la gioia di vivere. Suppone un futuro da attendere, da preparare, da desiderare.” (Lettera ai cercatori di Dio)             Come animatori ci concentriamo spesso sugli incontri da preparare: quale che sia l'argomento, cerchiamo di curarne la presentazione nei particolari, in modo da far passare un messaggio. Non sempre, però, ci rendiamo conto che messaggio e preparazione, in realtà, portano speranza. Di più, insegnano speranza. E' come leggere una favola ai bambini; Benigni dice: “Le favole non insegnano ai bambini che i draghi esistono, oh no!, quello lo sanno già. Le favole insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere.”. I draghi esistono, bisogna che li conoscano. Ma non sarebbe bello pensare che, anche solo per un attimo, abbiamo suggerito come sconfiggerli?  Partiamo ora anche noi da una favola, anzi, da una storia di J.R.R. Tolkien...ma la speranza che funzioni, sta a voi metterla.           È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso.            Le favole, a un certo punto, finiscono, e sai come continuerà la vita dei personaggi che hai amato solo se scriveranno un seguito. Per noi è diverso, abbiamo piccoli finali, che sono sempre un nuovo inizio, il che è bello, ma quanto spazio incerto...Ci sono cose brutte, grandi e piccole. Ed è giusto, nella vita come nell'animazione, che vengano fuori. E’ importante conoscere i draghi, per poterli sconfiggere. Bisogna che si parli anche di cose spiacevoli, perché esistono! Poi bisogna contrattaccare, e la speranza è un'arma davvero potente, perché è attiva, non ci permette di adagiarci, di sederci nella comoda irresponsabilità, spinge ad agire. Naturalmente, tutti gli eroi, o almeno quelli veri, hanno paura. La paura c'è, ci deve essere, è necessaria: la paura non è negativa, è segno che si cerca di cambiare qualcosa. Però ci si aggrappa alla speranza, spesso, non capendo le circostanze. Ma nell'aggrapparsi, quante sfumature ci sono? Infondo, c'è chi spera senza coscienza, lasciando a un incerto futuro il compito di autodeterminarsi.Non è speranza, è utopia. E la differenza è tangibile: la speranza parte dal reale, e col reale si trasforma. Piedi per terra, sguardo verso il cielo. Speranza è sacrificio, sapendo che Qualcuno ha sacrificato tutto per noi, puntando su di noi, e che, in futuro, nel suo piccolo, qualcun altro lo farà. Per noi, noi che siamo la speranza di Dio, la speranza profuma di resurrezione.            Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa.            Se la testimonianza richiede coerenza, lo stesso vale per la speranza. Coerenza nelle decisioni, nelle azioni, nei pensieri, non si oscilla, perché la via della speranza è dritta. Testimonianza è speranza: noi testimoniamo la speranza più viva, la più grande, quella che vale e costa una vita! Forse non esistono occasioni per tornare indietro, come nelle favole, ma ce ne sono fin troppe per rimanere fermi: la speranza è un fuoco, e come tutti i fuochi è forte, se soffi un po', ma se soffi nel modo sbagliato, si spegne. A differenza di ogni altra cosa, però, sempre si riaccende. Come? Aggrappandosi a ciò che di buono trova in noi. Quello che hai dentro può salvarti, oppure no. Ci stai lavorando? A cosa sei aggrappato? Quello a cui ti aggrappi sarà quello che testimonierai...scegli con cura. E spera. C'è del buono in questo mondo, padron Frodo. È giusto combattere per questo.   Il dialogo è tratto da un monologo di Sam in “Il Signore degli Anelli: Le Due Torri”, film del 2002 diretto da Peter Jackson e tratto dall'omonima opera di John Ronald Reuel Tolkien.Giulia Krajcirik
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