I giovani sono sempre i destinatari preferenziali della missione salesiana, e lo sono anche nelle parrocchie. Un ambiente speciale in cui dare spazio ai giovani è l'oratorio o centro giovanile. Una parrocchia che si fa bar, attività estive, gruppi, coro, Caritas, servizi liturgici.
del 14 gennaio 2010
 
 
Occhio ai giovani
I giovani sono sempre i destinatari preferenziali della missione salesiana, e lo sono anche nelle parrocchie.Un ambiente speciale in cui dare spazio ai giovani è l’oratorio o centro giovanile. Una parrocchia che si fa bar, attività estive, gruppi, coro, Caritas, servizi liturgici. Una parrocchia che diventa vita e luogo concreto in cui vivere. Non un self service di sacramenti nè un fast food di ostie, ma una seconda casa in cui incontrarsi, lavorare ed avere il piacere dello “stare”. La parrocchia e la sua vita giovanile sono il luogo migliore per far maturare nei giovani il loro senso di Chiesa, la loro appartenenza.
Chiavistelli arrugginiti
Il volto della parrocchia salesiana deve essere veramente umano, fatto di accoglienza cordiale, di vicinanza solidale nelle gioie e nelle tristezze, e di semplicità di cuore. La parrocchia è la casa di tutti, specie dei poveri, emarginati e più lontani. La parrocchia è una casa accogliente perché cerca, invita e raccoglie le persone. Cancelli aperti, porte spalancate, chiavistelli arrugginiti dal nessun uso.
Questa fede è rock
Evangelizzare è la prima e più importante missione della Chiesa. Oggi più che mai in Europa, ed in Italia in particolare, l'evangelizzazione comincia dal proprio territorio di appartenenza. Non c'è dubbio che la nostra cultura non è più cristiana, e scambiare l’esame di coscienza per un test universitario non ci deve stupire più di tanto.Non dimenticare che don Bosco si sentiva parroco dei giovani senza parrocchia e perciò è stato capace di trasformare in pulpito i prati, le strade, le piazze, i giornali,…Potremmo rubare lo slogan a Celentano e dire che la parrocchia dovrebbe essere capace di proporre una vita cristiana che non puzzi di naftalina, ma sappia dare alla fede la travolgente grinta del rock.
Tra il campanile e la famiglia
La parrocchia è una comunità cristiana, ecclesiale, che diventa spazio di riferimento per tutti i fedeli, ma è tale nella misura in cui diventa una vera comunità. Cosa c’è di più facile per capire cos’è la comunità se non pensare ad una famiglia? C’è bisogno di lasciare le cose in ordine, si chiede la collaborazione di tutti, ci sono mansioni specifiche, ognuno coltiva degli interessi, a momenti di festa se ne alternano altri di difficoltà… Tutto proprio come con mamma, papà e fratelli. La parrocchia può essere anche la tua seconda casa se sei disposto a volerle un po’ di bene.
 
 
Le tre parole d'ordine della parrocchia salesiana: evangelizzare, fare cultura cristiana, promozione umana.
Se vuoi saperne di più (e meglio) cerca suwww.donboscoland.it l’intervento del Rettor Maggiore al corso di formazione di parroci salesiani e direttori di oratorio, gennaio 2008.
 
Una pazza “pazzia”
Cosa c’è di speciale a Santa Croce (Verona)? A questa domanda esistono un miliardo di risposte e forse più! Ma sicuramente la cosa che rende unica questa parrocchia è la tradizione che gli animatori tengono viva da quando sono nati: le foto pazze!
Cosa sono le foto pazze? È semplice! Sono tutte quelle foto scattate ai campi scuola o alle gite che hanno lo scopo di ritrarre i soggetti in pose assolutamente assurde e divertenti. Da soli o in gruppo, a testa in giù o dentro ad un pentolone, appesi a degli stendini o a rosolare sopra il barbecue… La ricetta? È la fantasia! Questo “concorso” non ha lo scopo di trovare un reale vincitore ma di far divertire animatori e ragazzi mettendosi in gioco e passando del tempo insieme ridendo come matti! Provare per credere!
Ilaria
CHEPO: Che Pomeriggio
Al Collegio don Bosco di Pordenone, il pomeriggio si colora offrendo un servizio di doposcuola mirato alla partecipazione di ragazzi dalla V elementare alla II superiore appartenenti a circa otto nazionalità differenti.
Questa iniziativa parte per la sua seconda edizione e vedrà i giovanissimi iscritti relazionarsi con gli educatori che, dal lunedì al venerdì, prestano servizio seguendoli nelle attività di studio.L’iniziativa si chiama “Che Pomeriggio”, ed è costituita da due attività: nelle aule, differenziate per materia d’interesse, vengono accolti i ragazzi per fare i compiti; ci sono poi i laboratori: espressivi, sportivi e manuali.
Uno sposalizio allettante fra studio e divertimento, unito dalla familiarità propria dello stile salesiano. Un altro modo per fare parrocchia e voler bene ai giovani!
Lisa
20 anni portati bene
9 novembre 1989: cade il muro di Berlino. 15 luglio 1989: i Pink Floyd suonano a Venezia davanti a 200.000 persone. 14 settembre 1989 primo passo verso l'abolizione dell'Apartheid in Sud Africa. 8 dicembre 1989 a Pavia di Udine arrivano le suore salesiane e nasce l' Oratorio don Bosco.Qualcuno chiederà: cos’è che rende la nascita del nostro oratorio uno dei grandi fatti della storia contemporanea (a parte la faziosità di chi scrive)?
L’oratorio vent’anni fa era un granellino di senapa: in tutto due calcetti e un bel prato. Pian piano è cresciuto ed ha allargato i suoi rami: dal doposcuola al sito internet, dalle attività estive al coro, al commercio equo e solidale, facendosi carico della crescita umana e cristiana dei giovani delle nostre sette parrocchie al grido di “basta che siate giovani perché vi ami assai!”.
Ma sapete perché tutto questo è straordinario? Noi, che vent’anni fa c’eravamo, possiamo dirvi che in 20 anni l'oratorio non è cambiato per niente. Continua a modificare le sue attività, senza cambiare. Il segreto ce l’ha svelato don Bosco: l'oratorio non è un luogo o un’attività, ma uno spazio di relazione dove tutto era, è e sarà al servizio della gioia e della crescita di chi lo vive. Oggi come 20 anni fa.
Suor Linda
Chiara Bertato
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