E Dio non è un pidocchioso come spesso siamo noi, che stiamo al lesinare, a calcolare, a farci rincrescere tempi e gesti di generosità. Dio si mette in gioco tutto, il premio della nostra fede è lui, sono le sue braccia, è il suo cuore, la sua pace, la sua bellezza e bontà.
del 10 novembre 2006
 
Spesso si dice: ci sarà qualcosa oltre questa vita? C'è qualcosa di là? Stiamo qui tanto a soffrire, a lavorare, a faticare per tutti, ma avremo davvero un premio? O non val forse la pena di fare i furbi come fanno tutti? C'è ‘ste paradiso o è un pio inganno per noi poveracci e sfortunati?
Impostato così il problema sembra che credere in Dio sia una sorta di commercio. Io ti do e tu mi dai. Io mi comporto bene e tu mi premi. Io pago la polizza e poi vengo riscuotere. Sembra quasi che la religione sia una assicurazione. Se ti comporti bene, se vai a messa tutte le domeniche si abbassa il colesterolo, non ti viene l'infarto. Abbiamo proprio ridotto la fede a quel prodotto che ti allunga la vita, come il telefono.
Se credere in Dio è un atto di amore, l'amore si porta dentro la sua gioia e la sua pienezza. La sua gioia, proprio perché è un cuore che ama, non ti pesa quello cui rinunci, quello che fai per vivere bene l'amore che doni.
Da quando in qua due innamorati stanno a farsi rincrescere i tempi dell’attesa, i regalini che si sono fatti, le ansie, i tempi dello stare insieme, l'aver lasciato impegni e amici per potersi incontrare?
Quando cominceranno a presentarsi la lista delle cose che uno ha fatto per l'altra, l'amore sarà già finito da un pezzo. E noi a Dio presentiamo la lista dei meriti? Io ho fatto questo, quest'altro... Io solo, io... C'era nel Vangelo un fariseo che ragionava così, che credeva di poter guardare Dio negli occhi, tanto si sentiva tronfio e gonfio di sé.
Se Dio è amore, come ci ha ricordato nella sua prima grande lettera papa Benedetto, è già lui il centuplo che otteniamo per tutto quello che gli mettiamo a disposizione. E Dio non è un pidocchioso come spesso siamo noi, che stiamo al lesinare, a calcolare, a farci rincrescere tempi e gesti di generosità. Dio si mette in gioco tutto, il premio della nostra fede è lui, sono le sue braccia, è il suo cuore, la sua pace, la sua bellezza e bontà. Non sono i suoi vitelli che ci interessano, ma è lui. Perché è sempre e solo lui la speranza vera.
mons. Domenico Sigalini
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