La routine quotidiana è l'unico motivo che ti spinge ad alzarti dal letto, anche quando vorresti rimanere sotto le coperte, che ti permette di continuare a vivere nel mondo “inventato” che con tanta cura ti sei creato. Fai fatica ad accettare il presente che ti appare falso, limitato e insoddisfacente. Ti accontenti di fumare e bere con gli amici, di andare a ballare il sabato sera e di “sballarti”.
del 25 giugno 2012(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));
 
Tema che ho proposto: “Ho misurato con la mia ragione i confini dell’isola e ho scoperto l’oceano – Wittgenstein”
          Il rischio per un giovane di oggi è vivere la propria vita dentro i confini di un’isola, senza accorgersi che tutt’intorno esiste l’oceano infinito. Ma questo oceano infinito è più prossimo, più vicino di quanto pensiamo: è il nostro cuore, il nostro desiderio (de-sidereus= mi mancano le stelle), la nostra voglia di amare (a-morior= non voglio morire; altro che scappatella con la/il morosa/o!). L’unico modo per scoprire o riscoprire l’infinito è un incontro, l’avvenimento di un incontro che risvegli il nostro cuore assopito, addormentato, drogato dal potere. L’amicizia vera è questa possibilità di incontro, altrimenti è perder tempo insieme, buttar via la vita insieme e questo non possiamo permettercelo. Il sabato sera per molti giovani è il tempo della non vita, il tempo di una distrazione vuota, il tempo da passare insieme a far niente, a non pensare, fare notte o fare mattina per tornare a casa più tristi di prima, unico rimedio solo il dormire, fino a mezzogiorno. Prova a mettere il naso fuori dall’isola per scoprire l’oceano.
 
          “Spesso si sente dire che la vita è fatta per essere vissuta pienamente, che i desideri sono fatti per essere colmati, i sogni per essere realizzati e le persone per essere amate. Ma è davvero così?
          Ogni mattina, ogni singolo giorno della tua esistenza, ti svegli con la consapevolezza di dover affrontare la realtà, quella stessa realtà che poi spesso ti delude; ti svegli con la certezza di dovere lottare.
          La routine quotidiana è l’unico motivo che ti spinge ad alzarti dal letto, anche quando vorresti rimanere sotto le coperte, che ti permette di continuare a vivere nel mondo “inventato” che con tanta cura ti sei creato. La routine costituisce quella monotonia che ti permette di fare tutto a occhi chiusi, perché non senta più il bisogno di affacciarti sul mondo, un mondo che pensi di conoscere nei minimi dettagli. Ti ritrovi così su un’isola, la tua isola, quella ai confini della terra, la tua piccola porzione di paradiso, circondata da un oceano che, per un motivo o per un altro, non hai ancora esplorato. Fai fatica ad accettare il presente che ti appare falso, limitato e insoddisfacente. Ti accontenti di fumare e bere con gli amici, di andare a ballare il sabato sera e di “sballarti”. Per che cosa? Per non rimanere fuori dal giro, perché sai che altrimenti saresti ancora più solo di come già realmente ti senti.
          Rimani immobile, così come rimane impassibile un albero, nonostante il vento. Ti senti scosso, continuamente sollecitato dal mondo esterno, ma non hai la voglia, o forse il coraggio, di buttarti. Ma la vita è una sola e se non accetti ciò che ti offre, la sfida che ti lancia, non ti resta che appoggiarti alla tua immaginazione, a quella stessa dolce fantasia, grazie alla quale aspetti un cambiamento, perché anche la routine e le tue piccole certezze alla fine si riducono a noia.
          Ma se la vita è fatta per la novità, può un incontro scandire in qualche modo la tua esistenza? Chiunque di noi se ripercorresse alcuni tratti del proprio cammino di vita, potrebbe dire che ci sono stati degli incontri che possono essere considerati come dei veri e propri eventi. Sì, qualcosa di inaspettato e improvviso come un incontro, può cambiare la vita.
          Alcuni potrebbero insinuare che anche la malattia, la nascita o la morte di qualcuno, o semplicemente un colpo di fortuna possono cambiare la vita. Mi dispiace deluderli, ma sono certa che non sia così. Quello di cui sto parlando è un cambiamento profondo, è qualcosa che ti arricchisce l’anima e il cuore, che ti lascia inebriato, stupito.Questo fatto, questo grande tesoro, si chiama amicizia.
          Il dizionario dice: “Legame affettuoso tra due o più persone, nato dalla consuetudine e dalla affinità di sentimento, tenuto saldo da una reciproca stima e considerazione”. Famosi scrittori, poeti, filosofi e una miriade di persone hanno cercato di descrivere l’amicizia, senza mai riuscirci o riuscendoci solo in parte. L’amicizia è tanto difficile da analizzare, quanto da trovare, ma è ancora più difficile da sperimentare. Spesso si dice che gli amici, i veri amici, si contano sulle dita di una mano. Sono pochi quelli che ti sostengono sempre e fino in fondo, che non se ne andranno anche dopo avere conosciuto la parte peggiore di te. L’amicizia è come un fiore, ha bisogno di cure e attenzioni per continuare a crescere, anche se si sa che pure i fiori più belli appassiscono. Trovare una persona nella quale ti riconosci e rispecchi in tutto e per tutto, non è facile, altrettanto difficile è riporre in lei una totale fiducia, ma i giudizi e i confronti esistono per un motivo. E’ un po’ come quando ti innamori, la gioia ti penetra in ogni molecola della tua persona, ma ci saranno sempre difetti o differenze di pensiero e giudizio rispetto all’altro. Ma resta il fatto che l’altro rimane un segno indelebile, qualcuno che non puoi dimenticare o ignorare.
          Dopo quell’incontro ti alzerai la mattina e farai entrare nella tua vita questa “brezza” di cambiamento e aprirai gli occhi perché avrai compreso l’importanza dei dettagli del reale; colorerai la tua esistenza e non lascerai appassire il tuo cuore, il tuo desiderio. E’ ora di reagire e di prendersi cura di quel “fiore”; è ora di vivere. Basta bugie, niente più eccessi, niente più confini invalicabili, niente più isola”.(Gloria, III superiore)
Bruschi Franco
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