I bulli e il giudice

L'impegno nel volontariato, lo studio a scuola, le scuse alle vittime insieme con la frequenza alla messa compogono l'immagine di un bravo ragazzo di paese. Resta da vedere se questa immagine funziona ancora.

I bulli e il giudice

da Attualità

del 22 febbraio 2011

        

         Due bulli vengono costretti dal giudice a impegnarsi a scuola e nel volontariato e ad andare a messa la domenica. Perplessità.

         La notizia è proprio curiosa. Due minorenni di Bassano del Grappa, colpevoli di gravi atti di bullismo, sono stati condannati dal tribunale dei Minori di Mestre, a impegnarsi nel volontariato, ad andare a messa tutte le domeniche, ottenere ottimi voti a scuola oltre a scusarsi con le vittime.

         I due saranno tenuti sotto controllo dagli psicologi dei servizi sociali del Comune di Bassano del Grappa. Il percorso dei giovani durerà un anno al termine del quale il giudice deciderà se considerare la vicenda chiusa o riprendere il percorso penale.

         La pena che fa discutere di più è l’obbligo di andare a messa la domenica. “Non credo, ha detto l’Abate di Bassano monsignor Renato Tomasi, che si possa imporre la fede come pena. Nessun giudice o norma – afferma – può imporre l’obbligo di andare a messa e in ogni caso chi dovrebbe controllare la loro fede? Non credo che i parroci possano farlo».

         Ineccepibile l’osservazione dell’abate. Ma chi deve controllare e che cosa? Il giudice non impone una fede, ma un comportamento: andare a messa. E questo può essere controllato da chiunque. Il problema semmai è se questo è il comportamento più adeguato per rimettere in riga i due bulli.

         Va notato un particolare. L’impegno nel volontariato, lo studio a scuola, le scuse alle vittime insieme con la frequenza alla messa compogono l’immagine di un bravo ragazzo di paese. Resta da vedere se questa immagine funziona ancora.

         Lecito qualche dubbio. Il dubbio poi fa rimbalzare un’obiezione: i ragazzi – di paese o di città – hanno ancora dei modelli ai quali riferirsi? O il fatto di essere senza regole – il bullismo è il classico atteggiamento degli “sregolati” - dipende anche da un altro fatto e, cioè, che non esistono modelli? L’unico modello possibile viene imposto per legge. Ma la legge non potrà mai far nascere modelli.

         E si può ragionevolmente pensare che la severità del giudice del tribunale dei Minori di Mestre incontrerà qualche ostacolo e, cosa ancora più grave, è possibile che i due bulli rimangano tali.

http://www.albertocarrara.it

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