Domenica la Chiesa proclamerà santa una coppia di sposi: i genitori di Santa Teresa di Lisieux...
del 15 ottobre 2015
«Preghiamo perché i padri sinodali ascoltino la Madre di Dio alle Nozze di Cana: Fate quello che vi dirà». É la conclusione dell’omelia tenuta ad Alencon lo scorso 8 ottobre, da monsignor Marc Aillet, vescovo di Bayonne (Francia), al termine di un pellegrinaggio che si è concluso alla casa natale di S. Teresina di Gesù Bambino. Infatti, mentre in Vaticano proseguono i lavori al Sinodo sulla famiglia, la Chiesa Cattolica domenica eleverà una coppia di sposi agli onori degli altari. É un aureola per due quella per i coniugi Luigi e Zelia Martin, i genitori di santa Teresa. Una realtà controcorrente in un mondo dove tutto si fa single e l’amore è sempre più liquido.
Monsignor Aillet, domenica la Chiesa proclamerà santa una coppia di sposi. Quale messaggio per le famiglie di oggi e per la Chiesa?
«Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa, hanno voluto vivere più vicino alla Parola di Dio, in tutta la sua dolcezza e nella sua esigenza. Il risultato di questo è stato che la loro vita personale e coniugale è stata trasformata dall’interno attraverso la pratica quotidiana dei sacramenti, in una relazione costante a Dio. In obbedienza alla dottrina della Chiesa, amandola, Luigi e Zelia hanno scoperto come meglio donare la loro vita: ai figli, ai parenti, ai poveri, alla loro Patria…».
E al Sinodo sulla famiglia, cosa può dire questa canonizzazione?
«La grazia della canonizzazione degli sposi Martin per la Chiesa, in occasione del Sinodo per la famiglia, potrebbe riassumersi così: essere all’ascolto dell’insegnamento di Cristo sul matrimonio e la famiglia è una via reale per vivere eternamente con Dio».
Come è nato il grande amore tra Luigi e Zelia?
«Questo amore si è preparato negli anni precedenti il matrimonio. Luigi e Zelia hanno camminato, ciascuno per la propria parte, mettendosi al passo di Dio. Preghiera, discernimento di un’eventuale vocazione, vita eucaristica intensa, lavoro, spirito di servizio…»
Un fidanzamento controcorrente?
«Questo camminare con Dio è anche la ragione per cui hanno potuto avanzare senza paura nel loro fidanzamento. Si sono custoditi l’un l’altra e si sono riconosciuti molto presto. Il loro cuore non era annebbiato. La scelta di avere una famiglia numerosa è apparsa assai presto».
Luigi e Zelia, genitori. Quali educatori furono?
«Ansiosi di trasmettere la carità, la fede e la speranza, ai loro figli, non hanno risparmiato nessun sacrificio: Messa quotidiana, separazioni per una scuola migliore, divertimenti condivisi nella gioia e nel ringraziamento».
Come hanno vissuto la sofferenza?
«Luigi e Zelia hanno ben presto compreso che la sofferenza fa parte del quotidiano della vita cristiana. In unione con la Passione di Cristo, essi hanno portato l’immensa tristezza della perdita di ben quattro figli piccoli… senza dimenticare il dramma famigliare del tumore di Zelia e la sua morte quando l’ultima piccola, Teresa, aveva appena cinque anni. Al termine della sua esistenza terrena, Luigi farà l’esperienza dell’ospedale psichiatrico con tutto quello che esso comporta come purificazione».
Luigi Martin diceva sempre che nella sua casa il primo ad essere servito doveva essere Dio. Oggi questa sembra una provocazione o una follia irrazionale. Ma non sarà, invece, che proprio questa potrebbe essere la soluzione alla crisi del matrimonio e della famiglia?
«Assolutamente. Cerchiamo il Regno di Dio e la Sua giustizia e tutto il resto ci sarà donato in più, così possiamo leggere nelle Sacre Scritture. Nella liturgia, nel rapporto con gli altri, nella nostra vita morale, noi siamo chiamati a partire da Cristo. “Dio o niente” ha scritto il cardinale Robert Sarah».
di Lorenzo Bertocchi
tratto da: http://www.lanuovabq.it
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