Il papa ha concluso la visita di due giorni in Sri Lanka e ora è il turno delle Filippine. Migliaia di persone all'arrivo del pontefice, un'attesa cresciuta in modo particolare nelle ultime settimane...
"Papa Francisco benvenido!": centinaia di giovani in maglietta bianca sulla quale spicca il logo della visita del papa nelle Filippine hanno accolto cantando e ballando Francesco all'arrivo all'aeroporto di Manila. Il pontefice ha concluso la visita di due giorni in Sri Lanka con una visita alla cappella di "Our Lady of Lanka" (Nostra Signora di Lanka) all'interno dell'Istituto culturale Benedetto XVI con l'obiettivo di collaborare con le istituzioni del paese per la ricostruzione necessaria dopo la sanguinosa guerra civile durata trent'anni. Un primo effetto del messaggio di riconciliazione nazionale portato da papa Francesco è stata la liberazione di 612 detenuti, 575 uomini e 37 donne, autorizzato ieri dalle autorità srilankesi. Adesso è il turno dei filippini di accogliere gesti e parole del vescovo di Roma. Un'attesa cresciuta in modo particolare nelle ultime settimane, come conferma ad Aleteia il rettore del Pontificio Collegio Filippino di Roma, Fr. Gregory Gaston.
Una lunga preparazione ha scandito l'attesa del pontefice, è così?
Tutta la società filippina, non solo la Chiesa, non solo le istituzioni, si sono preparati con cura alla visita del papa. Anche i centri commerciali hanno dappertutto l'immagine di Francesco e in queste ultime settimane la gente si è messa in posa con molto entusiasmo per fare dei selfie con la foto del papa sullo sfondo. I mezzi di comunicazione commerciali hanno dedicato ogni giorno dai tre ai cinque minuti all'imminente arrivo del papa. Le diverse città che compongono Metro Manila hanno stabilito dei giorni di chiusura del lavoro per facilitare la presenza della gente ai vari momenti della visita del papa. I vescovi, da parte loro, hanno esortato i fedeli a preparsi alla visita non solo dal punto di vista "logistico" ma soprattutto in un'ottica spirituale, nello spirito dell'umiltà e della compassione che sono stati scelti per il logo della visita papale. Hanno chiesto di compiere un gesto di misericordia come insegnare il Vangelo ai bambini, aiutare un collega in difficoltà, fare visita a un detenuto.
Questa attesa coinvolge anche i più giovani?
I giovani sono i più entusiasti, perchè in genere sono abituati a vedere nelle persone adulte o anziane un padre o un nonno. Infatti nelle Filippine il papa viene chiamato "Lollo Chico", "lollo" da abuelo, cioè nonno in argentino, e "Chico" da Francisco, Francesco. I giovani guardano al pontefice come a un nonno che viene a visitarci. Hanno riempito i profili Facebook di immagini e parole di Bergoglio. Lo stanno aspettando con impazienza e l'incontro di domenica nell'Università Santo Tomas lo dimostrerà.
Quali sono i loro problemi?
Tanti giovani vivono in famiglie in cui almeno uno dei genitori perchè è all'estero per lavorare quando non sono fuori tutti e due. Molti crescono con i nonni o gli zii e non mancano le difficoltà. In questa situazione è particolarmente importante la presenza della chiesa perchè i giovani vivono la parrocchia come un'altra casa dove sono accolti e trovano una figura di riferimento nel sacerdote. In ogni parrocchia ci sono sempre diversi gruppi di giovani molto impegnati nelle varie attività.
La diaspora di milioni di filippini all'estero in cerca di lavoro è uno degli aspetti della povertà e delle forti differenze sociali che caratterizzano la società filippina: cosa ci si aspetta dalla visita del papa?
Il cardinale Tagle e gli altri vescovi insistono molto – lo hanno fatto anche al Sinodo sulla famiglia – sull'incidenza grave della emigrazione e della diaspora sulla tenuta delle famiglie. Come dice Tagle molti sposi si separano non perchè l'amore è finito, ma proprio per amore, perchè vanno fuori a lavorare per mantenere la famiglia e i genitori e dare un futuro migliore ai figli. Tutte le famiglie vivono questa situazione direttamente o indirettamente. Per questo il papa le incontrerà le famiglie e ne parlerà specificamente con loro. Questo darà materiale per la riflessione e il dibattito futuro.
E per la comunità filippina in Italia cosa rappresenta questa visita?
Qui a Roma dove c'è una grande comunità filippina - ogni domenica i sacerdoti filippini celebrano 57 messe, in parrocchie, conventi e altri locali - abbiamo la possibilità di vedere il papa due volte la settimana, tra udienza generale del mercoledì e Angelus della domenica, ma è completamente diverso sapere che il papa va nelle Filippine. Per noi è come accogliere un padre che si reca a visitare i suoi figli in terra molto lontana. La visita di Francesco a Tacloban, per incontrare le vittime del tifone Yolanda, è una spinta per tutti i filippini: se il papa viene da lontano a consolarci e aiutarci, noi che siamo nelle Filippine abbiamo un obbligo maggiore di aiutarci l'un l'altro.
Chiara Santomiero
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