Come proporre ai bambini e ai ragazzi la riscoperta della vita di Don Bosco? Quali percorsi attuare in questa contemporaneità complessa e sempre più digitalizzata? Quali strade percorrere affinché la narrazione possa diventare un'esperienza concreta?
del 26 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
La risposta l’abbiamo trovata nel gioco, tema molto amato da Don Bosco, ma anche di importanza rilevante nell’antropologia umana come ci ricorda Johan Huizinga nel testo “Homo Lundes”.
Un valore sottolineato anche dallo stesso don Bosco, che suggeriva ai suoi di amare ciò che amano i giovani, per comprenderli, per capirli, e per educarli nell’essere buoni cristiani e onesti cittadini.
 
 
Dal valore del gioco alla scelta del tipo di gioco.
 
Nella storia di Don Bosco i sogni hanno avuto un ruolo fondamentale, difatti San Giovanni Bosco è spesso ricordato come il “santo dei giovani”, ma anche come “il santo dei sogni”.
In particolare, il sogno che Don Bosco fa all’età di nove anni segna in modo indelebile la sua esistenza e ne traccia il percorso con tanto di obiettivo, all’apparenza irrealizzabile, di trasformare i “lupi” in “agnelli”.
In realtà Don Bosco non solo realizzerà il proprio sogno coinvolgendo migliaia di giovani in tutto il mondo attraverso le opere salesiane, ma avrà anche la possibilità di verificare che si è trattato veramente di un “sogno per tutta la vita”: sia perché tutta la sua vita è stata spesa nel dedicarsi al bene dei giovani , sia perché al termine della sua esistenza, ha avuto l’occasione concreta di fare un ennesimo “sogno ad occhi aperti”, durante il quale ripercorrere come in un film tutta la propria vita e accorgersi che la promessa della “Signora maestosa”: «A suo tempo tutto comprenderai» è stata pienamente realizzata.
Scoprendo la storia di Giovannino Bosco attraverso il gioco di carte, i bambini e i ragazzi potranno comprendere dalla sua esperienza quanto sia importante, che mentre “sogniamo la nostra felicità”, esiste un “sogno più grande” che ci comprende e che, se siamo capaci di fidarci e di affidarci a “Colui che ci ha sognati da sempre”, vivremo una “vita da sogno”!
 
La vita di Don Bosco è stata indubbiamente molto complessa e carica di vicende, ma ci è sembrato che nel sogno dei 9 anni, fosse presente quella sintesi delle cose che ha fatto da “filo rosso” di tutta la sua opera.
Un lavoro costate e infaticabile nel cercare di educare i ragazzi “monelli” a essere consapevoli della giusta via che porta al bene e alla gioia vera. Una gioia che porta a Cristo, attraverso il sapiente aiuto di Maria, maestra e compagna nel viaggio della vita di Don Bosco dalla quale saprà apprendere il metodo per “farsi amici” i ragazzi”.
 
 
«Non con le percosse …»
 
Ciò che ci premeva di più era dare vita ad un progetto che potesse, proprio all’inizio del triennio in preparazione al Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, diffondere tra un maggior numero possibile di bambini e ragazzi il “sogno dei 9 anni”.
L’impegno nella realizzazione del gioco “I Have a Dream” è stato quello di identificare il gioco corretto che piacesse ai giovani, utilizzando la forma che loro cercano e desiderano. Il gioco delle carte, nello stile “Pokemon”, “Yu-gi-oh!”, “Magic”, è sembrato proprio quello adeguato per la sua capacità di mettere in relazione le carte e gli effetti che esse producono.
Si arrivati alla scelta di creare un gioco, attraverso la collaborazione con tecnici del settore grafico/comunicativo, per progettare un “prodotto” non solo di respiro editoriale, ma con la velleità di tentare di competere almeno un po’ con i giochi che gli stessi ragazzi trovano in libreria.
Per questo motivo è stato coinvolto un illustratore Paolo Vicenzi e Oragiovane Edizioni. Da questo incontro ne è nata innanzitutto un’amicizia ,che ha portato, attraverso un dialogo costate sul progetto, a una maturazione non solo dei presupposti iniziali, ma anche a una valorizzazione del contenuto stesso.
Spesso il mercato ci propone il “bello”, ma non sempre accompagnato dal “buono”; nella maggior parte dei casi il bello nasconde un “brutto”. In questo caso, attraverso il gioco “I Have a Dream” si è voluto riproporre il vecchio binomio: “bello e buono”!
Ne è uscito un prodotto di grande completezza, sia dal punto di vista della giocabilità e dell’attrattiva, ma soprattutto dal punto di vista educativo.
 
Già in queste prime battute di inizio anno il gioco sta riscuotendo piccoli successi:
            • il lancio del gioco domenica 4 dicembre 2011 in occasione dei due Convegni Preadolescenti del Movimento Giovanile Salesiano di Lombardia ed Emilia, ha visto la realizzazione di due tornei di “I Have a Dream”, in contemporanea a Melzo (MI) e a Bologna, con il coinvolgimento di oltre 300 ragazzi e ragazze;
            • la proposta di organizzazione di momenti di gioco con le cards (tornei, sfide, etc…) in numerosi oratori e parrocchie per festeggiare l’imminente festa di San Giovanni Bosco;
 
Non perdete l’occasione per procurarvi “I Have a Dream” e proporre un divertente gioco, che attraverso le 64 cards illustrate, aiuta i più piccoli a calarsi nella realtà del Sogno dei 9 anni e riscoprirne i protagonisti e le loro azioni.
 
 
Per info:
·         MGS Lombaria Emilia
·         Oragiovane
Stefano Arosio
Versione app: 3.25.0 (fe9cd7d)