Introduzione
del 11 gennaio 2007
 INTRODUZIONE
 
È il periodo di massimo sviluppo delle idee di don Bosco circa il 'sistema preventivo', che trova al vertice la sorprendente enunciazione della formula, che lo consegnerà alla storia della pedagogia.
L’evoluzione e l’elaborazione presentano due fondamentali caratteristiche: 1) l’esperienza e la riflessione non sono più di don Bosco quale sacerdote diocesano impegnato a portare avanti con responsabilità personali i suoi 'oratori', ma diventano compito di un 'fondattore religioso', che prosegue la sua iniziativa primigenia in armonia, collaborazione, solidarietà con i membri della 'Società di san Francesco di Sales', da ridurre a unità di spirito e di metodo operativo; 2) la progressiva evoluzione dell’opera, che accanto agli 'oratori' dà sempre più spazio alle forme educative 'collegiali' (anticipate con la 'casa annessa' all’Oratorio di Valdocco), influisce anche a dare una fisionomia nuova al suo 'sistema', che assumerà tratti chiaramente 'collegiali' nelle pagine del 1877.1
Come superiore della società salesiana da poco costituita,2 ma non ancora approvata (manca lo stesso cosiddetto 'decretum laudis'), don Bosco, alla fine di ottobre 1863, indirizzata a don Rua, primo direttore di una comunità religiosa e educativa salesiana situata fuori Torino, a Mirabello Monferrato, una lettera orientativa che diventerà dal 1871 un documento importante di spiritualità e di pedagogia per la congregazione, i Ricordi confidenziali ai direttori.
Splendido documento di 'pedagogia oratoriana' sono le Memorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales, che, evidentemente, appartengono al genere narrativo-tipologico. Esse sono insieme rievocazione, dimostrazione apologetica, interpretazione teologica, proposta paradigmatica e programmatica: nelle intenzioni originarie dell’autore rigorosamente riservate ai membri della sua società religiosa. Essa è la prima di quelle sintesi di spiritualità e di pedagogia rivolte alla congregazione salesiana che escono dalla penna di don Bosco in anni di intensa strutturazione e stabilizzazione della sua Soccietà religiosa, rappresentante dai Ricordi ai missionari (1875), la composizione delle pagine sul sistema preventivo (1877) e il suo rapido inserimento (verso il mese di novembre) nel Regolamento per le case, la celebrazione del Capitolo generale (1877), la pubblicazione del duplice Regolamento, per gli esterni e per gli interni. È sintomatico che a pochi mesi dalla redazione delle pagine sul sistema preventivo e a poche settimane dalla loro edizione a stampa, don Bosco nel corso del Capitolo generale raccomandi 'il nostro sistema preventivo'.3
Quanto all’accentuazione educativa e sociale si può rilevare che almeno due documenti si collocano decisamente su opposte posizioni. Di carattere decisamente educativo è il dialogo tra don Bosco e l’insegnante elementare Francesco Bodrato del 1864. È interessante notare che rispetto alla conversazione con Urbano Rattazzi, pubblicata nell’ottobre-novembre del 1877, la prima parte del dialogo, composta tra il 1880 e il 1881, rappresenta una versione più arcaica: non si parla di sistema preventivo e si enunciano soltanto due dei suoi principi divenuti poi classici, ragione e religione. Non si sa da chi il redattore del testo possa aver vuto conoscenza del dialogo, il conte Cays: egli aveva emesso i voti salesiani l’8 dicembre 1877 ed era stato ordinato sacerdote il 20 settembre 1878 e non doveva aver avuto conoscenza personale del Bodrato. Sul fronte sociale si situa, invece, il promemoria a Francesco Crispi del febbraio 1878.
 
NOTE:
1Sul processo di 'collegializzazione' delle istituzioni di don Bosco, cfr. P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, vol. I, pp. 121-127; ID., Don Bosco nella storia economica e sociale (1815-1870), pp. 123-157.
2Al 14 maggio 1862 risale la professione dei voti del primo gruppo di soci.
3Verbali, quad. III 55.
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