Il beato John Henry NewmanIV parte

Venti cartoline raccontano l'illustre filosofo e fondatore del Movimento di Oxford

Il beato John Henry NewmanIV parte

da Teologo Borèl

del 16 settembre 2010

 

          16 - A Newman era stato proibito di adottare il proprio sistema di lezioni individuali all’Oriel College, ma sarebbe diventato lo standard sia a Oxford sia a Cambridge dal 1900, perché Newman iniziò a esercitare la più grande influenza sull’educazione universitaria nel mondo anglosassone con il suo “Idea di università” – l’esposizione dei suoi piani per l’Università di Dublino, da lui fondata e diretta dal 1852 al 1858.

          Per Newman, una educazione liberale dovrebbe allenare la mente e il carattere, in maniera da renderlo ricettivo a qualunque formazione professionale successiva. “E’ un errore sovraccaricare la preparazione liberale con la virtù o la religione, così come con le arti meccaniche”. E si dovrebbe insegnare la teologia perché, se è vera, è parte di tutto il vero sapere. In un’università cattolica la religione dovrebbe essere insegnata dai cattolici ma, per esempio, gli anglicani dovrebbero insegnarla a Oxford e i presbiteriani a Edimburgo.

          “Gli uomini istruiti possono fare ciò che gli illetterati non possono; e un uomo che ha imparato a pensare, a ragionare, a comparare, a discriminare, ad analizzare, che ha raffinato il suo gusto, formato il suo giudizio, affinato la sua visione mentale, non sarà solo un buon avvocato, o un oratore, o un chimico, o un geologo, o un antiquario, ma avrà raggiunto quello stato dell’intelletto in cui può dedicarsi a una qualsiasi delle scienze o delle vocazioni che ho citato, o a qualunque altra per cui ha gusto o un talento speciale, con una facilità, una grazia, una versatilità e un successo sconosciuti a chiunque altro”.“Un’educazione liberale non si occupa di rafforzare l’anima contro le tentazioni o di consolarla nelle afflizioni, non più che di insegnare a mettere in moto un telaio o dirigere una carrozza a vapore…

          E’ un rattoppo per i nostri cuori se migliora le nostre circostanze temporali. Scavate il granito con un rasoio o ormeggiate una nave con un filo di seta; allora potrete sperare, con strumenti delicati e acuti come la conoscenza e la ragione, di lottare contro quei giganti, la passione e l’orgoglio”.

          17 - Un prestito dei Rothschild permise a Pio IX di tornare a Roma nel 1849 per rimettere gli ebrei nel ghetto, erigere una ghigliottina e accendere un falò per tutte le bibbie italiane distribuite da Mazzini in piazza del Popolo. Giusto per confermare i preconcetti della protestante Inghilterra, Pio IX procedette a dividere l’isola, felicemente eretica, in diocesi cattoliche e a nominare prelati sotto il nuovo cardinale arcivescovo di Westminster, Nicholas Patrick Stephen Wiseman. Il movimento antipapista protestò pubblicamente, mentre il primo ministro, Lord John Russell, parlò di “invasione di un reame sovrano”. Per Newman, che predicava all’assemblea dei vescovi, questa era “una seconda primavera”.In un mondo materialista dove la vita doveva condurre alla morte, ora si assisteva al miracolo di un morto che tornava in vita. Secondo il censimento del 1851, il gregge complessivo di questa nuova tornata di vescovi era di 165 mila cattolici. Newman aveva sempre criticato i vescovi anglicani di essere troppo deboli rispetto allo stato secolare e ai loro laici. Ora lui stesso si trovava ad attaccare i vescovi cattolici che ignoravano ostinatamente i laici – incluso il vescovo di Roma sull’Immacolata concezione e sull’infallibilità del Papa.

          I vecchi cattolici stavano dalla parte di Newman; i nuovi cattolici – i convertiti anglicani come il cardinale Manning, arcivescovo di Westminster, e il ciambellano papale, monsignor George Talbot – gli fecero guerra e venne segnalato a Roma per eresia dal vescovo di Newport (in Galles!!). “Qual è il terreno dei laici? Cacciare, sparare, divertire. Queste sono cose che capiscono, ma non hanno alcun diritto di immischiarsi nelle questioni ecclesiali… Il dottor Newman è l’uomo più pericoloso di tutta l’Inghilterra” (da una lettera di Talbot a Manning).

          Per Newman (“Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina”), “la tradizione degli apostoli, affidata alla chiesa intera, si manifesta in vari modi e in vari tempi: a volte attraverso la bocca dell’episcopato, a volte attraverso i dottori, a volte attraverso la gente, a volte attraverso la liturgia, i riti, le cerimonie, le consuetudini, gli eventi, le dispute, i movimenti e tutti quei fenomeni che sono compresi sotto il nome di ‘storia’. Ne consegue che nessuno di questi canali della tradizione va trattato con disprezzo”. Per Newman erano stati i laici a impedire ai vescovi di diventare ariani! Era totalmente in disaccordo con il Vaticano I, mentre per Paolo VI il Vaticano II era “il concilio di Newman”.

          18 - Nel 1864, il reverendo Charles Kingsley, parroco esemplare, cristiano socialista, sostenitore di Darwin, professore regio di Storia a Cambridge e noto scrittore di romanzi storici, scrisse in una recensione alla “Storia d’Inghilterra” del cognato, J. A. Froude, che “la verità per amore della verità non è mai stata una virtù per il clero romano. Padre Newman ci informa che non c’è bisogno che lo sia, e tutto sommato non deve esserlo”.

          Era anche un attacco personale, dal momento che era pure il cognato di Hurrell Froude. Proprio il Movimento di Oxford e i sermoni di Newman avevano procurato a Kingsley enormi difficoltà nel convincere al matrimonio la sua promessa sposa Fanny Froude, invece di entrare in uno dei nuovi conventi del Movimento. Kingsley rappresentava il cristianesimo muscolare dell’altro grande educatore e moralista vittoriano, Thomas Arnold, preside della Scuola di Rugby e padre della scuola pubblica inglese. Era l’alternativa all’evangelismo del Movimento di Oxford e puntava a trasformare la progenie della classe media in paladini del “fair play” nei confronti dei “vicini” meno fortunati, così come sui campi da rugby o da cricket.

          Nella sua replica magnificamente scritta, “Apologia pro vita sua”, Newman riconosce il fallimento della sua “via media” tra cattolici romani e chiesa d’Inghilterra del 1839, pur essendo rimasto prete anglicano per altri sei anni – e per altre ottomila parole! – prima di “passare a Roma”. Sembrano “stratagemmi”, l’opposto del “fair play” per cui si può rompere lo spirito piuttosto che la lettera del gioco, per cui “non importa se hai vinto o perso, ma come hai giocato!”.

          19 - In questi ultimi giorni tutto tende verso l’ateismo”, scriveva Newman. C’era poco spazio per l’incanto nel mondo utilitarista del progresso scientifico, tecnologico e della salute pubblica sotto il mantello dello stato secolare. La replica di Newman fu il suo “Grammatica dell’assenso”, che provava l’esistenza di Dio in questo nuovo contesto. La risposta di Pio IX fu il “Sillabo dei principali errori del nostro tempo” (1864) che scagliava un anatema sul mondo moderno.

          Nel 1870, l’anno di Roma capitale e della Comune di Parigi, Pio IX con infallibilità papale minacciava una guerra civile religiosa. Era la risposta alla Kulturkampf di Bismarck contro il nemico interno del cattolicesimo tedesco. Poi nel 1874 i ministri cattolici irlandesi, votando su ordine dei loro vescovi, fecero cadere il governo liberale di Gladstone, un politico molto aperto al cattolicesimo e all’Home Rule irlandese. Gladstone ora scriveva che i convertiti cattolici stavano consegnando le loro libertà politiche e morali al Papa. Il conseguente attacco di Newman ai compagni cattolici giunse fino al Papa. “Ho la profonda sensazione che i cattolici possano abbondantemente ringraziare se stessi, e nessun altro, per avere alienato da loro, così religiosi, un’anima (come quella di Gladstone).

          Ci sono alcuni di quelli tra di noi – e dev’essere confessato – che negli ultimi anni hanno mantenuto una condotta come se le parole in libertà e le azioni autoritarie non comportassero alcuna conseguenza; hanno detto verità nelle forme più paradossali, e tirato i principi finché non stavano per spezzarsi; hanno fatto ampiamente del loro meglio per incendiare la casa, per poi lasciare ad altri il compito di spegnere le fiamme”.

          20 - Il cardinale arcivescovo Manning e il vescovo di Birmingham Ullathorne fecero tutto quanto era loro possibile, salvo poi smentire tutto, per nascondere il berretto cardinalizio che il capo laico della chiesa cattolica inglese, il duca di Norfolk, voleva proporre a Papa Leone XIII. Alla fine Newman ricevette lo zucchetto il 13 maggio 1879. “La nube mi ha abbandonato per sempre”. Scelse come motto “cor ad cor loquitur”. Ma per quanto riguarda il cuore di Newman? Nel 1875 morì padre Ambrose St John, “amico particolare” e factotum.

          “Ringrazio Dio per avermi dato per trentadue anni non solo un amico affezionato, ma un aiuto e un sostegno come dovrebbe essere un guardiano dall’alto, rendendo agevole il mio cammino in mezzo alle difficoltà, rinfrancandomi con la sua presenza solare, così come Raffaele aveva caricato su di sé il peso di Tobia. Non riesco a pensare a come avrei potuto riuscire in qualcosa senza il suo aiuto. Dio sapeva quanto fossi timoroso e impreparato, per questo me l’ha dato. Proprio quando tutti gli amici protestanti e i convertiti mi furono tenuti lontano e dovetti stare da solo, lui era venuto da me come Rut a Noemi. Da quando è morto mi rimprovero di non avergli espresso appieno quanto sentissi il suo amore”.

          Era stato St John a permettere a un uomo così concentrato su di sé come Newman di assolvere i suoi compiti – proprio come la moglie del parroco nella tradizione anglicana. Il loro vero connubio fu la tomba che condivisero per espresso comando di Newman. Newman era un santo? Fece di tutto per renderlo impossibile, facendo mettere del concime nella propria bara, così che ora tutto ciò che ci rimane sono le targhe della bara sua e di Ambrose, senza altro da venerare o da denigrare!

Richard Newbury

http://www.ilfoglio.it

Versione app: 3.25.0 (f932362)