Il decalogo di Benedetto XVI sul Rosario

Da due discorsi pronunciati è nato un meraviglioso decalogo che mette in luce la straordinaria preghiera del Rosario che la tradizione della Chiesa ha definito 'breviario del popolo'...

Il decalogo di Benedetto XVI sul Rosario

da Teologo Borèl

del 05 giugno 2008

Il Rosario è uno dei segni più eloquenti dell’amore. Il Rosario è memoria viva della storia della salvezza. Recitare il Rosario è porre, come Maria, Gesù nel proprio cuore.

 

Papa Benedetto ha voluto iniziare e concludere il mese di maggio – appena trascorso – con la recita e la meditazione dei misteri del Rosario.

 

L’ha iniziato, sabato 3 maggio, nella Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, primo Santuario mariano, dove si venera l’icona di Maria Salus populi romani e l’ha concluso, con straordinaria partecipazione di popolo, in Piazza S. Pietro, sabato 31 maggio.

 

Dai due discorsi pronunciati in queste circostanze ne è nato un meraviglioso decalogo che mette in luce la straordinaria preghiera del Rosario che la tradizione della Chiesa ha definito “breviario del popolo”.

 

1. Il Santo Rosario non è una pratica del passato come orazione di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Al contrario, il rosario sta sperimentando una nuova primavera.

 

2. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria.

 

3. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva.

 

4. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo.

 

5. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria

 

6. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio.

 

7. Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria.

 

8. Il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore.

 

9. Ora, che termina il mese, non cessi questa buona abitudine; anzi prosegua con ancor maggiore impegno, affinché, alla scuola di Maria, la lampada della fede brilli sempre più nel cuore dei cristiani e nelle loro case.

 

10. Nella recita del Santo Rosario vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture.

mons. Tommaso Stenico

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