Il diavolo veste Prada

Dopo essersi laureata con successo nella cittadina di provincia nella quale ha sempre vissuto, Andy si trasferisce a New York dove riesce ad essere assunta come assistente di Miranda Priestly, direttrice di Runaway, rivista di moda per eccellenza, che detta legge anche agli stilisti. I modi dispotici di Miranda e la mancanza di feeling con le ambiziosissime colleghe impongono ad Andy di cambiare se stessa tanto nell'aspetto, quanto nell'animo, per poter sopravvivere alla giungla dell'ambiente di lavoro. Pian piano conquista la fiducia di Miranda, a scapito delle amicizie e dell'amore...

Il diavolo veste Prada

da Attualità

del 18 ottobre 2006

Il Diavolo veste Prada [The Devil Wears Prada]

basato sul romanzo di Lauren WeisbergerUsa durata:1h e 49'CommediaRegia: David Frankel

Interpreti:Meryl Streep (Miranda Priestly), Anne Hathaway (Andy Sachs), Emily Blunt (Emily), Stanley Tucci (Nigel), Adrian Grenier (Nate), Tracie Thoms (Lilly), Rich Sommer (Doug), Simon Baker (Christian Thompson), Daniel Sunjata (James Holt), Imena Hoyos (Lucia), Rebecca Mader (Jocelyn).

 

Quando una commedia americana con tutte le caratteristiche del blockbuster, e senza alcun vezzo autoriale, viene accolta con unanime favore ad un Festival, significa che è davvero ben fatta. E' quanto accade a 'Il diavolo veste Prada', opera seconda di David Frankel (già regista di sei episodi di 'Sex and the City'), che mescola moda, giornalismo e ambizione, in un cocktail brillante e acuto, con una spruzzata di cinismo e buoni sentimenti. A guidare le danze è la sempre straordinaria Meryl Streep, modello coscientemente inarrivabile dell'alta moda newyorkese - tutta la sua essenza si racchiude nella frase: '...mia cara, tutti vorrebbero essere noi!' - con l'animo di una novella, ma più scaltra, Katherine Parker di 'Una donna in carriera', e le sembianze di Crudelia De-Mon. E non venitemi a raccontare che la cattiva Disney per eccellenza non è stata presa in considerazione nemmeno un po'!. Se Anne Hathaway non riesce, invece, a dare la marcia in più al suo troppo prevedibile personaggio, fra i comprimari è oramai superfluo indicare il mitico Stanley Tucci, uno che proprio non riuscirebbe ad essere meno che eccelso, neanche se ci si mettesse d'impegno.

Il ritmo costante della narrazione è accompagnato da un complementare impianto musicale pop (in cui spiccano 'Jump' e 'Vogue' di Madonna), che portano ad finale piuttosto prevedibile, ma funzionale alla inevitabile purificazione di (quasi tutte) le coscienze, dichiarato obiettivo di uno script che regala due ore di puro entertainment, senza alcuna pretesa moralizzatrice.

Da non perdere il cameo dello stilista Valentino nel ruolo di sé stesso, ingessato e privo di sorriso anche sul grande schermo.

 

Giudizio ACEC: Accettabile/brillanteTematiche: Donna; Lavoro;  

 

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