Il Festival «politico» di Morandi parte e inciampa nel televoto

Morandi sa anche benissimo che quella di stasera sarà la prima prova sull'impietoso banco dell'auditel, e mette le mani avanti ricordando il festival della Clerici «dagli ascolti eccezionali, risultati che forse neanche raggiungeremo». Solo modifiche tecniche radicali al sistema del televoto avrebbero potuto garantire l'impossibilità di voti provenienti dai call center specializzati. Modifiche che non sono state apportate.

Il Festival «politico» di Morandi parte e inciampa nel televoto

da Attualità

del 16 febbraio 2011

 

  

          «Il giorno degli esami è arrivato». Gianni Morandi sorride ma tradisce la sua preoccupazione contornato da ranuncoli, bocche di leone e fiori di pesco al suo debutto in conferenza stampa come conduttore del 61° festival di Sanremo, al via questa sera su Raiuno sino al 19 febbraio. Lui, d’altronde, ci ha messo la faccia come garante di un vero «Festival della canzone, perché io so cosa significa la gara per un cantante», riuscendo a portare in Riviera nomi come Vecchioni e Battiato.            Risultato insperato dopo le polemiche dell’anno scorso per l’ennesima vittoria di un 'figlio' di Maria (De Filippi, ovviamente) e i dubbi sulla correttezza del televoto.          Morandi sa anche benissimo che quella di stasera sarà la prima prova sull’impietoso banco dell’auditel, e mette le mani avanti ricordando il festival della Clerici «dagli ascolti eccezionali, risultati che forse neanche raggiungeremo». L’eterno ragazzo fa di tutto per infondere ottimismo, «siamo una squadra fortissima», svegliando dallo splendido torpore le due bellissime regine del gossip Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis e cercando di far dire qualcosa di spiritoso a Luca e Paolo, chiamati a fare le «Iene» del Festival.           Ma tutti qui già hanno marchiato questo Sanremo come politico. Ci sono Vecchioni, che canta un Paese di disoccupati e studenti in piazza; il Tricolore di Tricarico che sventolerà enorme nella ipertecnologica scenografia in 3D di Gaetano Castelli; i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia nella serata di giovedì. Mentre Luca e Paolo dicono, sornioni, che «la Rai non ha messo particolari paletti sui testi: solo niente parolacce, niente sesso, niente volgarità. Quindi, tranquilli, non potremo parlare della situazione politica». Infine, tirata in ballo, Belen difende a spada tratta l’ingombrante fidanzato Fabrizio Corona e la sorella, coinvolta nelle pastiche delle intercettazioni: «È una brava ragazza, non c’entra niente con tutto questo caos». Tutta un’altra musica, caro Gianni.          Invece è musica per le orecchie del direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi, che punta al successo e spera ancora nell’arrivo di Fiorello, mentre per Benigni ammette che non è stata trovata un’idea giusta. Realista il direttore Mauro Mazza che vede un Festival accerchiato non solo dalla concorrenza esterna (Zelig e La Corrida su Canale 5) ma anche interna con Ballarò e Annozero, oltre alla partita di Champions con la Roma: «Speriamo che l’attualità non sposti l’attenzione dal Festival», dice.            «Ma io vorrei che Sanremo fosse come Venezia o Cannes per il cinema», insiste Morandi, speranzoso che qualcuno si fili anche le canzoni.           Ricapitolando, questa sera si esibiranno 14 cantanti della categoria Artisti, che saranno votati dalla giuria demoscopica che ne eliminerà 2, mentre saranno presentati gli 8 cantanti di Sanremo Giovani. Domani, i 12 Artisti rimasti verranno ridotti dalla Giuria demoscopia a 10 mentre 4 Giovani verranno votati da Giuria demoscopica e Orchestra del Festival, con pari peso al 50%. Nella finalissima di sabato 19 i 10 Artisti verranno votati da Orchestra e televoto al 50%, più la «golden share» della sala stampa, ovvero una spintarella in su di tre posizioni all’artista scelto dai giornalisti.          Mazza annuncia che saranno presenti due osservatori dell’Agenzia per le Comunicazioni per vigilare sul televoto, mentre Morandi leggerà un testo, concordato con l’Agcom in cui ricorderà che «barare» sul televoto può costare la squalifica dell’artista. «Misure del tutto insufficienti», protesta il Codacons. «Avvisare in diretta circa il rischio di alterazione dei voti, così come l’espulsione dei cantanti che riceveranno pacchetti di televoti attraverso i call center, non sono provvedimenti in grado di garantire il pubblico da casa – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi –.            Solo modifiche tecniche radicali al sistema del televoto avrebbero potuto garantire l’impossibilità di voti provenienti dai call center specializzati. Modifiche che non sono state apportate. Chiediamo l’intervento urgente dell’Antitrust, affinché blocchi con urgenza il televoto durante il Festival».

 

Angela Calvini

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