Siamo in attesa del film su “Maria Domenica Mazzarello”: un film che la gente, i giovani amanti del carisma salesiano attendono e che noi stesse, come Salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice diffuse nei cinque Continenti, desideriamo assaporare con le coordinate dell'oggi. Il film è una riproposta credibile di questa figura limpida e affascinante.
del 10 febbraio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
          Siamo in attesa del film su “Maria Domenica Mazzarello”: un film che la gente, i giovani amanti del carisma salesiano attendono e che noi stesse, come Salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice diffuse nei cinque Continenti, desideriamo assaporare con le coordinate dell’oggi. 
          Il film è stato affidato a suor Caterina Cangià, fma, che l’ha curato nell’ideazione, nella sceneggiatura e nella produzione. Lo ha seguito nelle sue diverse fasi con l’intelligenza, la creatività e l’amore al carisma che la caratterizzano.  
          Crediamo che il film, di prossima uscita (primavera 2012), possa trasmettere la bellezza di una vita che si svolge sotto lo sguardo di Dio e si apre ai grandi orizzonti della fede e dell’amore, diventando feconda e propositiva per tanti giovani, non solo del suo tempo. 
          Nei contesti attuali ricchi di stimolazioni, dove però sono deboli i riferimenti valoriali e, soprattutto, le testimonianze, la riproposta di un film su Maria Domenica Mazzarello rappresenta uno sprazzo di luce e di speranza, un segno credibile del vangelo vissuto, un faro che addita la rotta verso la felicità vera, la solidarietà universale, la sobrietà come stile di vita. Auguro che il film abbia una grande diffusione: per il messaggio semplice e profondo di un’esistenza aperta all’Assoluto, disponibile al dono di sé nell’amore.
          Nata e cresciuta nell’ambiente semplice di Mornese (Piemonte, Italia), Maria Domenica, nel 1864 ha conosciuto don Bosco e con lui ha fondato una Famiglia religiosa - le Figlie di Maria Ausiliatrice - che si è prodigiosamente estesa nei cinque continenti con l’obiettivo di educare la gioventù secondo il Sistema preventivo di don Bosco interpretato al femminile.
          Il 2012 segna il 140° di fondazione dell’Istituto, di cui lei è stata la prima Superiora, scelta da don Bosco stesso. Donna ricca di fede e audacia, aperta agli orizzonti del mondo, ella continua a parlare anche oggi alle giovani e ai giovani del nostro tempo, proponendo una via semplice ed esigente verso la felicità, nello stile della santità giovanile.
 
 
Intervista:
Infonline: La Madre e il Consiglio generale ti hanno affidato il progetto di un nuovo film su Maria Domenica Mazzarello. Che cosa hai provato di fronte a questa proposta?
Suor Caterina Cangià: Al tempo stesso riconoscenza, emozione e… mi sono sentita invasa da un grande senso di responsabilità per il compito affidato. Il capolavoro di Sr Maria Pia Giudici: “Tralci di una terra forte” è stata ed è tuttora un'opera di notevole spessore contenutistico e stilistico e doverne preparare un'altra di altrettanto spessore, anche se con un linguaggio più rispondente all'oggi è, per me, una “prova”. Per questo confido molto nella presenza e nell'aiuto della stessa Maria Domenica e del Consiglio generale come confido anche nell'aiuto di chi, tra le FMA, ha studiato e ha scritto di Maria Domenica.
Infonline: Puoi dirci i passi previsti per la sua realizzazione?
Suor Caterina Cangià: I passi seguono la classica falsariga che precede, accompagna e segue la realizzazione di un film o di una fiction. Il primo è stato la ricerca di un regista; il secondo è stata la ricerca di una metafora che accompagnerà il film che per ora tengo segreta; il terzo è stata la stesura di un preventivo di spesa di massima, presentato al Consiglio generale durante il plenum di dicembre 2009 e approvato agli inizi del mese di gennaio 2010; seguirà la stesura della sceneggiatura da sottoporre per approvazione al Consiglio generale durante il plenum di luglio 2010. Si svolgerà immediatamente dopo la ricerca dei protagonisti, degli attori principali e secondari e del “comparsato”; si visiteranno e/o si cercheranno le location per girare il film. La ricerca degli attori protagonisti e non protagonisti verrà seguita dai provini e dai contratti. Si contatterà la film commission di Torino. Questa fase ci terrà occupati da luglio a dicembre 2010. A dicembre, durante il pleunum, si sottoporrà per approvazione la scelta del cast e seguirà la stesura del découpage tecnico, operazione che dettaglia, scena per scena, il fabbisogno tecnico dall'illuminazione alla recitazione. Intanto si lavorerà ai costumi, all'adattamento delle location e alla ricerca del fabbisogno in oggetti, mobili e quant'altro. Si pensa di girare il film nei mesi di giugno/luglio 2011, anche se si saranno fatte alcune riprese che occorrono, a Mornese e Nizza durante lo svolgersi delle stagioni. Dopo aver girato, da settembre 2011 a febbraio 2012 verranno fatti il montaggio e il mixaggio. Si pensa, con l'aiuto di Maria Domenica, di essere pronti con il film per la primavera del 2012.
Infonline: Certamente la produzione di un film implica un lavoro di squadra. Con chi lavorerai e con quali compiti precisi?
Suor Caterina Cangià: In primis ho individuato nella persona di Simone Spada, il regista. Mi occuperò personalmente della sceneggiatura per quanto si riferisce ai contenuti e alla parte creativa del film e verrò coadiuvata da uno sceneggiatore di professione per tutto ciò che riguarda invece l'aspetto tecnico. Ci sarà un aiuto-regista, un direttore della fotografia, uno o più fonici, i costumisti, gli scenografi e tutta la squadra di tecnici indispensabili quando si gira un film. Last, but not least, la stretta collaborazione con il Centro, con Suor Giuseppina Teruggi che ci affiancherà in questa grande impresa.
Infonline: Che cosa comporta affrontare questo tipo di progetto oggi, da parte di un Istituto religioso, a fronte di altre priorità urgenti?
Suor Caterina Cangià: Grande domanda questa. La decisione della Madre con il Consiglio generale è stata una scelta coraggiosa, fondata in primo luogo sull'amore per Maria Domenica e poi sul desiderio grande di farla conoscere e… amare da moltissime persone. La domanda, la richiesta di un film, sembra sia arrivata dalla gente che vive a contatto con noi, che condivide la nostra missione educativa, che ama Maria Domenica. Oggi è urgente comunicare ed è urgente far vedere, con il linguaggio più capito dalla gente, quello del cinema appunto, che custodiamo un carisma straordinario che va declinato nell'oggi.
Infonline: A quali destinatari si rivolge di preferenza il film?
Suor Caterina Cangià: A tutti. Semplice. E proprio perché si rivolge a tutti deve costruirsi con chiarezza, immediatezza di lettura, informazione, formazione ed emozione!
Infonline: Che cosa ci puoi dire sui tempi di realizzazione e di consegna?
Suor Caterina Cangià: I tempi sono intrecciati all'interno di quanto ho detto a proposito dei passi da seguire. La “prima” la deciderà il Consiglio generale. Forse il 13 maggio? Chissà. Comunque, la diffusione avverrà prima del 5 agosto 2012, data che segna il 140° di fondazione dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Infonline:Quale la tipologia del nuovo film?
Suor Caterina Cangià: Il film sarà una fiction in costume. Non può essere che una fiction in costume perché si desidera “narrare” Maria Domenica, il suo tempo, la sua terra, la sua vita, il suo carisma. Forse ci sarà una scena di prologo o di epilogo calata nell'oggi. Chissà.
Infonline: Le difficoltà più grandi che prevedi e … i sogni che tieni nel cassetto …
Suor Caterina Cangià: Le difficoltà? Preferisco non prevederle ma attrezzarmi per superarle. Come? Con la preghiera, con la meditazione sulla figura e sulla vita di Maria Domenica, con il parlare di lei e del film a chi mi circonda. I sogni? Che sia un bel film, bello in tutti i sensi che questa parola nasconde. E solo se bello potrà raggiunger il cuore di molti.
Ho da aggiungere piccole cose che stanno succedendo già. Ho parlato ai bambini della mia Bottega d'Europa del film che faremo. Una sera trovo, sotto alla porta dello studio, un foglio A4 con su scritto: “Sister, ho finito di leggere un libro su Maria Mazzarello ed è pure a disegni. Te lo presto.” Smack! Firmato Sofia Nicolai (9 anni). L'indomani mi porta il libro illustrato e nel consegnarmelo mi dice: “Ti piacerà, parla di suore e poi tu sei una discendente di Santa Mazzarello”. Dopo il coro, prima di andare a casa mi chiede: “Quando lo cominci a leggere?” E io: “Questa sera. Non vedo l'ora”.
Il film:
La chiave di lettura del film consiste di tre parole che sono altrettanti impegni di vita: AMORE - RELAZIONI - PASSIONE EDUCATIVA.           L'amore per Gesù, per la propria famiglia, per le amiche, per la natura, caratterizza Maìn bambina e Maìn giovane e adulta. Tutto viene fatto per amore, tutto viene vissuto nell'amore. Nel film lo si sente spesso dire e soprattutto lo si vede vivere.Le relazioni si costruiscono con il dialogo, la comprensione, l'attenzione amorevole all'altro, al piccolo. Ecco allora Maìn che accudisce una mamma ammalata, che accarezza i suoi bambini, che se ne occupa concretamente portando qualcosa da mangiare e portandosi via la biancheria da lavare. Le relazioni sono vissute nella semplicità, sono il tessuto quotidiano sul quale viene costruita la formazione e l'educazione, sono, soprattutto, il risultato di una grande, festosa relazione: quella con Gesù. Maìn gli promette che non passerà mai più un quarto d'ora senza pensarlo.
           La passione educativa si manifesta nell'avere le 'figliette' sempre presenti, nel fare tutto per loro, perché imparino un mestiere, perché non incorrano nei pericoli, perché si divertano, cantino e ballino. Perché crescano sotto lo sguardo di Maria, Madre che le ha a cuore più di ogni altra cosa.           Maìn supera delle prove nel film, come viene raccontato anche nella biografia. Supera la malattia del tifo e l'impossibilità a lavorare come faceva in precedenza, supera la prova dell'esilio alla Valponasca, dove viene confinata dalle incomprensioni e gelosie di gente del paese, supera fatiche e sofferenze. E questo perché vuole il bene delle ragazze.           Il film si presta a riflessioni, alla nostra contemplazione, a una funzione piena e gioiosa. Aspettiamolo comunicando a tutte le persone che circondano le nostre case e le nostre opere di aspettarlo con noi.
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