Il giorno che Bombo provò a pregare

Due adolescenti in oratorio alle prese con una domanda inaspettata, ancora più imbarazzante di quella sulle canne. Ale e Bombo vengono qui in oratorio il pomeriggio dopo aver fatto i compiti di scuola. Hanno 12 anni e nella grande città non è che ci sono tanti spazi per loro. L'oratorio è meglio della strada e così hanno deciso di aggregarsi al gruppetto di loro coetanei.

Il giorno che Bombo provò a pregare

da Quaderni Cannibali

del 14 luglio 2011

 

“Preghi?”“Ma che domande fai Ale?”“Ti ho chiesto se preghi, mica se ti fai le canne?”“Ah sì quelle me le faccio, ma di nascosto, non lo dire in oratorio. Le faccio a scuola, qui se lo ammetto mi cacciano, lì non succederebbe, ma devo fare il bravo ragazzo e dire 'noooo le canne noooo, che schifooo'”.

          Ale e Bombo vengono qui il pomeriggio dopo aver fatto i compiti di scuola. Hanno 12 anni e nella grande città non è che ci sono tanti spazi per loro. L'oratorio è meglio della strada e così hanno deciso di aggregarsi al gruppetto di loro coetanei. All'inizio perché Bombo, il più sgamato dei due, aveva adocchiato una ragazzetta di nome Sophie, francese da parte di mamma. Carina, molto e anche timidina. E quindi niente da fare per Bombo, bruttino e anche un po' obeso.

          “Insomma Giuseppe, l'educatore, l'altro giorno ci ha parlato della preghiera. Ma possibile che non sei stato a sentire?' - torna alla carica Ale, testardo come un mulo.“Bah … no”.“Ah, ci ha detto che non è che dobbiamo pregare per forza, in modo meccanico, come fanno le carampane la domenica. Ma le guardi ogni tanto? Sembra che facciano una gara di rapimento mistico, che si vogliano far vedere dagli altri … Giuse ha detto che sta leggendo un libro di un anziano sacerdote, oh uno che è stato anche un cardinale. Bella, ha detto che uno per pregare deve trovare il proprio dialogo con Dio anche nel corpo e che la preghiera deve avere un ritmo, e allora io ho pensato a certi pezzi rock e ho detto, perché no, per me pregare è così. Tu preghi?”.Ah, Bombo non ne poteva proprio più e a un certo punto lo aveva mandato a quel paese l'amico e se ne era andato via. Proprio non aveva voglia di metterlo a parte del suo stato d'animo.

          Andò in oratorio e tra gli scaffali cercò il libro. Un gesto apocalittico per lui che di libri probabilmente ne aveva toccati sì e no un paio in tutta la sua vita e solo di recente perché glielo aveva detto la prof.Il modo in cui scriveva il vecchio cardinale subito lo prese. Gli piacque molto il discorso di disporre il corpo per la preghiera come più gli andasse a genio. A Bombo piaceva aprire la finestra e pregare guardando il sole. Sì, decise che avrebbe pregato così.

          Chiese che mamma smettesse di piangere, che quasi la costringeva ad uscire con le amiche per non vederla così da quando papà se ne era andato con una di vent'anni, “pochi anni più di me – pensava – come avrà fatto?”. Chiese che nonno e nonna fossero conservati a lunga vita, che se non ci fossero loro alle volte si sentirebbe solo. E chiese che magari Sophie prima o poi si accorgesse di lui … Ma sopratutto chiese che ci fosse tanta vita e un futuro perché quei giorni così fermi e immobili, proprio non gli piaceva di viverli. E che in fondo gran parte li potesse ancora passare con il suo amico Ale. Rompeva un po', ma in fondo gli voleva bene.

 

Francesca Lozito

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