Niente giustifica la violenza e la distruzione. È quanto affermano i presuli del Brasile che esprimono però la loro solidarietà a quanti, soprattutto giovani, manifestano contro la «corruzione, l'impunità e la mancanza di trasparenza», purché, appunto, tutto si svolga in modo pacifico.
Niente giustifica la violenza e la distruzione. È quanto affermano i presuli del Brasile che esprimono però la loro solidarietà a quanti, soprattutto giovani, manifestano contro la «corruzione, l’impunità e la mancanza di trasparenza», purché, appunto, tutto si svolga in modo pacifico. Il punto di vista dei presuli sulle manifestazioni, che da giorni infiammano il Paese sudamericano — un milione di persone si è riversato per le strade di Rio de Janeiro e in altre città — con morti (almeno due), decine di feriti e ingenti danni, è stato illustrato dal presidente della conferenza episcopale, il cardinale arcivescovo di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis. È stato il porporato, assieme al segretario generale dello stesso organismo, il vescovo ausiliare di Brasília, Leonardo Ulrich Steiner, a presiedere la conferenza stampa convocata ieri, venerdì 21, al termine della riunione del Consiglio permanente, che ha avuto tra i punti all’ordine del giorno anche l’esame della situazione sociale e degli sviluppi delle manifestazioni nate, come è noto, per scongiurare il rincaro delle tariffe dei mezzi pubblici e per protestare contro le spese, giudicate eccessive — soprattutto in relazione ai livelli dei servizi assicurati ai cittadini — per l’organizzazione di grandi eventi sportivi come i campionati mondiali di calcio del 2014 e le olimpiadi del 2016, che avrebbero sottratto risorse vitali a settori storicamente arretrati come sanità, istruzione e trasporti.
Per i vescovi, che hanno diffuso una nota intitolata «Ascoltare il grido che viene dalle strade», «si tratta di un fenomeno che coinvolge il popolo brasiliano e lo risveglia a una nuova consapevolezza. Richiede attenzione e discernimento per identificarne i valori e i limiti, sempre in vista della costruzione della società giusta e fraterna che aneliamo. Nate in modo libero e spontaneo a partire dalle reti sociali, le mobilitazioni mettono in discussione tutti noi e attestano che non è più possibile vivere in un Paese con tanta diseguaglianza».
Intanto il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, in un discorso tenuto ieri alla Nazione e trasmesso in diretta televisiva, ha ribadito la determinazione ad ascoltare le proteste e ha annunciato investimenti finanziari immediati per la spesa sociale e iniziative per combattere la corruzione. La leader brasiliana ha però aggiunto che il Governo manterrà l’ordine e non consentirà al vandalismo di macchiare un movimento democratico legittimo. «I violenti sono una piccola minoranza, la voce della protesta della strada è pacifica. Sono la presidente di tutti i brasiliani e ho l’obbligo di dialogare con tutti, ma nell’ambito della legge e dell’ordine», ha detto Rousseff, promettendo di ascoltare «tutte le persone scese in strada pacificamente».
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