Adenauer fu capace di creare unità lì dove c’era divisione, di cercare riconciliazione lì dove c’era conflitto, di aprirsi al prossimo lì dove c’era chiusura. Con Schuman e De Gasperi, condividendo il medesimo spirito di unità, fu tra i padri fondatori dell’Unione Europea.
“In questo periodo si deciderà, se si salveranno per l’umanità la libertà, la dignità umana, il pensiero cristiano-occidentale, o se lo spirito delle tenebre e della schiavitù, questo spirito anti-cristiano sventolerà la frusta sopra l’umanità che sta indifesa a terra. Credetemi, amici, non esagero: le parole sono troppo deboli per riportare ciò che minaccia i popoli liberi”.
Sembrano parole di un papa, invece sono le parole tuttora attualissime di Konrad Adenauer (1876-1967), considerato il politico e statista più amato dai tedeschi per il lavoro svolto nell'immediato dopoguerra. Soprannominato “Cancelliere di ferro” fu capace, con il suo lavoro e le sue capacità di mediazione, di risollevare la nazione tedesca dalle rovine della Seconda Guerra Mondiale e dai postumi del nazismo, cercando di riportare all’unità la nazione e l’Europa attraverso un grande lavoro di riconciliazione.
Nelle sue scelte politiche trovò ispirazione soprattutto nell’antropologia cristiana che mette la persona umana al centro e nei conseguenti principi politici che non devono essere sacrificati a nessun compromesso: libertà, antistatalismo, diritti fondamentali.
Nato a Colonia da una famiglia umile, con principi di onestà e disciplina trasmessi dal padre di cui il giovane Adenauer ne farà tesoro per il suo futuro da statista, ancora giovanissimo cominciò ad interessarsi di politica e grazie alla sua intelligenza e abnegazione per la res pubblica fece in breve carriera nel nascente partito cattolico sobbarcandosi una notevole mole di lavoro. Nel 1917 venne eletto a grande maggioranza sindaco della sua città seguendo sempre il bene dei cittadini. Nel periodo di ascesa del nazionalsocialismo, condannando apertamente le scelte politiche del Furher che riteneva anticristiane, venne denigrato, destituito dalla carica di sindaco e messo in prigione con false accuse.
Alla fine della guerra si dedicò alla formazione del nuovo Partito Cristiano Democratico, il CDU, e nel 1949 divenne il primo Cancelliere della nuova Repubblica federale tedesca.
Per Adenauer, la chiave per garantire stabilità alla Germania e all’Europa occidentale passava per la riconciliazione interna alla Germania stessa e alla riconciliazione con gli stati esteri, in primis la Francia.
Per questo motivo spinse molto per coinvolgere più persone possibili in tutte le iniziative comunitarie che stavano nascendo. Nel 1963 Francia e Germania arrivarono a firmare un trattato di amicizia considerato la base per lo sviluppo della successiva comunità europea: un passo impensabile, dato che fino a vent’anni prima i due paesi erano acerrimi nemici.
In patria invece, fedele al principio cristiano per cui si giudica il peccato e non il peccatore, Adenauer fece il coraggioso passo di coinvolgere alcuni ex nazisti nei suoi governi, attirandosi così moltissime critiche. Questa scelta fu dettata dal fatto che egli voleva reintegrare queste persone dando loro una possibilità di riscatto grazie alle competenze che avevano.
Nelle sue memorie scrive: “Forse noi due (si riferisce a lui e a Schuman) siamo chiamati da Dio a dare un contributo prezioso per i nostri fini comuni in un momento decisivo per l’Europa”. E, in un altro passo delle sue memorie, troviamo scritto: “Nel nostro lavoro, noi (tedeschi) saremmo stati sorretti dallo spirito della civiltà cristiana occidentale come dal rispetto dei diritti e della dignità dell’uomo. Speravo che, con l’aiuto di Dio, il popolo tedesco riunito potesse contribuire alla pace dell’Europa e del mondo”.
In questi scritti si respira lo spirito profondo che lo mosse a vivere la sua vita impegnata nel campo della politica. Uno spirito fondato sui valori cristiani, capace di creare unità lì dove c’era divisione, di cercare riconciliazione lì dove c’era conflitto, di aprirsi al prossimo lì dove c’era chiusura. Con Schuman e De Gasperi, condividendo il medesimo spirito di unità, fu tra i padri fondatori dell’Unione Europea, verso la quale aveva una chiara concezione di ciò che l’avrebbe unita e fatta prosperare in futuro. Nel corso di una conferenza disse:
“L’Europa non deve sprofondare. È il cuore della cultura occidentale-cristiana. Ha contribuito l’inverosimile per lo sviluppo dell’umanità. Le sue forze spirituali, culturali, religiose, economiche e politiche non sono esaurite”
Sitografia
www.santiebeati.it
www.fondazionedegasperi.org
www.consulpress.eu
rivistadialoghi.it
kops.uni-konstanz.de
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