Il mammo sorride tenero in una libertà da ubriachi

In realtà, Beatie non è mai stato un uomo, in quanto è nato donna, con un apparato riproduttivo femminile. È una donna che s'è fatta amputare i seni e ha preso parecchi ormoni maschili, assumendo un aspetto virile; poi li ha sospesi, e il suo corpo è tornato a funzionare come quello della donna che era, ospitando una gravidanza.

Il mammo sorride tenero in una libertà da ubriachi

da Quaderni Cannibali

del 05 luglio 2008

Quattro luglio 2008, la fotografia del 'mammo' che ha partorito una bambina nell’Oregon è sui giornali di tutto il mondo. Barba lunga, gambe irsute e la pancia di nove mesi ostentata con soddisfazione, il signor Thomas Beatie potrebbe diventare una bandiera della nuova umanità in cui nessuna differenza sessuale è definitiva, e tutto è invece gender  – sessualità come scelta, inclinazione e preferenza. In realtà, Beatie non è mai stato un uomo, in quanto è nato donna, con un apparato riproduttivo femminile. È una donna che s’è fatta amputare i seni e ha preso parecchi ormoni maschili, assumendo un aspetto virile; poi li ha sospesi, e il suo corpo è tornato a funzionare come quello della donna che era, ospitando una gravidanza.

  La notizia del 'mammo' dunque è un po’ forzata, quasi volendo compiere almeno a livello mediatico un sogno del nostro tempo: capovolgere radicalmente il dato di natura, anche quello ad oggi inaggirabile, e cioè il fatto che per partorire occorre essere donna.

  Quella foto di un uomo villoso teneramente concentrato sulla sua maternità avrà fatto sussultare molti lettori, ma nei titoli dei giornali è riconoscibile un sottile compiacimento: anche l’ultimo dei vecchi stereotipi sessuali, travolto. Si è madre in quanto lo si decide, indipendentemente da come sei venuto al mondo. C’è un gusto, sulla stampa nostra e straniera, in quelle foto e titoli, come se si affermasse un primato. La soddisfazione con cui si annuncerebbe una ardita conquista nello spazio, o il superamento della velocità della luce. C’è un odore di ubris, di sfida di potere: il mondo era una volta fatto in un certo modo, ma noi l’abbiamo piegato. È la rivolta contro «la realtà del dato» indicata da Hannah Arendt come cifra della modernità.

  Come con un oscuro rancore verso antiche intollerabili leggi che ora vanno travolte, con lo slancio irridente e aggressivo di una novella presa della Bastiglia. E sessuologi e psicologi analizzano sui giornali la faccenda del 'mammo', ben attenti a non dire nulla di scorretto. «Questo caso invita noi laici a porci dei quesiti, non a approvare o disapprovare», spiega l’esperto interpellato dal Corriere della Sera.

  E continua, correttissimamente: «Cosa si deve intendere con l’aggettivo 'normale'? Forse che è conforme alla legge di natura? Se sì, quale?» Perché, argomenta ancora l’esperto, «in numerose specie di rettili il sesso viene determinato da condizioni esterne»; e dunque «non si invochino le leggi di natura, perché anche le lucertole sono creature di Dio e anche loro cambiano sesso». Come si vede, è il trionfo del relativismo in salsa animalista. Donne, uomini, mammi, serpenti, lucertole, tutti nella stessa barca. Che ci sia una specificità dell’uomo, è pensiero sommamente oscurantista; che esistano naturalmente l’uomo e la donna, è affermazione impronunciabile. La domanda corretta oggi è: cosa vuol dire 'natura'? Cosa vuol dire 'normale'?

  Sottintendendo che queste parole non vogliono più dire niente. La «realtà del dato» pare una vessazione odiosa, da calpestare con voluttà. Nascere donna, nascere uomo, roba vecchia, ridicola. Si pretende di nascere come si vuole: da mammi, o da madri settantenni (la notizia, che viene dall’India, è di questi giorni), o geneticamente selezionati, e garantiti senza difetti. Si nasce e si fa nascere come si vuole, secondo le richieste e preferenze del committente.

  Padroni di sé e dei propri figli e della vita. Fino a quando, tutti, si muore – come se in realtà non fossimo davvero padroni di niente. Ma fino a quel giorno vogliamo tutto nelle nostre mani. Fare, disfare e cambiare idea di nuovo, in una libertà da ubriachi. Il mammo sorride tenero accanto al passeggino sui giornali del 4 luglio, sulle guance una ruvida barba di due giorni. 

MARINA CORRADI

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