La corsia maternità è piena di donne come Sena Alissa. Le infermiere spiegano che durante i raid aerei il numero di aborti e complicazioni legate al parto aumenta vertiginosamente...
La corsia maternità è piena di donne come Sena Alissa. Le infermiere spiegano che durante i raid aerei il numero di aborti e complicazioni legate al parto aumenta vertiginosamente, a causa di paura, stress e impossibilità di raggiungere gli ospedali. Ma Batoul, la bambina di Sena, nasce e grazie a Dio sta bene. A raccontare questa incredibile storia è Sophia Jones, corrispondente di Huffington Post in Medio Oriente, riportata dalla medesima testata l'11 luglio.
Batoul è viva
Il nome della bimba è di origine arabica e significa "intatta", "salva", "intoccata". Sena Alissa lo ha scelto per la sua creatura, nata a Gaza sotto il fragore incessante delle bombe. Un piccolo-grande miracolo, dove la vita "grida" con tutta la voce che ha. Grida contro la paura, la violenza del nemico e il terrore dei missili. Grida perché sa che alla fine la morte non prenderà il sopravvento.
La storia di Batoul ha inizio la notte del 10 luglio quando mamma Sena entra in travaglio prematuramente durante uno dei tanti raid israeliani sulla Striscia. Fino al mattino nessuna ambulanza né automobile la porta in ospedale in condizioni di sicurezza. Poi, alle prime ore del giorno, la corsa verso la clinica più vicina dove mamma e figlia vengono accolte.
A Gaza serve tutto
Nei primi quattro giorni dell'operazione militare israeliana Protective Edge le vittime tra i palestinesi sono circa un centinaio; oltre seicento i feriti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello: servono aiuti finanziari urgenti al ministero della Salute palestinese. A Gaza serve tutto: servono medicine, dispositivi medici e carburante per gli ospedali, che già scarseggiano, mentre cresce il debito sanitario.
Corrado Paolucci
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