Il Papa: Quaranta giorni per sperimentare l'amore di Dio

Oggi - ha scandito Ratzinger - risuona per noi l'appello 'Ritornate a me con tutto il cuore'; oggi siamo noi ad essere chiamati a convertire il nostro cuore a Dio, consapevoli sempre di non poter realizzare la nostra conversione da soli, con le nostre sole forze, perché è Dio che ci converte. Egli ci offre ancora il suo perdono, invitandoci a tornare a Lui per donarci un cuore nuovo.

Il Papa: Quaranta giorni per sperimentare l'amore di Dio

da Benedetto XVI

del 10 marzo 2011

  

 

           Per i cristiani la parola Quaresima non può essere sinonimo di afflizione. 'Nell'opinione comune, questo tempo - ha detto il Papa nella celebrazione del mercoledì delle ceneri nella Basilica romanadi Santa Sabina all'Aventino - rischia di essere connotato dalla tristezza, dal grigiore della vita.

          Invece essa è dono prezioso di Dio, è tempo forte e denso di significati nel cammino della Chiesa, è l'itinerario verso la Pasqua del Signore'. 'Il profeta Gioele - ha ricordato Benedetto XVI citando le letture di oggi - ordina, a nome del Signore, che si crei un propizio ambiente penitenziale: bisogna suonare la tromba, convocare l'adunanza, risvegliare le coscienze. Il periodo quaresimale ci propone questo ambito liturgico e penitenziale: un cammino di quaranta giorni dove sperimentare in modo efficace l'amore misericordioso di Dio'.

          'Oggi - ha scandito Ratzinger - risuona per noi l'appello 'Ritornate a me con tutto il cuore'; oggi siamo noi ad essere chiamati a convertire il nostro cuore a Dio, consapevoli sempre di non poter realizzare la nostra conversione da soli, con le nostre sole forze, perché è Dio che ci converte. Egli ci offre ancora il suo perdono, invitandoci a tornare a Lui per donarci un cuore nuovo, purificato dal male che lo opprime, per farci prendere parte alla sua Per i cristiani la parola Quaresima non può essere sinonimo di afflizione'.

 

UN ITINERARIO PER RAGGIUNGERE GERUSALEMME IN 5 SETTIMANE

          L'itinerario che siamo invitati a percorre nelle Quaresima 'è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l'elemosina e la preghiera. Il digiuno significa l'astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno - il digiuno - di una realtà interiore, del nostro impegno, con l'aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo'. Lo ha detto il Papa nel discorso tenuto all'Udienza Generale di oggi. 'Non digiuna veramente - ha aggiunto - chi non sa nutrirsi della Parola di Dio'.

          Per Bendetto XVI, poi, 'nessuna opera si può associare al digiuno più utilmente dell'elemosina, la quale sotto il nom unico di 'misericordiA' abbraccia molte opere buone. Immenso è il campo delle opere di misericordia'. 'Non solo i ricchi e i facoltosi - ha spiegato - possono beneficare gli altri con l'elemosina, ma anche quelli di condizione modesta e povera. Così, disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell'anima'.

          La Quaresima, infine, 'è un tempo privilegiato per la preghiera'. E infatti 'Sant'Agostino dice che il digiuno e l'elemosina sono 'le due ali della preghierà, che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio'.'La Chiesa - ha concluso - sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio'.

 

ALLA CHIESA BRASILIANA: LA PRIMA ECOLOGIA E' QUELLA UMANA

          'La prima ecologia che deve essere promossa è l'ecologia umana'. Lo afferma il Papa nel messaggio al presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, mons. Geraldo Lyrio Rocha, in occasione dell'annuale Campagna di Fraternità della Chiesa in Brasile.

          'L'uomo sarà in grado di rispettare le creature - scrive il Papa - nella misura in cui coltiva nel suo spirito un senso pieno della vita; in caso contrario, sarà portato a disprezzare se stesso e ciò che lo circonda, a non avere rispetto per l'ambiente in cui vive'. Per questo, 'senza una chiara difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale; senza una difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; senza una vera difesa di quanti sono esclusi ed emarginati dalla società ' e di quanti, 'vittime di catastrofi naturali', hanno perso tutto, 'mai si potrà parlare di una vera difesa dell'ambiente'.

 

Benedetto XVI

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