L'idea che domina nella mentalità comune è che un cristiano è sostanzialmente buono, ma soprattutto un incapace. Se devo dare in mano una attività importante non prendono un cattolico, perché in genere è uno senza grinta, piuttosto tranquillo, pacifico, che non si aspetta nulla dalla vita...
del 09 gennaio 2007
 
 
L’idea che domina nella mentalità comune è che un cristiano è sostanzialmente buono, ma soprattutto un incapace. Se devo dare in mano una attività importante non prendono un cattolico, perché in genere è uno senza grinta, piuttosto tranquillo, pacifico, che non si aspetta nulla dalla vita. Non so perché c’è in giro questa mentalità, che sicuramente non ci viene dal vangelo. Probabilmente è perché come cristiani ci siamo seduti e non vediamo più come scandaloso il vangelo, abbiamo dimenticato che Gesù dice: il regno di Dio è dei violenti, indicando con questa parola la necessaria capacità di andare controcorrente, di non stare nell’acqua tiepida. Un cristiano forse si è seduto perché crede che essere cristiani significhi non dare noia a nessuno, starsene buoni buoni a vedere come va a finire.
C’è qualcuno che per i suoi interessi, si danna l’anima e noi per far trionfare la giustizia, la pace, la libertà, la bontà crediamo che sia tutto spontaneo, automatico. Anzi molti innestano nella loro vita cristiana il pilota automatico, perché tanto tutto è sotto controllo. Invece ti capita che per essere coerente con il vangelo devi lottare, che per difendere il povero devi cadere in disgrazia di chi lo affligge, che per aiutare la famiglia e i figli a crescere secondo il vangelo devi inventarle tutte per offrirne la bellezza, che per vivere da cristiano spesso ti è chiesto il martirio.
I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce, dice Gesù vedendo quanto siamo seduti, mentre nel mondo dilaga il male e nella nostra stessa vita si insinua la stanchezza, l’indifferenza, la noia per la sua Parola. Essere cristiani, seguirmi è sempre un andare controcorrente, ci dice Gesù. Non c’è niente che ti viene regalato se non la fede. Lui sparge il seme della sua parola con grandezza. Tocca a te offrire un terreno produttivo. Il mondo di oggi si sta attrezzando in tutti i modi per comunicare i suoi modelli e il cristiano che fa? Si chiude in sacrestia ad aspettare gli eventi? Il male si organizza per persuadere i deboli e il cristiano che fa? Si sta a lamentare e a dire: ai miei tempi? Bisogna rimboccarsi le maniche se vogliamo essere fedeli al vangelo. Noi sappiamo che è Dio la nostra speranza, ma noi dobbiamo metterci la forza della nostra intelligenza e l’amore del nostro cuore.
 
mons. Domenico Sigalini
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