È un gesto molto semplice, ma di una ricchezza infinita, di una profondità immensa, con un valore altamente teologico. Così iniziamo e concludiamo l'azione liturgica più grande che è la Santa Messa.
È un gesto molto semplice, ma di una ricchezza infinita, di una profondità immensa, con un valore altamente teologico. Così iniziamo e concludiamo, nel nome della SS. Trinità l’azione liturgica più grande che è la Santa Messa e così gli altri sacramenti e le comuni preghiere.
E il segno della nostra Fede che può combattere le forze del Male; è il segno con cui possiamo dichiararci vincitori sulla Morte, come il Cristo sulla Croce.
E il segno che ancora oggi dona a Dio i bianchi gigli della purezza e i rossi petali dei martiri e di tutti coloro che hanno osato dire e fare il Segno della Croce, in una città tumultuosa o nel deserto arido, in famiglia o sul lavoro in patria o in terra straniera.
E il segno che ci ricorda una Croce su cui Dio Figlio ha voluto innalzarsi, nel silenzio di un Dio Padre dolorante sulle ferite del Suo Agnello.
Il Segno della Croce è il simbolo della vittoria del Cristo sul Maligno, del bene sul male, dell’amore sull’odio, della carità amorevole sull’avidità sfrenata, della povertà di spirito: sull’avidità, della mitezza sull’ira, della speranza sulla disperazione.
Il segno della Croce è la forza che caccia Satana nei suoi antri oscuri; è la liberazione dell’anima avvolta dalle spire tenebrose del serpente tentatore, luccicante di oro e di potere.
E il gesto che ridona la Pace ad un’anima buia e tempestosa, comunicandole il dolce leggero zefiro dello Spirito e il fragrante profumo della Virtù, la gioia del perdono.
Dalla nascita alla morte, il Segno della Croce accompagna l’uomo nel suo lungo e difficile cammino, in continua salita, piegato sotto il fardello dei dolori, con qualche rapido squarcio di cielo azzurro.
Con il Segno della Croce il Sacerdote accoglie nella comunità dei credenti il nuovo piccolino presentato al fonte battesimale, sotto lo sguardo dolcissimo di parenti ed amici, accompagnato da angeli inneggianti alla Gloria di Dio.
Il Segno della Croce arricchisce, completa, racchiude in un cerchio perfetto la celebrazione della Prima Comunione e poi della Cresima, confermando il cristiano quale “vero soldato di Cristo”.
Il Segno della Croce unisce nel sacramento del matrimonio l’unione indissolubile di due sposi che giurano amore eterno a Dio e a sé stessi, è il segno che accompagna il loro percorso, giorno dopo giorno, arricchito dalla preghiera e dalla parola di Dio.
Una famiglia cristiana deve crescere nel Segno della Croce, ed in questo bel giardino irrorato dall’Amore, sbocciano talvolta fiori rarissimi. Giovani bruciati dal Fuoco della Carità, eletti e prescelti sin dall’eternità, “abbracciano” la Croce e nel segno di quella Croce, simbolo di Morte e di Vita, donano la loro vita in monasteri e in conventi, pregando ed offrendo per i “lontani” e per i “persi”.
Nel Segno della Croce, nel deserto di un eremo o nella ricca metropoli, questi consacrati si immolano vittime innocenti come il Cristo; bianche creature si chinano su malati e su moribondi con un Segno della Croce sulla fronte e santi Ministri di Dio insegnano ai fanciulli il gesto più bello.
Il Segno della Croce accompagna alla dimora eterna chi al tramonto della vita ha paura ad affrontare il grande passo.
Nel Segno sacro della Croce l’uomo trova la forza di abbandonare i suoi cari, di sopportare il dolore e di morire alla vita terrena, per rinascere alla vita eterna.
Nel Segno della Croce i familiari, possono sopportare amare lacrime di dolore, che rinasceranno in dolci lacrime di rimpianto e di ricordi, sfocianti in un’unica lacrima finale di Speranza certa nella Risurrezione.
Chiara Bocca
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