Il senso dell’abitare

da Quaderni Cannibali

del 15 novembre 2010

          

           Ultima notte nella casa dove la nostra famiglia ha vissuto nove anni.Restano un letto, due tavoli e pochi mobili vuoti che domani verranno smontati e portati via. Tanti ricordi di ogni segno e un bilancio positivo. Sono stanco e dolorante, dopo alcune giornate massacranti dove le tracce della nostra vita sono state inscatolate e trasportate. Faccio anche fatica a mettere ordine nei pensieri.

 

           Abitare, cambiare casa. E' stata una scelta impegnativa, dal punto di vista economico e mentale, che soprattutto nelle ultime settimane ha voluto dire dedicare a questa impresa tutte le energie e tralasciare altre attività importanti. Una scelta che ha dietro la ricerca di uno stile.

           Alcuni anni fa, durante una grave malattia, non pensavo certo di cambiare casa. Altre erano le mie priorità. Oggi, che quel vissuto sembra trascorso, vedo il trasloco come un momento del discernimento su cosa mettere a fuoco nella vita. Che cosa è importante?

           E' importante avere uno spazio dove poter stare. Abbiamo scelto un tipo di vita che non è in una qualche comunità, ma nel quotidiano dei più, dove i luoghi più abitati sono la dimensione domestica e il lavoro. Abitare una casa per noi, quindi, significa avere la possibilità di svolgere le nostre attività, il gioco per i bambini, lo studio, la preghiera, la scrittura...

           Significa poter aprire la nostra famiglia a un altro figlio, accogliere degli ospiti a mangiare e avere un posto letto disponibile. Una casa che sia nostra, ma anche da condividere con gli altri, non chiusa. Ecco perché ci siamo imbarcati in questa avventura.

           Avremo delle finestre da cui vedremo solo cielo, alberi e un fiume. Sono fortunato. Ho sempre avuto alberi davanti alle mie finestre. E' una bellezza che apre lo sguardo e il cuore.

           Una casa non sono solo delle mura, un dormitorio o un tetto sulla testa, è un luogo dove realizzare una parte delle proprie scelte di vita.

 

Christian Albini