Il senso della vita svelato ai piccoli

Tutti hanno bisogno di capire il senso della propria esistenza... e a volte è molto più semplice spiegarlo ai bambini!

Il senso della vita svelato ai piccoli

da Quaderni Cannibali

del 13 ottobre 2010

          

          

           “Mamma, però io sono diverso dagli altri bambini. I miei compagni di scuola hanno due reni e possono mangiare quello che vogliono”. La frase, apparentemente buttata lì per caso da mio figlio, sette anni, sei interventi al suo attivo, sette mesi e oltre di ospedalizzazioni collezionate solo nei suoi primi sette mesi di vita, nascondeva ben più grandi domande.

            “Chi sono io? Qual è il senso della mia vita? Qual è il senso della mia sofferenza?”, e soprattutto: “Cosa devo fare, dove sto andando, dove finirò?”. Il mio cuore di madre per un momento ha sanguinato, ma era preparato da anni di osservazione, non senza stupore, non senza gratitudine, alla meraviglia della sua piccola esistenza, all’enorme frutto portato a questo mondo semplicemente dal suo esistere. Quante vite ha già salvato, questo piccolo grande uomo di Dio…

           Come posso, io, novella Maria del terzo millennio, tra le tante da me conosciute da quando sei anni fa iniziai il servizio de La Quercia Millenaria, non vederlo con gli occhi distaccati di chi, non solo mamma, ma figlia di Dio, intuisce nella piccola ma gloriosa esistenza un senso che va ben al di là di una malattia? Se Dio lo ritenesse utile al suo scopo, non lo guarirebbe forse all’istante? Chi sono io, per legarlo al mio cuore, per possederlo schiava del terrore di vederlo morire, come tanti piccoli innocenti vedo volar via a causa di molte malattie, durante il mio servizio?

           Queste riflessioni, maturate da lungo tempo, mi hanno donato prontezza nel rispondere. “È vero, tu sei diverso. Ma essere diversi non è un errore, quando si è speciali come te. Forse tu non lo ricordi, ma quando Dio chiese a voi piccole anime nel Paradiso, chi desiderasse avere una vita speciale da donare agli altri, tu ti offristi per primo. Come Samuele dicesti Eccomi… e nel decidere, scegliesti proprio tu quale famiglia avresti voluto accanto a te, per svolgere il tuo ministero. Ed io sono proprio orgogliosa di essere la tua mamma.

           Sai, Giona, il senso di un’elezione non è semplice da capire… sarebbe come voler comprendere perché Francesco Forgione è divenuto Padre Pio o - per essere più frivoli - perché proprio Norma Jane Baker e non un’altra, è divenuta Marilyn Monroe… C’è un’elezione, un proprio posto nel mondo, all’interno del quale poter esprimere il proprio potenziale, il senso della propria esistenza, e tracciare un solco in questo pianeta, un frutto che rimane per sempre, e che fa avanzare il Regno di Dio, e avvicina il ritorno di Gesù grazie al proprio agire”.

           Incredibilmente, questo discorso così complicato per un bambino di sette anni, è stato recepito all’istante. L’ho capito quando i suoi occhi si sono illuminati di gioia ed orgoglio personale, e quando mi ha detto: “Senti un po’, mamma, mi racconti di nuovo cosa succederà quando tornerà Gesù sulla terra?”. Ed io: “Beh, quando Gesù ritornerà, tutti i morti risusciteranno, anche i nostri piccoli della Quercia Celeste!”.

           E lui: “Quindi non andremo a vivere per sempre in Cielo”… “No, amore, il cielo è riservato agli Angeli e ai Santi eletti per regnare lì. Il luogo di noi umani, il nostro regno, è la Terra. È stata pensata per noi da sempre, ci era stata tolta da Satana a causa del peccato di Adamo, ma Gesù l’ha riguadagnata per noi e così non appena il tempo sarà compiuto, saremo nuovamente noi a regnare su di essa”.

           E lui: “E così quando Gesù tornerà, cos’altro succederà?”. “Non esisterà più morte, né malattia. Tutti guariranno all’istante, e nessuno si ammalerà più”. E lui, con grande concretezza ha concluso: “Allora non ci sarà più bisogno de La Quercia Millenaria”.

           Santo cielo, è vero! Il Signore dovrà trovarci qualcos’altro da fare!!E lì la storia si è conclusa, e lui coraggiosamente vive ogni giorno nella gioia la sua vita, piena di senso, ora svelato, e pregando come nessun bambino di quella età si sente pregare.

           Qualche giorno dopo, il Signore, come sempre, mi ha mandato segni concreti della sua vicinanza e del suo amore. Un bambino che come Associazione seguivamo sin dalla nascita, e oggi ha sei anni, con gli stessi identici problemi di mio figlio, lo stesso percorso, è venuto a trovarci a casa con la sua mamma, in difficoltà, per la sua salute e per le ribellioni di suo figlio alla sua vita regolata da dieta, farmaci ed eesami diagnostici.

           E così, questi due bambini, confrontandosi loro stessi, come le loro mamme, si sono accorti di non essere poi così soli, di non essere poi così diversi da tanti altri che hanno problemi persino peggiori.

           È stato davvero un dono poter mostrare questo a mio figlio, un dono che ho vissuto come tale, come una restituzione di quanto sempre fatto per le mamme e i bambini in difficoltà. Qualcuno, quel giorno è venuto in mio soccorso. Anche le mamme delle piccole Querce hanno bisogno di aiuto…

Sabrina Pietrangeli Paluzzi

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