L'arcivescovo di Trieste, mons. Crepaldi, parla della famiglia e della società...
Il Sinodo sulla famiglia che si apre oggi 4 ottobre, ponendo al centro delle sue riflessioni dottrinali e pastorali il vangelo del matrimonio della famiglia nella società di oggi, chiama in causa in modo pieno anche la Dottrina sociale della Chiesa. Il progetto di Dio sulla vita sociale e politica degli uomini, stabilito nella creazione e che sarà ricapitolato in Cristo alla fine dei tempi, ha al centro il matrimonio e la famiglia. Essi sono anche i primi terreni in cui deve impegnarsi l’azione sociale e politica dei cristiani, unitamente a tutti gli uomini che cercano la verità, illuminati dalla Dottrina sociale della Chiesa. La civiltà dell’amore, della verità e della misericordia, della giustizia e del perdono, si costruisce prima di tutto in famiglia.
L’attenzione posta dal Sinodo straordinario sul matrimonio ha non solo una dimensione di pastorale matrimoniale e familiare. Dato che il matrimonio è alla base della famiglia e la costituisce, si può dire che il matrimonio sia a fondamento dell’intera società, dato che questa ha origine dalla famiglia. Ogni indebolimento del matrimonio, che è anche una istituzione sociale, comporta un declino e un impoverimento delle relazioni sociali in quanto tali. È nel matrimonio che, per la prima volta, due poli complementari della persona umana, l’uomo e la donna, si accolgono in un vincolo indissolubile e aperto alla vita e, così facendo, fondano la comunione sociale e tra le generazioni, assumendo una responsabilità pubblica fondata non sui desideri ma sulla complementarietà secondo un ordine, l’ordine naturale e, quindi, l’ordine del Creatore.
Non va dimenticato che il matrimonio è prima di tutto di ordine naturale. Già a questo livello si comprende che la sessualità umana ha anche una dimensione pubblica di accoglienza, di promessa, di impegno, di corresponsabilità secondo l’ordine della natura umana, che non è semplicemente un dato fisico ma che non può prescindere dal dato fisico. Già a questo livello il matrimonio è indissolubile, per la profondità dell’unione degli sposi e per la responsabilità verso i figli. L’esercizio della sessualità ha senso pienamente umano solo nel matrimonio perché così dice la verità dell’amore umano.
Ma il matrimonio è stato elevato da Nostro Signore Gesù Cristo a sacramento, segno reale dell’amore sponsale di Cristo per la Chiesa e inizio di una nuova creazione, dopo la caduta del peccato. È così che l’elemento naturale viene confermato nella sua verità e nel contempo elevato e purificato. Sta qui il rapporto tra l’Eucarestia e il Matrimonio: come sull’altare si ripropone realmente il Sacrificio di Cristo per la nuova creazione, così nel matrimonio, i due sposi si uniscono rinascendo per la nuova creazione. “Questo mistero è grande”, anche per i suoi significati sociali e chiama in causa l’intera Dottrina sociale della Chiesa.
Questa, in fondo, è a servizio della evangelizzazione e della nuova creazione. La Dottrina sociale della Chiesa si rivolge alle relazioni umane sul piano naturale per immettervi la linfa del Vangelo ed elevarle. Tutta la Chiesa, e specialmente i laici, operano per ricondurre le relazioni umane all’originario progetto di Dio, proprio come ha fatto Gesù col matrimonio, quando disse: “ma in principio non era così” in riferimento alle eccezioni di divorzio previste dalla legge antica. Oggi gli interpreti danno nuove interpretazioni a questa frase, che insistono più sull’aspetto narrativo, ma credo che rimangano valide le interpretazioni che rimandano al progetto originario di Dio sul matrimonio, poi inquinato dal peccato ed ora bisognoso di redenzione.
È così che il matrimonio come sacramento ha una potente valenza in ordine alla costruzione della società degli uomini. Esso conferma l’ordine naturale e poi lo aiuta ad essere se stesso elevandolo e purificandolo. In ogni campo della vita sociale e politica la Chiesa fa questo. Ma lo fa soprattutto circa il matrimonio e la famiglia che stanno all’origine della società.
La preparazione dei nostri giovani fin dall’adolescenza alla bellezza del matrimonio cristiano, la predicazione del valore della castità prematrimoniale, matrimoniale e di coloro che l scelgono per il Regno di Dio, l’attenzione di fare le cose in modo che non si celebrino matrimoni nulli, il lancio di una pastorale familiare incentrata non tanto sulle difficoltà, ma sulla bellezza dell’amore umano, la trasmissione alle nuove generazioni di una teologia del corpo come dagli insegnamenti di Paolo VI nella Humanae Vitae e di Giovanni Paolo II nella Familiaris consortio sono tutte attività incentrate sul matrimonio e sulla famiglia, ma non aliene dalla costruzione della società secondo il progetto di Dio che è lo scopo della Dottrina sociale della Chiesa. Su questi temi c’è un grande spazio di collaborazione tra pastorale familiare, pastorale sociale e Dottrina sociale della Chiesa.
Confermando e approfondendo la dottrina della fede sul matrimonio e sulla famiglia, il Sinodo potrà dare nuova energia di incontro pastorale con le persone che vivono situazioni familiari difficili o non conformi alla verità umana e cristiana del matrimonio nella verità misericordiosa del matrimonio stesso. Potrà dare nuovo slancio anche all’impegno sociale e politico, secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa, per la protezione e promozione pubblica del matrimonio e della famiglia.
mons. Crepaldi
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