IL SISTEMA PREVENTIVO APPLICATO TRA I GIOVANI PERICOLANTI (1878)

La vicenda non è del tutto chiara; ma informazioni dei biografi e alcune lettere destinate ad autorità religiose e civili consentono una buona ricostruzione dei fatti e insieme una discreta conoscenza delle circostanze, dei moventi e del significato dell'iniziativa...

IL SISTEMA PREVENTIVO APPLICATO TRA I GIOVANI PERICOLANTI (1878)

da Don Bosco

del 26 febbraio 2007

1.      L’origine

 

    Le pagine sul sistema preventivo del 1877 trovano nei mesi seguenti caratteristica traduzione in un sintetico 'progetto' che don Bosco redige nel corso del soggiorno romano, iniziato il 22 dicembre 1877 e protrattosi fino al 26 marzo 1878, e indirizza al ministro dell’Interno, Francesco Crispi.1

    La vicenda non è del tutto chiara; ma informazioni dei biografi e alcune lettere destinate ad autorità religiose e civili consentono una buona ricostruzione dei fatti e insieme una discreta conoscenza delle circostanze, dei moventi e del significato dell’iniziativa.

    Essa non sembra sorgere da motivazioni soltanto pedagogiche, ma radicarsi pure in un’antica e persistente aspirazione di don Bosco a trovare a Roma una sede operativa per la sua Società religiosa. L’uno e l’altro motivo appare chiaramente presente nei colloqui con personalità laiche ed ecclesiastiche e nelle lettere a loro indirizzate, secondo una politica a doppio binario che da abile diplomatico l’educatore piemontese conduce per la realizzazione dei suoi propositi caritativi.

    Secondo quanto è riferito nelle Memorie Biografiche, il 16 febbraio 1878 don Bosco ottiene un’udienza dal ministro dell’Interno Francesco Crispi, che egli interroga circa garanzie di sicurezza per l’imminente Conclave, che si svolgerà nei giorni 19 e 20 e si concluderà con l’elezione di Leone XIII. Nel colloquio, prima agitato e poi cordiale, si sarebbe infine parlato a lungo dei 'sistemi educativi', lamentando 'i disordini che avvenivano nelle carceri dei giovani corrigendi'. 'Su tale argomento — prosegue l’annalista in termini piuttosto sorprendenti — la conversazione durò a lungo. Il Ministro sentì i pareri di Don Bosco, fece voti perché quei luoghi, ove la gioventù rinchiusa anziché migliorare, andava moralmente peggiorando, fossero affidati agli educatori cresciuti nell’Oratorio di Don Bosco e gli chiese un programma del suo sistema per poterlo esaminare. Il Beato capiva benissimo l’impossibilità per il Ministro di prendere una simile decisione; tuttavia lasciò dire e promise che gli avrebbe mandato un suo modo di vedere intorno al riordinamento delle case di pena per detenuti minorenni'.2

    Pochissimi giorni dopo don Bosco invìa al ministro il breve promemoria sul suo 'sistema' di educazione con una lettera di presentazione, che contiene anche proposte circa sei possibili sedi romane di un ospizio per giovani.

          Eccellenza,

   Ho l’onore di presentare a V.E. le basi sopra cui si può regolare il sistema preventivo applicato tra i giovanetti pericolanti nelle pubbliche vie o nelle case ed ospizi di educazione.

   Nel tempo stesso ansioso di secondare il buon volere espresso da V.E. mi fo ardito di nominare alcune località di Roma che possono servire a tale uopo e che sono dipendenti dal medesimo governo(...).

   Qualunque di questi locali al governo piacesse di lasciare a mia disposizione lo destinerei esclusivamente a favore dei fanciulli poveri e pericolanti con leggero disturbo delle finanze del governo ed ho piena fiducia che ciò si possa effettuare.

   In questo modo si provvederebbe ad un gran numero di poveri fanciulli che dimandano di essere ricoverati, e si porrebbe anche un termine al grave e spendioso inconveniente di inviare da questa città moltitudine di ragazzi nell’ospizio di Torino e di S. Pierdarena(...).

   Roma 21 febbr. 18783

    Concetti analoghi a questi e a quelli contenuti nel promemoria don Bosco aveva già espressi e continuerà a sviluppare anche nel mondo ecclesiastico.

    Ne ebbe occasione, quasi in forma ufficiale, nella prima Conferenza dei Cooperatori in Roma, il 29 gennaio, che don Bosco ritiene di eccezionale importanza: 'farà epoca nella storia', scrive il giorno stesso a don Rua;4 'è un gran fatto storico per noi', ripete al direttore di Nizza, d. Giuseppe Ronchail, qualche giorno dopo.5 Come è riferito nel Bollettino Salesiano di marzo, nel suo discorso don Bosco rispondendo a due difficoltà ebbe modo di occuparsi dei due temi allora particolarmente cari: la cura dei giovani e la presenza salesiana a Roma.

             I Salesiani nell’opera loro non incontreranno ostacoli presso le autorità civili? — Non avvi questo pericolo(...), perché l’opera dei Salesiani e loro Cooperatori tende a giovare al buon costume, diminuire il numero dei discoli, che abbandonati a se stessi corrono grande pericolo di andare a popolare le prigioni. Istruire costoro, avviarli al lavoro, provvederne i mezzi, e dove sia necessità, anche ricoverarli, nulla risparmiare per impedirne la rovina, anzi farne buoni cristiani ed onesti cittadini, queste opere, dico, non possono non essere rispettate, anzi desiderate da qualsiasi governo, da qualsiasi politica(...).

   Taluno dirà(...): Le opere dei Salesiani(...) sono fuori di Roma(...). — Rispondo: I Romani che fecero sempre grande carità, e fortemente aiutarono le opere dei Salesiani, devono consolarsi di aver fatto cosa utile ai Romani. In ogni tempo un notabile numero di ragazzi fu inviato da questa Città nelle Case Salesiane; molti vi si trovano presentemente, parecchi dimandano ora di esservi condotti e ricoverati. Del resto ognuno cooperi pure al benessere della gioventù di questa grande città; poiché i Salesiani stessi godono della speranza che Dio concederà loro di potersi presto unire a Voi, e a questo zelantissimo Clero a pro della povera gioventù di Roma(...).6

    È quanto mai probabile che don Bosco abbia davanti agli occhi qualcosa che si avvicina al testo inviato a Francesco Crispi, mentre in un giorno imprecisato del mese di marzo prepara una lettera a Leone XIII. Identiche sono le indicazioni circa la diagnosi della condizione giovanile e i relativi interventi.

          Beatissimo Padre,

   il Sac. Gio. Bosco umilmente prostrato ai piedi di V.S. supplica a volergli permettere l’esposizione d’un bisogno gravemente sentito in tutti i paesi, ma specialmente in Roma. Questa alma città ne’ tempi normali era abbondantemente provveduta di istituti educativi per ogni condizione di cittadini. Ora lo stato anormale delle cose, lo straordinario aumento di popolazione, i molti giovanetti che di lontano si recano qua in cerca di lavoro o di rifugio, rendono indispensabili alcuni provvedimenti per la bassa classe del popolo. Questo bisogno è reso dolorosamente palese dal gran numero di giovanetti vagabondi, che, scorazzando alcun tempo per le piazze e le vie, per lo più vanno a popolare le prigioni. Egli è per provvedere almeno in parte a questo bisogno che ogni anno non meno di cento fanciulli di questa città sono inviati negli Ospizi Salesiani di Genova e di Torino. Questi poverelli sono più abbandonati che perversi e pare che loro si farebbe un grande benefizio, se si potesse aprire un istituto, dove:

   1º Ne’ giorni festivi si raccogliessero in appositi giardini, e fossero ivi trattenuti in amena ricreazione colla musica, colla ginnastica, con altri piacevoli trastulli, intanto che venissero istruiti nel catechismo e nelle pratiche di pietà.

   2º Si attivassero scuole diurne e serali pei più poveri, cioè per quei giovanetti, che essendo già alquanto discoli o cenciosi non sono accettati nelle pubbliche scuole.

   3º Quelli poi che fossero assolutamente poveri ed abbandonati, venissero ricoverati in apposito ospizio, dove colla religione imparassero un mestiere con cui a suo tempo guadagnarsi il pane della vita e vivere da buoni cristiani.

   Con questi mezzi si darebbe cristiana educazione a non pochi poveri ragazzi, che sarebbero così avviati pel sentiero dell’onore e dell’onestà, con fondata speranza che non andrebbero più a popolare le prigioni che loro già stavano aperte.

   Per effettuare questo importante e difficile ministero, qualora piaccia alla S.V., l’umile esponente offre di tutto buon grado i religiosi Salesiani, che appunto hanno questo scopo e col divino ajuto ottennero già altrove buoni risultati. Essi sarebbero veramente fortunati ogni qual volta potranno eseguire non i comandi, ma i semplici desideri di V.S., ed unire i loro deboli sforzi a tanti sacerdoti che con zelo coltivano questa medesima messe.

   Una grave difficoltà si presenta nei mezzi materiali, con cui fondare e sostenere tale Istituto; ma siccome la Provvidenza del Signore non venne mai meno in simili casi, così con viva fiducia si spera che Dio pietoso o manderà i mezzi necessari o inspirerà a V.S. qualche dovizioso cattolico, il quale mosso dalla gravità del bisogno voglia venire in soccorso alla capitale del cristianesimo, liberando tanti fanciulli dalla rovina materiale e morale per ridonarli alla civile società buoni cristiani e buoni cittadini.

   La santità vostra si degni di benedire l’ideato progetto e l’umile esponente, che si prostra ai piedi di V.S. e si professa

Umil.mo figlio   

Sac. GIO. BOSCO.7   

    Ma don Bosco non abbandonava la linea 'laica' e nel mese di aprile compiva un primo indiretto approccio con il nuovo ministro dell’Interno, Giuseppe Zanardelli,8 tramite il comm. Giovanni B. Aluffi, segretario generale al ministero.

          Car.mo Sig. Aluffi,

   Vorrei ripigliare le pratiche iniziate sotto al Ministero Crispi e che erano già a buon punto. Ho pertanto bisogno che Ella mi consigli intorno al modo di fare. Se le carte per la Decorazione di Giovanni Albertotti Dott. e Prof. in Medicina si sono conservate, rinnoverei la sola preghiera; se poi fossero andate smarrite unirei una copia di tutto. Lo stesso dico sul progetto preventivo di aprire case per accogliere fanciulli pericolanti; siccome ne era stato formalmente incaricato da quello stesso Ministro. Per sua norma Le dico che Zanardelli in passato fu sempre in buone relazioni e mi ha sempre trattato con molta benevolenza(...).

   Torino, 25 aprile, ’789

    Il duplice problema ritornerà, sembra per l’ultima volta con riferimento al promemoria sul sistema preventivo, in una lettera del 23 luglio destinata a Zanardelli stesso.

          Eccellenza,

   Nel mese di febbraio ultimo decorso il sig. Ministro dell’Interno chiedevami di esprimere il mio pensiero intorno al sistema preventivo e sulla possibilità di provvedere a’ fanciulli che non sono ancora perversi ma solamente abbandonati perciò pericolanti nelle varie città d’Italia specialmente di Roma.

   Desideroso di appagare il sig. Ministro e fare del bene alla gioventù ho preparato un promemoria pratico, di poco costo al governo e di facile esecuzione.

   Presentati quegli scritti e fatta una conferenza succedette il cangiamento di Ministero pel che restò ogni cosa sospesa.

   Se mai tale fosse tuttora l’intenzione della E.V. io mi presterei di tutto buon grado; e se quel piego non fosse reperibile, ne rinnoverei copia che farei tosto pervenire a mani dell’E.V.

   Qualunque deliberazione nella sua saviezza giudichi di prendere io la prego di gradire la costante mia volontà di adoperarmi per diminuire il numero dei discoli e di accrescere quello degli onesti cittadini, mentre ho l’alto onore di potermi professare.

   Della E.V.

   Torino, 23 luglio 187810

    Non risulta che il promemoria sia stato richiesto, anzi che ci sia stato un qualunque riscontro. Al limite, non si ha nemmeno la certezza che la lettera sia stata effettivamente spedita o sia giunta nelle mani di Zanardelli. Il documento, in ogni caso, è rimasto inoperante.

 

 

 

2. Descrizione dei documenti

 

1. Doc. N – Correzioni e aggiunte manoscritte di Don Bosco in un fascicolo dell’edizione a stampa, separata, del 1877.

    Il fascicolo stampato del solito formato, contenente l’edizione separata del 1877 delle tre note 'sezioni', si trova nell’ASC 133 'Inaugurazione' 2. Don Bosco interviene con molte e sostanziali correzioni nella terza 'sezione' relativa al 'sistema preventivo'. Le modifiche e le esclusioni tendono generalmente a eliminare o a ridurre i riferimenti religiosi. Nella quarta pagina di copertina sopra l’incisione, a destra, don Berto ha scritto: Progetto per educare la gioventù col Sistema preventivo presentato al Ministro degli Interni nel 1877. Non sono esatti né il contenuto né l’anno. Per le notevoli omissioni il testo si discosta dalla redazione originaria, ma è ancora molto lontano dalla struttura e dai contenuti del promemoria inviato a Crispi nel febbraio 1878. Può rappresentare una fase intermedia del passaggio dal testo del 1877 alla rielaborazione del 1878, contenuta nel documento O.

    Si indicano di seguito le varianti in rapporto all’edizione italiana separata del 1877.

    N.B. I numeri indicano le linee del testo del documento H edito in questo stesso volume.

395-396 Il sistema... gioventù H Il sistema preventivo nelle case di educazione N

397-406 Più volte... vantaggi H del N

408    e perché... preferire H e perché debbasi preferire nella educazione della gioventù N 429-430 Questo... amorevolezza H Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, e l’amorevolezza N

490-492 Fate... peccati H del N

521    dopo le ordinarie preghiere H del N

529-545 VII. Si... cap. VI) H del N

597    coll’aiuto di Dio H del N

 

2. Ms O – Il sistema preventivo nella educazione della gioventù. Promemoria a F. Crispi – microschede 26 E 4-9.

    È una minuta tutta autografa di don Bosco, con numerose correzioni ugualmente autografe, affidata a due fogli staccati di differenti dimensioni, custoditi nell’ASC 131.01 Governo, Crispi.

    Il primo è un foglio doppio, formato protocollo, 264x208 mm, di 4 pagine. La carta è leggerissima, senza rigatura. È numerata solo la prima pagina, ma da archivista successivo. Restano i segni di piegatura sia in senso verticale che orizzontale. L’inchiostro è di colore violaceo, sbiadito. Le correzioni, invece, risultano fatte con inchiostro nero, più resistente al tempo.

    Il secondo foglio è semplice, di dimensioni più ridotte, 208x133 mm. La carta è robusta, senza rigatura. L’inchiostro è nero, simile a quello usato per le correzioni nel foglio precedente. Restano segni di piegatura in senso orizzontale.

    È da notare che la lettera s potrebbe apparire maiuscola come iniziale delle parole Sistema, Società, Sicurezza (la pubblica Sicurezza); ma in realtà ha le medesime dimensioni anche quando viene usata come minuscola all’interno di una parola.

 

 

Note:

 

1 Dell’intensa attività politica di Francesco Crispi (1818-1901), più volte ministro e presidente del Consiglio, basti ricordare l’appartenenza alla Sinistra storica e, in relazione al promemoria di don Bosco, il fatto che fu titolare del ministero degli Interni nel secondo ministero presieduto da Agostino Depretis, dal 26 dicembre 1877 al 23 marzo 1878. Gli succedette Giuseppe Zanardelli.

2 MB XIII 483.

3 La trascrizione della lettera è fatta sulla minuta autografa conservata nell’ASC 131.01, E III 298-299.    

4 E III 284.      

5 Lett. del 2 febbr. 1878, E III 286.

6 BS 2 (1878) n. 3, marzo, p. 13.

7 La trascrizione è effettuata sulla minuta autografa esistente nell’ASC 131.01, che corrisponde, salvo qualche particolare, al testo pubblicato in E III 317-318. — Concetti e termini erano ricorsi da una parte e dall’altra nell’incontro con Leone XIII il 16 marzo, secondo una relazione redatta subito da don Bosco: '(...) Basta così, prese a dire, in questo senso io sono non solo Cooperatore ma operatore e come Pontefice e come semplice fedele. Promuoverò senza dubbio tutte le istituzioni che hanno di mira il bene della società, soprattutto quelle che si prendono cura dei fanciulli pericolanti. Sono persuaso che non ci sia ministero più nobile che quello di adoperarsi a diminuire il numero dei discoli per farne onesti cittadini e buoni cristiani(...). — S. Padre, risposi, da molti anni io vagheggio il pensiero di poter inviare alcuni Salesiani ad unirsi ai preti di Roma e con loro cooperare al bene della pericolante gioventù soprattutto dei forestieri. Un piccolo ricovero, un Oratorio festivo, scuole serali, scuole diurne per i più poveri, ecco quanto parmi indispensabile(...)' (E III 328).    

8 Giurista, deputato della Sinistra storica, Giuseppe Zanardelli (1826-1903) fu più volte ministro, presidente della Camera e presidente del Consiglio nel triennio 1901-1903. Fu titolare agli Interni nel primo ministero retto da Benedetto Cairoli, dal 24 marzo 1878 all’11 dicembre dello stesso anno.  

9 E III 335.

10 Anche questa trascrizione è ricavata dalla minuta esistente nell’ASC 131.01. Il testo corrisponde quasi perfettamente a quello già pubblicato in E III 366-367.

 

 

 

 

 

 

II. TESTO

 

Doc. O – ms – pro-memoria autografo di Don Bosco per il ministro Francesco Crispi.

O = redazione autografa di don Bosco della minuta del pro-memoria

O2, O3... = interventi successivi di don Bosco sulla minuta autografa

 

 

Il sistema preventivo

nella educazione della gioventù

 

 

   Due sono i sistemi usati nella educazione morale e civile della gioventù: Repressivo e preventivo. L’uno e l’altro sono applicabili in mezzo alla civile società e nelle case di educazione. Daremo breve cenno in generale sul sistema preventivo da usarsi in mezzo alla civile società; di poi come possa con successo praticarsi nei reclusori, nei collegi, negli ospizi e negli stessi educandati.

Sistema preventivo e repressivo in mezzo alla società.

   Il sistema repressivo consiste nel far conoscere le leggi e la pena che esse stabiliscono; di poi l’autorità deve vegliare per conoscere e punire i colpevoli. Questo è il sistema usato nella milizia e in generale fra gli adulti. Ma i giovanetti mancando di istruzione, di riflessione, eccitati dai compagni o dalla irriflessione, si lasciano spesso ciecamente strascinare al disordine pel solo motivo di essere abbandonati.

   Mentre le leggi vegliano sopra i colpevoli, devonsi certamente usare grandi sollecitudini per diminuirne il numero. |

Quali fanciulli debbano dirsi ne’ pericoli.

   Io credo che si possano chiamare non cattivi ma in pericolo di venir tali coloro che:

   1º Dalle città o dai diversi paesi dello stato vanno in altre città e paesi in cerca di lavoro. Per lo più costoro portano seco un po’ di danaro, che consumano in breve tempo. Se poscia non trovano lavoro, versano in vero pericolo di darsi al ladroneccio e cominciare la via che li conduce alla rovina.

   2º Quelli che fatti orfani dei genitori non hanno chi li assista quindi rimangono abbandonati al vagabondaggio e alla compagnia dei discoli, mentre una mano amica, una voce caritatevole avrebbe potuto avviarli nel cammino dell’onore e dell’onesto cittadino.

   3º Quelli che hanno i genitori i quali non possono o non vogliono prendere cura della loro figliuolanza; perciò li cacciano dalla famiglia o li abbandonano assolutamente. Di questi genitori snaturati purtroppo è grande il numero.

   4º I vagabondi che cadono nelle mani della pubblica sicurezza, ma che non sono ancora discoli. Costoro se venissero accolti in un ospizio ove | siano istruiti, avviati al lavoro, sarebbero certamente tolti alle prigioni e restituiti alla civile società.

Provvedimenti.

   L’esperienza ha fatto conoscere che si può efficacemente provvedere a queste quattro categorie di fanciulli:

   1º Coi giardini di ricreazione festiva. Coll’amena ricreazione, colla musica, colla ginnastica, colla corsa, coi salti, colla declamazione, col teatrino si raccolgono con molta facilità. Colla scuola serale poi, colla scuola domenicale, col catechismo si dà l’alimento morale proporzionato e indispensabile a questi poveri figli del popolo.

   2º In queste adunanze fare indagini per conoscere quelli che sono fuori di padrone, e fare in modo che siano occupati ed assistiti nel lavoro lungo la settimana.

   3º Se ne incontrano poi di quelli che sono poveri ed abbandonati, né hanno come vestirsi, né come nutrirsi, né dove dormire la notte. A costoro non si può altrimenti provvedere, se non con Ospizii e case di preservazione, con arti, mestieri ed anche colonie agricole.

Ingerenza governativa.

   Il Governo senza assumersi una minuta amministrazione, senza toccar il principio della carità legale può cooperare nei seguenti modi:

   1º Somministrar giardini pei tratteni|menti festivi; aiutar a fornire le scuole, e i giardini del necessario suppellettile.

   2º Provvedere locali per ospizi, fornirli dei necessari utensili per le arti e mestieri a cui sarebbero applicati i fanciulli ricoverandi.

   3º Il Governo lascierebbe libera l’accettazione degli allievi, ma darebbe una diaria ovvero sussidio mensile per coloro che trovandosi nelle condizioni sopra descritte fossero ricoverati. Ciò si farebbe constare o dai certificati dell’autorità civile; o dai fatti delle questure, che assai di frequente incontrano giovanetti che appunto si trovano in questa condizione.

   4º Questo sussidio giornaliero sarebbe limitato ad un terzo di quanto costerebbe un giovanetto nei riformatorii dello stato. Pigliando per base le carceri correzionali della Generala di Torino, e riducendo la spesa totale per ciascun individuo si può calcolare ad 80 centesimi al giorno.

   In questo modo il governo aiuterebbe, ma lascierebbe libero il concorso della privata carità dei cittadini. |

Risultati.

   Appoggiato sopra l’esperienza di trenta cinque anni si può constatare che:

   1º Molti ragazzi usciti dalle carceri con facilità si avviarono ad un’arte con cui guadagnarsi onestamente il pane della vita.

   2º Molti che versavano in estremo pericolo di venir discoli, cominciavano a cagionar molestia agli onesti cittadini, e già davano non leggeri disturbi alle pubbliche autorità; costoro si ritrassero dal pericolo e si posero sulla strada dell’onesto cittadino.

   3º Dai registri consta che non meno di cento mila giovanetti assistiti, raccolti, educati con questo sistema | impararono chi la musica, chi la scienza letteraria, chi arte o un mestiere, e sono divenuti virtuosi artigiani, commessi di negozio, padroni di Bottega, maestri insegnanti, laboriosi impiegati, e non pochi cuoprono onorifici gradi nella milizia. Molti anche forniti dalla natura di non ordinario ingegno, poterono percorrere i corsi universitarii e si laurearono in Lettere, in matematiche, medicina, leggi, ingegneri, notai, farmacisti e simili.

 

 

 

Note:

3 nella...civile om O add sl O2    

4 sono applicabili] soglionsi applicare O sono applicabili corr O2    

7-8 nei2...educandati] e nelle stesse case di educazione O nei collegi, negli ospizi e negli stessi educandati em O2    

11 che...stabiliscono] minacciate ai trasgressori O in essa stabilite em sl O2 che esse stabiliscono corr O3    

11A l’autorità deve om O add sl O2    

12-13 Questo...adulti om O add mrg O2    

post sistema add generalmente O2 del O3     

14 post eccitati add spesso O del O2    

14-15 spesso ciecamente om O add mrg O2    

15 post disordine add e diventano discoli non O del O2    

16 post leggi add fanno il loro corso e O del O2    

16-17 devonsi...numero] pare che questi si possano diminuire assai O devonsi certamente usare grandi sollecitudini per diminuirne il numero corr O2    

post numero add col prendere cura di coloro che trovansi in pericolo O col prendere cura degli abbandonati e pericolanti corr O2 del O3

18 debbano dirsi] trovansi O debbano dirsi em sl O2    

21 ante Dalle add Da paesi forestieri, od anche O del O2    

24-25 e cominciare...rovina] per vivere O e cominciare la vita che conduce alla rovina em O2    

26-27 li...abbandonati] prenda cura di loro sono quasi costretti a darsi O li assista quindi rimangono abbandonati em sl O2

28 amica] benefica O amica em sl O2    

28A caritatevole avrebbe potuto] amica li potrebbe O caritatevole avrebbe potuto em sl O2    

36-37 sarebbero...società] sono restituiti alla società e tolti dal pericolo di andare a popolare le prigioni O sarebbero certamente tolti alle prigioni e restituiti alla civile società corr O2    

42 colla3...salti] ricreazione O colla corsa, coi salti em sl O2    

43 colla scuola om O add sl O2

45 a questi...popolo om O a questi figli del povero popolo add O2 a questi poveri figli del popolo corr O3    

47 ed assistiti om O add mrg O2      

51 post costoro add hanno assoluto bisogno e devono essere ricoverati, altrimenti O del O2    

51-52 se...anche con om O add sl O2    

52 colonie agricole om O add mrg O2    

54 senza...amministrazione om O add mrg inf O2    

55-56 cooperare...modi om O add O2    

57 a fornire] con qualche sussidio a provvedere O a fornire em sl O2    

58 giardini] locali O giardini em O2    

68-71 Pigliando...giorno om O add mrg inf O2    

della Generala om O add sl O2 

81 disturbi...autorità] sospetti alle a O disturbi alla pubblica sicurezza em O2 disturbi all’autorità di pubblica sicurezza corr O3 disturbi alle pubbliche autorità corr O4      

84-85 chi...letteraria] la scienza O chi la musica, chi la scienza letteraria em sl O2    

85 chi arte o om O add sl O2

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