La vera “età della magia” non è il Medioevo, bensì la nostra epoca, a partire dalla fine dell'800 fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui è cresciuto l'interesse verso l'occulto e l'esoterismo e c'è stato anche un “risveglio religioso e magico”...
del 03 novembre 2010
           Siamo stati abituati dalla cultura dominante, che ancora risente delle idee del passato illuministe e positiviste, a credere che l’epoca più buia, dominata dalle superstizioni, “l’età della magia”, sia stata quell’ arco di tempo di circa mille anni che si è soliti chiamare “Medioevo”. Inoltre, fino alcuni decenni fa, sotto l’influenza delle tesi positiviste ottocentesche, si pensava che la società stesse andando a senso unico sulla via del progresso e che ciò sarebbe coinciso con la scomparsa della magia e l’“estinzione” della religione.
           E invece non è stato così, il progresso, la modernizzazione non ha creato una società “secolare”, i credenti di qualunque religione esistevano e continuano ad esserci anche oggi e convivono con i non credenti. E c’è di più, accanto alle religioni tradizionali, che secondo la tesi progresso=secolarizzazione sarebbero dovute scomparire, sono comparse inspiegabilmente tantissime nuove forme di spiritualità, di credenze, superstizioni, movimenti religiosi e magici in un periodo che si crede “liberato dall’oscurantismo del passato”, “illuminato dalla Ragione”, liberato dalle superstizioni.
           La vera “età della magia” non è il Medioevo, bensì la nostra epoca, a partire dalla fine dell’800 fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui è cresciuto l’interesse verso l’occulto e l’esoterismo e c’è stato anche un “risveglio religioso e magico”.
           Ma perché questo “ritorno al sacro” , questo interesse per l’occulto, la magia, la cartomanzia, perché questo proliferare di sette pseudo religiose nell’epoca della “Dea Ragione” ?
           Forse l’esasperato razionalismo ha provocato l’effetto contrario, reazioni irrazionaliste? Forse la Ragione da sola non sa rispondere a certe domande che gli uomini di tutti i tempi e anche l’uomo moderno, tecnologico, si pongono da sempre?
           Qualunque sia la risposta è un dato di fatto che soprattutto da quarant’anni circa a questa parte si sente parlare di nuove sette di vario tipo, credenze più o meno bizzarre di stampo pseudocristiano, orientale o addirittura pseudoscientifiche e ufologiche, per non parlare delle inserzioni pubblicitarie di maghi, sensitivi e cartomanti nelle riviste o degli astrologi in tv.
           Solo in Italia ci sono:- circa 7.000 maghi e astrologi reclamizzati sui mass media e 15.000 non reclamizzati- circa 600 movimenti magici ed esoterici (a volte vere e proprie associazioni segrete in contrasto con l’articolo 18 della Costituzione)
           Queste cifre preoccupanti sono indicative del fatto che molta gente è disposta a credere per i più svariati motivi nell’ “irrazionale” e nei ciarlatani di turno che si approfittano dei momenti di debolezza di persone disperate che sono in cerca di “guarigioni miracolose” , della vincita al lotto, ecc… Il giro di affari (malaffari) e truffe che ruota intorno al mondo della “magia popolare” è notevole e coinvolge circa il 22% degli italiani.
           Il fatto ancor più preoccupante, però, non riguarda la “creduloneria” della gente e gli ovvi raggiri economici di chi casca nella trappola di maghi, guaritori, cartomanti, bensì i pericoli in cui incorre chi entra a far parte di sette di vario tipo, dalle psicoanalitiche e curative e pseudoscientifiche, alle sette apocalittiche, da quelle di matrice cristiana a quelle di ispirazione orientale ed infine le sette sataniche.
           L’adepto è affascinato dal carisma dei capi, dalle promesse di salvezza, di esperienze interiori alternative al mondo moderno ultra-scientista e ipertecnologico o alle poco stimolanti religioni tradizionali, di miglioramento delle capacità psicofisiche che permettono all’uomo di acquisire presunte capacità magiche, verità nascoste agli “altri”, i “non eletti”, insomma promesse di salvezza o di poter diventare come Dio, perché in fondo l’uomo contiene già in sé tutte le potenzialità per poterlo essere, basta farle uscire fuori.
           L’adepto diventa succube del “maestro”, perde il senso critico, è facilmente manipolabile, perde la propria identità, cancella la propria personalità, si allontana dal proprio mondo di affetti, di valori e abbraccia il nuovo sistema di valori, gli unici giusti, quelli della nuova “famiglia” chiusa, la comunità di adepti con a capo una figura carismatica capace di rendere schiave queste persone che credono in lui, che hanno perso ogni punto di riferimento a parte lui, che si sono allontanate dagli amici, dalla famiglia, molto spesso anzi ritenuta “nemica”, colpevole di volerle allontanare da questa “nuova famiglia”, la vera via di salvezza.
           Svariate famiglie vivono il dramma di un famigliare completamente cambiato, che rifiuta l’affetto dei propri cari, che ha come pensiero fisso la setta di appartenenza, che è pure disposto a fare cospicue donazioni al “maestro” di turno per il “proprio bene”, contribuendo a peggiorare così la già brutta situazione famigliare, creando anche grossi problemi economici. Uscire da una setta non è facile, è fondamentale l’aiuto dei famigliari e degli amici per far prendere coscienza della reale situazione e per sostenere poi il fuoriuscito, solitamente vittima di vendette da parte degli altri membri della setta.
           Ovviamente sarebbe fondamentale il contributo delle forze dell’ordine e soprattutto dello Stato, forse poco interessato a questo pericoloso fenomeno criminale, perché di questo si tratta.
           Fortunatamente però solo una piccolissima minoranza della popolazione è interessata da questo problema.
           In particolare solo lo 0,5% degli italiani aderisce a qualche movimento magico (da non confondere con la “magia popolare”, quella dei cartomanti, indovini, astrologi a cui si rivolge moltissima gente) ben organizzato gerarchicamente, ben strutturato “teologicamente”, insomma una vera e propria “chiesa” quasi. Si tratta per lo più di movimenti legati allo spiritismo, in cui si cerca di esercitare poteri sugli spiriti e di ottenere doni come quello della profezia o di movimenti dediti all’occultismo vero e proprio, in cui si praticano riti, cerimonie magiche per ottenere “poteri”; sono collegati a questi ultimi i movimenti satanisti.
           In questo genere di movimenti, ai problemi descritti sopra relativamente alle sette, si aggiungono pericoli di altra “natura”, presi seriamente solo da chi crede nell’esistenza di “forze” ingannevoli ma in realtà malvagie e nemiche dell’uomo.
           E solo l’ 1% appartiene a qualche nuovo movimento religioso, che in realtà tanto nuovo non è, dato che si riprendono temi millenaristi da eresie cristiane del passato (si tratta di quei movimenti pseudocristiani che solitamente annunciano di anno in anno la fine del mondo imminente e che urge salvarsi. Come? Entrando a far parte della setta ovviamente).
           Oppure si tratta di movimenti che riprendono temi di origine orientale come la reincarnazione, tipici di filosofie e religioni come il Buddhismo o l’Induismo, e li riadattano alle esigenze dell’uomo moderno occidentale. E ancora “movimenti del potenziale umano”, mirati a risvegliare la “scintilla divina” insita in ogni uomo e le sue potenzialità con metodi pseudoscientifici, in un miscuglio di spiritualità orientale, gnostica e “scientifica” e “moderna”.
           La stragrande maggioranza della popolazione però, il 60%, “crede senza appartenere”; è la schiera dei “credenti a modo mio”, dei credenti in un’entità superiore indefinita, di una possibile vita al di là della morte o nella reincarnazione, senza appartenere però a nessun movimento religioso preciso, a nessuna religione istituzionalizzata.
           Nell’ ambito “cattolico” si tratta spesso dei cosiddetti “cattolici non praticanti”, di coloro che dicono “credo in Dio ma non nella Chiesa”, “sono cattolico ma odio i preti”. In altri ambiti si tratta di persone attratte dalla spiritualità orientale e influenzate da movimenti di ispirazione orientale che predicano come destino dell’uomo la reincarnazione, evidentemente più credibile di una possibile resurrezione, troppo occidentale e poco esotica ed attraente.
           Si tratta di persone che, pur non aderendo a nessun movimento in particolare, subiscono il fascino dell’esoterismo, sono attratte dal fenomeno magico, eclatante, sono influenzate da tali sistemi di credenze, accomunati da una religiosità sincretista, gnostica.
           Basta pensare alle influenze della spiritualità new age (ora “nextage”), una spiritualità “moderna”, “alternativa”, che sembra rispondere al bisogno di sacro dell’uomo moderno, relativista, che pensa che in fondo tutte le religioni sono ugualmente vere o false, che ognuno possa scegliere la “strada per la salvezza” più adatta alla propria persona, “salvezza” raggiungibile con le proprie capacità, attraverso la “conoscenza” (gnosi) ed esperienze “alternative” prese spesso in prestito dalle religioni preesistenti, in un sincretismo religioso in cui si fondono elementi orientali con elementi cristiani che diventano un tutt’uno.
           Tutto ciò potrebbe sembrare una creazione moderna, ma in realtà non è altro che il pensiero esoterico sempre esistito, una riproposizione della gnosi in chiave moderna.
           Questo desiderio di spiritualità, di ricerca del miracoloso, del fenomeno eclatante riguarda anche le religioni tradizionali e le chiese storiche; basti pensare, ad esempio, all’enorme successo che hanno avuto negli ultimi decenni i movimenti pentecostali nel mondo protestante o quelli carismatici nella Chiesa Cattolica.
           In Italia i cattolici rappresentano il 32% della popolazione, ciò significa che, sommati al popolo dei “credenti a modo mio” e degli appartenenti ad altre religioni o movimenti religiosi , la maggioranza della popolazione non è atea, come molti avevano previsto in passato pensando che la società moderna non avrebbe avuto bisogno del “sacro”, bensì “credente”.
           In Italia gli atei sono solo il 5% della popolazione e una situazione simile si riscontra anche in altri Paesi occidentali come gli U.S.A., maggiormente interessati a fenomeni di “risveglio religioso”.
           Ma perché la nostra società è interessata da questi fenomeni? Non si era forse inaugurata l’età della Dea Ragione in cui non ci sarebbe dovuto essere posto per la Fede, qualunque essa fosse? Perché per molti versi ha trionfato l’irrazionale sul razionale? Forse l’eccessiva razionalità rischia di diventare paradossalmente irrazionale?
           Forse la nascita o la rinascita di credenze e superstizioni è la reazione ad un’innaturale privazione del “sacro”? Ma può questa nuova Fede sopravvivere senza l’appoggio della Ragione, senza rischiare di diventare solo superstizione e limitarsi a mero “sentimento”, “esperienza”?
           “Il sonno della ragione genera mostri”, recita un celebre dipinto di Goya; la divinizzazione della Ragione ne genera altrettanti.
Rossella Rumore
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