Cos'è più devastante: la pesantezza di un elefante dentro ad un negozio di gioielli o l'invisibilità silenziosa di un tarlo dentro un mobile di legno massiccio? Se del primo è scontato il disastro vista la mole, del secondo poche volte si rammenta la pericolosità.
del 25 marzo 2010
         Cos'è più devastante: la pesantezza di un elefante dentro ad un negozio di gioielli o l'invisibilità silenziosa di un tarlo dentro un mobile di legno massiccio? Se del primo è scontato il disastro vista la mole, del secondo poche volte si rammenta la pericolosità. Un biglietto lasciato all'interno di un'auto parcheggiata sulla riva del mare di Taranto ce ne fornisce l'ennesima conferma: vent'anni di sospetti portano al suicidio.
 
         Parola di Pietrino Vanacore, il portinaio del famigerato stabile di via Poma a Roma. Il sospetto non è un elefante e nemmeno una pallottola sparata inaspettata in fronte e rivelatasi mortale. Il sospetto è un tarlo che s'addentra silenzioso nei pensieri, nelle azioni, nel quotidiano vivere della gente. E' qualcosa che - partorito e lanciato il più delle volte per cattiveria o per partito preso - intacca silenzioso la serenità di chi è vittima, sfascia storie d'amore, sbriciola fatiche durate un'intera vita.
         Toglie giorno dopo giorno le forze per combattere, per rimettersi in piedi, per ritrovare la passione e la grinta necessaria per giocarsi la vita. E' un tarlo che non conosce passaporti o limitazioni di percorso: il sospetto del doping, del riciclaggio di denaro sporco, di collusione con la mafia, di pedofilia, di evasione fiscale, di truffa aggravata, di maxi-tangenti.
         Ma ci sono sospetti ancor più massacranti sotto i quali soccombere: il sospetto di un'infedeltà e di un tradimento, di un illecito morale, di una diceria fuori posto, di un comportamento giudicato a rischio dai benpensanti. Rosicano indisturbati i tarli e sbriciolano immensi imperi, spengono lunghe storie d'amore, disappassionano giovani sacerdozi, stancano la voglia di immaginare un nuovo modo di essere, di agire, di sognare.
         Nessuna novità: la teologia cristiana il primo tarlo del sospetto lo va a rintracciare nel Paradiso Terrestre: il sospetto - firmato dal Diavolo ai danni di Adamo ed Eva - che Dio tenesse nascosto qualcosa che impedisse la loro felicità. Da quel sospetto primordiale scaturisce l'innominabile fila di sospetti che sono simili a delle contraffazioni di quel primo originale. Ma se questo tarlo porta chi ne è vittima a farne le spese in prima persona, lo scotto che porta in se' è ancora più pesante da sopportare. In questi mesi ne stanno facendo le spese la politica e la chiesa.
         Da una parte presunti sospetti di intrighi elettorali, di malcelato odio politico, di mosse che a nulla giovano per il bene del paese. Dall'altra il sospetto micidiale della pedofilia, delle coalizioni di potere ai vertici, di mosse politico - religiose azzardate. E accanto a loro due c'è un mondo sospettato: quello dello sport, della musica e della televisione, dei concorsi truccati e delle liste d'attesa, della medicina e dell'economia. Il tarlo agisce indisturbato, invisibile, silenzioso ma, dopo anni e anni di lavorìo, viene a galla il suo immenso potere: quello di togliere l'affetto attorno a ciò che lui ha divorato dentro. Non stupisce, dunque, la disaffezione diffusa verso la Chiesa e i suoi ministri, verso la politica e i suoi rappresentanti, verso il mondo e le sue mille agenzie di rappresentanza.
         Tre indizi non fanno una prova: ma il tarlo di un sospetto - se immeritato e prolungato fino a diventare uno stillicidio - priva l'uomo della passione di combattere: lo ammazza, lasciandolo vivere.Maledetto Demonio!
don Marco Pozza
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