“Tutti diciamo che "ci manca il tempo", perché il ritmo della vita quotidiana è diventato per tutti frenetico. Anche a tale riguardo la Chiesa ha una "buona notizia" da portare: Dio ci dona il suo tempo. Noi abbiamo sempre poco tempo; specialmente per il Signore non sappiamo o, talvolta, non vogliamo trovarlo.
del 07 dicembre 2008
“Tutti diciamo che 'ci manca il tempo', perché il ritmo della vita quotidiana è diventato per tutti frenetico. Anche a tale riguardo la Chiesa ha una 'buona notizia' da portare: Dio ci dona il suo tempo. Noi abbiamo sempre poco tempo; specialmente per il Signore non sappiamo o, talvolta, non vogliamo trovarlo. Ebbene, Dio ha tempo per noi! Questa è la prima cosa che l’inizio di un anno liturgico ci fa riscoprire con meraviglia sempre nuova. Sì: Dio ci dona il suo tempo, perché è entrato nella storia con la sua parola e le sue opere di salvezza, per aprirla all’eterno, per farla diventare storia di alleanza. In questa prospettiva, il tempo è già in se stesso un segno fondamentale dell’amore di Dio: un dono che l’uomo, come ogni altra cosa, è in grado di valorizzare o, al contrario, di sciupare; di cogliere nel suo significato, o di trascurare con ottusa superficialità” (Benedetto XVI).
 
 Anche il libro del Qoèlet ricorda tra le sue pagine che c’è un tempo per tutto: «C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci» (Qo 3, 2-5).
 
Il tempo, così come lo viviamo oggi, sfida con maggiore intensità la nostra capacità di giudizio. Ogni frammento di vita è misurato dal tempo e in ogni genere di circostanza (anche se trattasi di un solo istante) c’è sempre una scelta da compiere e una responsabilità da abbracciare. “Ogni cosa a suo tempo”, recita un antico proverbio, per ricordarci di non procedere frettolosamente di fronte ai richiami della vita e per non rischiare quelle schizofrenie così drammaticamente presenti nell’uomo moderno.
 
Le parole del Papa ci invitano a considerare il tempo d’Avvento come un’importante opportunità per ritrovare se stessi e per scoprire un Dio disposto ad offrire il suo tempo per noi. La preghiera che in questo periodo d’Avvento siamo chiamati a svolgere con maggiore disponibilità, potrà scandire il tempo di tutte le attese: l’attesa di un lieto evento, l’attesa di una guarigione, l’attesa di un importante incontro… l’attesa del Salvatore che ancora una volta chiederà di entrare nel nostro cuore.
 
Scriveva W. Shakespeare “Il tempo viaggia con diversa andatura. Con alcuni il tempo procede al passo, con altri va al trotto, con altri ancora al galoppo. Ma con alcuni se ne sta del tutto immobile senza muovere un passo”
 
Michelangelo
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