Il tradimento è sempre possibile (Gv 13, 21-33.36-38)SERIE: D'amore si muore, di...

Anche nei cuori più puliti, nelle intenzioni più belle e sincere, nelle amicizie più profonde c'è sempre la presenza di un tarlo che può rovinare tutto: il tradimento.

Il tradimento è sempre possibile (Gv 13, 21-33.36-38)SERIE: D'amore si muore, di speranza si vive

da L'autore

del 17 gennaio 2007

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Anche nei cuori più puliti, nelle intenzioni più belle e sincere, nelle amicizie più profonde c’è sempre la presenza di un tarlo che può rovinare tutto: il tradimento. Lo abbiamo provato tutti nell’età dell’adolescenza, quando avevamo trovato un amico, una amica, che speravamo fosse la nostra ancora di salvezza, il nostro punto di confidenza, il superamento della nostra solitudine e poi ci siamo visti le nostre confidenze messe in piazza, i nostri sentimenti buttati in pasto a tutti, soprattutto l’amico, con cui avevamo fatto patti di acciaio, farsi ostile e nemico, con il vantaggio di avere in mano tutti i nostri punti più deboli: traditore.

Gesù passa attraverso questa dolorosissima esperienza, non nei giochi di una adolescenza che per prove e difficoltà si fa più forte nell’affrontare la vita, ma nel pieno della sua missione. E’ stato tradito: aveva riposto tutte le sue speranze nei dodici, ma aveva sempre avuto grande rispetto della libertà di tutti. Giuda e Pietro sono alla stessa mensa, a quella cena intima che Gesù ha voluto consumare prima degli eventi definitivi della sua missione. Ambedue apostoli, ambedue collaboratori stretti di Gesù, ambedue alle prese con la propria coscienza, le proprie paure, ambedue con un rapporto di amicizia con Gesù. E satana scatena la sua battaglia, si insinua nelle loro vite e ne sfrutta le debolezze. Giuda lo tradisce con un bacio, Pietro con la paura. Gesù li ha chiamati entrambi, ha voluto far nascere nel loro cuore la sua passione per il Regno di Dio. Giuda era un poco di buono, Gesù accetta la sfida: se vuoi puoi farti affascinare da un amore più grande di quello che provi oggi. Giuda era stato scelto per essere apostolo, chiamato all’intimità con Gesù, a partecipare al suo progetto di mondo nuovo a partecipare al suo amore, alla sua missione. Ma ha scelto di abbandonare e ha creduto che il peccato fosse più grande della misericordia.

Non ha capito che poteva sempre e solo sperare, perché Gesù è la speranza vera di ogni vita. Anche là dove si costruisce la tana dei disperati, c’è sempre uno spiraglio di bontà. La luce della speranza si insinua in ogni fessura e vince.

 

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