Nel racconto degli eritrei giunti a Lampedusa l'indifferenza di chi avrebbe potuto aiutarli. "Se verrà confermato il racconto dei cinque eritrei, che hanno riferito di decine di imbarcazioni che pur avendoli visti non si sono fermate per soccorrerli, vuol dire che sono stati lesi i diritti umani".
del 22 agosto 2009
 
'Se verrà confermato il racconto dei cinque eritrei, che hanno riferito di decine di imbarcazioni che pur avendoli visti non si sono fermate per soccorrerli, vuol dire che sono stati lesi i diritti umani'. Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, che ieri è stato incaricato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni di predisporre una relazione sul racconto dei cinque immigrati - soccorsi ieri al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza - che hanno detto di essere rimasti in balia del mare per oltre venti giorni. Secondo il racconto dei naufraghi 73 loro compagni partiti dalla Libia sarebbero morti di stenti durante la traversata e i loro corpi via via abbandonati in mare. 'Il codice della navigazione internazionale - ha spiegato il prefetto - prevede che in caso di naufraghi occorre intervenire per salvarli. Nei prossimi giorni, soltanto quando gli eritrei staranno meglio, potranno raccontare con maggiore lucidità quanto è accaduto'. È comunque già stata iniziata una relazione - ha concluso Postiglione - 'da inviare al ministro da cui emerge quanto fino a ora i cinque hanno riferito'.
Mezzi del comando aeronavale della Guardia di Finanza sono intanto impegnati da questa mattina nelle ricerche delle presunte vittime del naufragio. Ieri le autorità maltesi hanno confermato che alcuni mezzi aerei impegnati nella missione Frontex hanno avvistato negli ultimi giorni sette cadaveri che non sono stati recuperati perché si trovavano in acque libiche. Le ricerche si estendono in un'ampia zona di mare da Lampedusa fino alle acque di competenza maltese.
Un gruppo di undici migranti è stato intanto bloccato dai carabinieri a Linosa, la più piccola delle Pelagie. Gli extracomunitari, tutti marocchini, sarebbero riusciti ad approdare direttamente sull'isola con un peschereccio che si è poi allontanato; le forze dell'ordine non hanno infatti trovato alcun barcone lungo il litorale. Gli immigrati sono stati accompagnati nel centro polivalente dell'isola, in attesa di essere trasferiti a Porto Empedocle con il traghetto di linea.
Ieri a Lampedusa si erano registrati tre sbarchi in poche ore:  dopo il gommone con cinque eritrei, una piccola imbarcazione con altri cinque tunisini è riuscita ad approdare nel pomeriggio a cala Croce, mentre un barcone con quarantacinque persone è stato intercettato a un miglio e mezzo dalla costa.
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