In Cile i giovani attendono Francesco costruendo chiese

Si chiama «Capilla Pa√≠s», è il progetto di apostolato della pastorale universitaria della Pontificia Università Cattolica del Cile. 2.500 gli studenti impegnati in questi giorni

In Cile i giovani attendono Francesco costruendo chiese

del 08 gennaio 2018

Si chiama «Capilla País», è il progetto di apostolato della pastorale universitaria della Pontificia Università Cattolica del Cile. 2.500 gli studenti impegnati in questi giorni

 

Uscire, da se stessi, dalle proprie comodità, per portare la presenza della Chiesa nelle strade, nelle periferie. L’appello che il Papa fece durante la Gmg di Rio De Janeiro, nel luglio 2013, fu presa sul serio dai giovani e dai sacerdoti della pastorale universitaria della Pontificia Università Cattolica del Cile. 

Nell’aprile del 2014 prese vita un progetto, «Capilla País», con l’obiettivo di costruire 50 cappelle in altrettante località del Cile: sobborghi poveri, ingranditisi negli anni, e senza strutture adeguate, senza una presenza cristiana visibile come quella, appunto, di una chiesa. Cinquanta cappelle da presentare poi come dono al Pontefice quando un giorno sarebbe venuto a visitare il Paese sudamericano. 
Il momento è arrivato, Bergoglio sarà in Cile dal 15 al 18 gennaio, e il giovane popolo di costruttori potrà esibirgli qualcosa che è andato al di là delle più rosee previsioni degli inizi. 
«Capilla País», infatti, è andato in crescendo, coinvolgendo studenti di ingegneria, di architettura e di altre facoltà, con la scelta di san Francesco come santi protettore dell’iniziativa – il santo a cui Dio disse: va’ e ripara la mia casa…. – l’impegno particolarmente intenso durante l’Anno della misericordia, ecc. 

Nei giorni scorsi l’ultimo slancio prima della visita di Francesco.

Martedì il cardinale Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago, ha celebrato la Messa presso il santuario nazionale di Maipú, che sorge sul luogo, poco fuori dalla capitale, dove il 5 aprile 1818 si svolse la battaglia decisiva della guerra di indipendenza del Cile. Il 14 marzo di quell’anno gli abitanti della zona e il lero si erano infatti ai rivoluzionari, chiedendo un aiuto celeste e promettendo che in caso di vittoria avrebbero costruito un santuario alla Madonna del Monte Carmelo.

Celebrando la Messa, il cardinale Ezzati ha “inviato” in missione per 10 giorni 2.500 studenti di 40 scuole superiori, inseriti nel progetto missionario della pastorale universitaria dell’Università cattolica. Una parte di loro andrà a dare una mano nei cantieri ancora aperti delle cappelle, gli altri, nelle stesse località, saranno impegnati in vere e proprie missioni al popolo. Si calcola che circa un milione di famiglie cilene saranno toccate in qualche modo da questa grande mobilitazione. 

 

Redazione Avvenire

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