Una vita breve ma vissuta con entusiasmo tra gli affetti della famiglia, lo studio, gli amici, l'impegno in oratorio, con la consapevolezza di essere chiamata ad essere “giovane per i giovani”. Ho incontrato Annamaria Vasta.
del 21 maggio 2009
PARLACI UN PO’ DI TE…
Ciao ragazzi, mi chiamo Annamaria Vasta e sono nata a Bra, in provincia di Cuneo, il 12 giugno del 1975. Ho una corporatura snella e regolare, ho gli occhi scuri e i capelli castani che tutti mi dicono esser simili a quelli di Maradona. Sono una persona socievole, a cui piace stare in compagnia. Mi piace andare al cinema, leggere, gioco a pallavolo e sono una golosa di dolci.
HAI QUALCHE PASSIONE?
Certo! Sin da quando ero bambina adoro il mare e allo stesso tempo ne ho un vago timore. La sua azzurra distesa verso l’orizzonte ha sempre avuto un grande fascino su di me anche se all’inizio mi rendeva un po’ diffidente. Poi ho imparato a godermelo pienamente: il sole splendente nel cielo azzurro, i mille colori riflessi sull’acqua, la brezza leggera sono per me fonte di benessere. Guardandolo mi viene da pensare che il mare assomigli un po’ alla vita è misterioso e ne possiamo vedere la superficie ma non quanto vi è sotto. Come il mare, ho imparato ad amare anche la montagna con tutte le sue bellezze. I piccoli paesi, le vette e i prati mi danno un gran senso di pace. In realtà mare o montagna per me è indifferente, l’importante è vivere intensamente amando ogni realtà creata.
TI PIACE STUDIARE? E COSA IN PARTICOLARE?
Sì, sono sempre stata una bambina attenta e diligente ma soprattutto curiosa. È una caratteristica che ho continuato a coltivare anche negli anni successivi. Quando mi sono trovata a dover scegliere verso che direzione proseguire i miei studi dopo la terza media non ho avuto dubbi. Ho sempre pensato che nella vita essere colti sia una grande risorsa per adoperarsi nel risolvere problemi importanti della società. Così ho scelto di iscrivermi ad un liceo classico per acquisire, attraverso gli studi umanistici, una formazione profonda. Un altro motivo importante che mi ha condotto verso questa scelta è il mio amore per la poesia.
TI VA DI RACCONTARCI QUALCOSA A PROPOSITO DELLA TUA FAMIGLIA?
Volentieri! La considero una tipica famiglia italiana: semplice, onesta, di certo non perfetta ma retta da valori saldi. È composta dai miei genitori, mamma Caterina, chiamata da tutti Nella, papà Francesco, e i miei due fratelli Giuseppe e Alberto. Per i miei genitori provo un bene profondo e una grande ammirazione. Per quanto riguarda i miei fratelli ho spesso occasione di discutere con loro ma in realtà ci vogliamo un gran bene.  In casa io sono chiamata da tutti la “principessa”. Mio padre ha un riguardo particolare dal momento che sono l’unica figlia femmina. La mia famiglia è molto importante per me, un punto di riferimento fermo e sicuro.
QUANTO CONTA PER TE L’AMICIZIA?
La mia idea a proposito è molto semplice e forse scontata: chi trova un amico trova un tesoro. Sono profondamente convinta di questo, credo nell’amicizia vera e profonda e cerco sempre di coltivarla al meglio. Tante volte mi capita di discutere anche animatamente con qualche amica ma non riesco proprio a tenere il muso, un minuto dopo sono pronta a fare la pace e non ho paura di fare il primo passo.
SO CHE HAI UN GRUPPO PARTICOLARE DI AMICI…
Eh si, si tratta degli amici che ho incontrato dai Salesiani e con i quali trascorro molto del mio tempo libero. Mi riferisco agli amici dell’oratorio delle suore di Maria Ausiliatrice di Bra naturalmente. Facevo parte del gruppo postcresima, poi del gruppo biennio e lo considero una sorta di piccola grande famiglia. Attraverso la vita di gruppo ho potuto cogliere l’importanza dell’ascolto, fondamentale per avvicinarsi agli altri, comprenderli e farsi loro prossimi per un aiuto. Vivo esperienze molto intense in compagnia di questi amici, come l’estate ragazzi o i campiscuola per animatori. Durante l’anno faccio anche la catechista e partecipo alle “Giornate per gli adolescenti” sul tema “Giovani per i giovani”. È proprio così che io mi sento, una giovane per i giovani, cerco sempre di rendermi utile come posso in oratorio con servizi diversi ma sempre con il sorriso.
LA TUA VITA È SEMPRE STATA FELICE?
La mia vita è cambiata il 15 aprile del 1991. Quel giorno ero a scuola quando mi è venuto un forte mal di testa, talmente forte da non reggermi in piedi. La TAC evidenzia subito un tumore al cervello, poche ore dopo entro in coma. Dopo un mese circa inizia il mio graduale risveglio, il recupero è lento e impegnativo. Però non sono sola ad affrontare tutto questo. Attorno a me, si è creato un gruppo numeroso di persone che mi vengono a trovare, mi scrivono lettere e soprattutto pregano per me.
CHI TI È STATO ACCANTO?
Prima fra tutti c’è la mia famiglia. Mia madre mi resta accanto costantemente, vivendo insieme a me il mio dolore e accudendomi con amore infinito; poi c’è mio padre che a causa del lavoro non può essermi spesso vicino ma che fa di tutto per venire a trovarmi; infine i miei fratelli: Alberto interrompe il lavoro e Giuseppe la frequenza all’università per starmi vicino. I miei amici e compagni di classe vengono a trovarmi quando possono, mi scrivono lettere di incoraggiamento che mi danno una grande forza. Inoltre ci sono le suore FMA di Cuneo che, venute a conoscenza della mia situazione, hanno preso a cuore me e la mia famiglia. In particolare suor Rosa, si rende subito molto disponibile, avvicina i miei familiari, li conforta.
QUANTO È PRESENTE LA PREGHIERA IN TUTTO QUESTO?
Molto! Quando viene a trovarmi  suor Rosa mi aiuta a pregare, e quando sono troppo stanca e non riesco a parlare dice lei le preghiere al posto mio. Col passare del tempo prego sempre meno per la mia guarigione e sempre più per gli altri. Nell’ultimo periodo mi affido in modo particolare alla Madonna, la sogno, mi dice di stare tranquilla e che mi aspetta. Prego tanto il rosario e porto sempre con me il crocefisso che mi ha regalato suor Rosa.
RACCONTACI UN EPISODIO SIGNIFICATIVO DI QUEL DIFFICILE PERIODO
Arrivata l’estate cresce in me una grande tristezza pensando a tutte le esperienze alle quali devo rinunciare per via della malattia: l’incontro con il Papa a Czestokowa, l’estate ragazzi, il camposcuola animatori. Suor Rosa comprende la mia sofferenza e,  invece di compatirmi, mi sprona ad accogliere la nuova missione affidatami da Gesù: essere giovane per i giovani da quel letto d’ospedale, accompagnare i mie amici con la preghiera. Mi aiuta vedere la mia sofferenza non più come un limite ma come la grande opportunità di essere più vicina a Cristo, simile a lui nella sofferenza della crocefissione. In quel momento tutto acquista un senso per me, ho capito a cosa sono chiamata: offrire la mia sofferenza per la salvezza dei giovani.
VUOI REGALARCI UN TUO PENSIERO?
Voglio regalarvi una preghiera del Vescovo Antonio Bello che mi sta molto a cuore e che ho fatto profondamente mia:
“Voglio ringraziarti Signore per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me. Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.”
 
Annamaria si spegne il 29 marzo del 1992 all’età di diciassette anni. Durante il suo calvario non si lamenta, non è stata quasi mai scontrosa o triste ma ha continuato a ripetere a quanti le stavano vicino una parola con il sorriso sulle labbra: grazie!
 
Bibliografia:
“Annamaria Vasta un’ala per volare” di Maria Collino, Elledici
 
Cristina Nanti
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