Incontro CNESC sulla riforma del Servizio Civile: “Una giornata di serio e utile...

Così don Enrico Peretti, vicepresidente della Federazione SCS e delegato per il servizio civile, definisce il convegno promosso dalla Cnesc (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile) Il futuro del servizio civile, il servizio civile del futuro, tenutosi giorno 30 settembre a Roma...

Incontro CNESC sulla riforma del Servizio Civile: “Una giornata di serio e utile confronto”.

da Servizio Civile

del 02 ottobre 2009

Così don Enrico Peretti, vicepresidente della Federazione SCS e delegato per il servizio civile, definisce il convegno promosso dalla Cnesc (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile) Il futuro del servizio civile, il servizio civile del futuro, tenutosi giorno 30 settembre a Roma. Durante l’incontro si è discusso a lungo della riforma, presentata in questi giorni dal Ministro Giovanardi, di una istituzione che, dopo gli anni del boom, vive un momento di serio ripensamento.

 

 

“Ci troviamo in perfetto accordo con le posizioni della Cnesc. - dice don Enrico - Il testo Giovanardi ci rincuora per alcuni aspetti: è bene ad esempio che si vada verso una ridefinizione dello status di volontario, per evitare il limbo normativo in cui altrimenti si troverebbe tale figura, siamo favorevoli alle varie forme di mobilità nazionale che aiuterebbero a coprire i posti nel settentrione dando maggiori opportunità a tutti coloro che desiderano vivere questa esperienza.

 

Ancora siamo contenti per il fatto che venga sottolineata l'origine e la natura del SC puntualizzando il legame con la 'difesa armata non violenta' e quindi, vista la sentenza della Corte Costituzionale, la competenza dello Stato nazionale sul settore. Occorre infatti essere chiari su questo punto perchè il Servizio Civile non è welfare o assistenza ma effettivamente una modalità per servire il proprio paese”. Tuttavia nella riforma non mancano alcune ombre.

 

Non sono state fissate le quote dei volontari in partenza, in grado di rendere il servizio civile indipendente da finanziamenti annuali. La riforma parla di “cofinanziamento” da parte degli enti (sia pubblici che privati), cosa che porrebbe non pochi problemi, in relazione alla natura stessa del Servizio Civile, rendendo la figura del volontario ancora più simile a quella di un lavoratore. Andrebbe rafforzata e meglio definita la possibilità per gli enti di presentare progetti pluriennali in modo tale da garantire continuità ad interventi ed azioni. Don Enrico non ritiene positiva anche la riduzione di orario e paga: “Sebbene questo voglia essere uno strumento per ridurre gli abbandoni e incentivare le adesioni soprattutto al Nord, rendendo il servizio maggiormente conciliabile con lavoro e studio, sembra, in questo modo, che si vogliano legare paga e orario, facendo assomigliare ancora di più il servizio civile ad un vero e proprio lavoro e rischiando di farne perdere il senso. Nonostante l’intenzione sia positiva, si dovrebbero dunque trovare altre soluzioni”. La Federazione SCS, tra i primi 10 enti per numero di volontari e numero di progetti in campo, auspica per il SC la destinazione di maggiori risorse in termini economici e un contingente minimo di 40.000 volontari.

 

Propone la valorizzazione del contributo degli enti non profit, magari anche monitorando meglio le finalità e la riuscita dei progetti in relazione al valore della cittadinanza attiva e del protagonismo giovanile, con una formazione che abiliti i ragazzi a vivere l’esperienza di servizio comprendendo bene il concetto di difesa della patria come responsabilità nei confronti di tutti i cittadini. Infine, per don Enrico Peretti: “bisognerebbe dare un rilievo maggiore al Servizio Civile, attraverso il riconoscimento pubblico per coloro che decidono di vivere questa esperienza in modo che sia percepita come importante e preziosa a livello sociale”.  

 

Federazione SCS/CNOS

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