Che c'entri con noi? Sei venuto a rovinarci! In altre parole: la nostra vita è nostra, a te cosa importa? Tu non hai diritto di cittadinanza nei nostri affari, nei traffici che fanno il nostro vivere quotidiano!
del 30 gennaio 2009
Commento alla liturgia di domenica 1 febbraio 2009
 
 
IV domenica del Tempo Ordinario
 
 
Letture:        Deuteronomio 18, 15-20         1 Corinzi 7, 32-35            Marco 1, 21-28 
 
È un po’ impegnativo il commento questa domenica, ma merita! Tieni sott’occhio il testo di Marco!
 
- Chiave di lettura: siamo ancora agli inizi del Vangelo di Marco e vorrei offrirti una (tra le tante) chiave di lettura. I primi 8 capitoli di questo Vangelo (cioè metà) sono un susseguirsi di interrogativi su Gesù: quest’uomo sorprende, stupisce e suscita domande su quello che fa e per quello che è.
“Chi è costui? … che parla con autorità, che guarisce i malati, che comanda agli spiriti maligni, che perdona i peccati, che è in grado di calmare le onde burrascose del lago… che annuncia una nuova dottrina, che chiama dei discepoli…?” E’ un  crescendo di domande che troveranno una prima risposta nella professione di fede di Pietro: “Tu sei il Cristo!”  e la seconda per bocca del centurione romano: “Davvero costui era Figlio di Dio!” nelle righe conclusive del Vangelo.
 
- Gli Scribi: siamo così abituati a sentire questo nome… ma chi erano?
Verso il 150 a. C. si forma una classe di persone laiche (in relativa opposizione ai sacerdoti) che si occupano della Thorà, cioè della Legge. Avevano fondamentalmente tre compiti:
1.  sviluppare, applicandole, le prescrizioni generali della Legge
2.  istruire nella Legge: per questo aprono scuole e insegnano soprattutto ai bambini. Tuttavia il loro insegnamento era ripetitivo e consisteva nel far imparare a memoria il testo, facendo ben attenzione che non venissero apportate modifiche di nessun genere…
3.  amministrare la giustizia nei tribunali in qualità di giudici professionalmente preparati.
Erano i maestri preferiti del popolo nella sinagoga e avevano una grande influenza politica e religiosa. Spettava loro l’appellativo di “rabbì”. Erano soprattutto a Gerusalemme.
 
Veniamo ora al testo del Vangelo di Marco, commentando le frasi pi√π salienti.
“Insegnava nella sinagoga…”: l’azione si svolge nella sinagoga di Cafarnao dove Gesù era solito andarci di sabato, da buon ebreo. In genere il capo della sinagoga leggeva e commentava lui la Parola di Dio; quando però c’erano persone di riguardo o di passaggio, queste venivano invitate a offrire una riflessione sulla lettura fatta. Può essere questo il caso di Gesù. Il suo insegnamento desta stupore e meraviglia, perché non è ripetitivo come quello degli scribi, ma è annuncio di novità, è comunicazione di vita, è sorgente di speranza.
Al termine del racconto spunterà l’interrogativo:
“Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità!” E’ il primo tratto che Marco descrive di Gesù: l’autorità della sua Parola! L’insegnamento di Gesù è diverso da quello degli scribi. Questi insegnano la Parola per come la conoscono, ma Gesù è LA Parola stessa, in tutta la sua pienezza. 
Pensa a quando hai tra le mani il Vangelo: hai Gesù-Parola! È quindi sulla sua lunghezza d’onda che devi sintonizzarti, è Lui che devi ascoltare. Non avere paura della fatica (e ce ne vorrà tanta per cogliere la Sua voce, tra le tante voci): sii fedele e invoca il suo aiuto. Ci vuole pazienza e voglia di un incontro!
 
Questa potenza della Parola di Gesù si esprime nella guarigione dell’uomo posseduto dal maligno.
Nota che all’epoca di Gesù ogni infermità del corpo e dello spirito era considerata come opera di uno spirito cattivo.
Un uomo, che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare…: da notare che l’indemoniato è dentro la sinagoga! il luogo in cui è proclama la Scrittura, il luogo in cui si santifica il sabato! Cosa ci fa lì un indemoniato… indisturbato? Sembra che lo abbia stanato solo la Parola di Gesù, la sua stessa presenza.  La sua reazione è un grande grido!
Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci! In altre parole: la nostra vita è nostra, a te cosa importa? Tu non hai diritto di cittadinanza nei nostri affari, nei traffici che fanno il nostro vivere quotidiano!
Tu, facendo così, immischiandoti tra noi, ci rovini!
Da subito il Maligno, Satana, getta fango sull’immagine di Dio, che Gesù è venuto a svelarci. Ne risulta un’immagine attualissima e quanto mai falsa: Dio non si interessa della nostra vita, noi siamo votati all’assenza di Dio. Potrà mai un Dio siffatto dichiararsi o pretendere di essere Padre? Ho detto attualissima: quanti infatti desiderano che Dio se ne stia buono buono in chiesa, ma che non venga a turbare la quiete pubblica, pretendendo un posto nella morale, nella giustizia, nella vita sociale… Che c’entri tu con noi?
Gesù significa Salvatore! Satana cambia la salvezza dell’uomo che Gesù viene a portare in rovina dell’uomo!  Nulla di più falso. Colui che darà la vita per amore dell’uomo è tacciato di essergli nemico fino al punto di volere la sua distruzione. Allora capisci perché la Parola di Dio definisce Satana la Menzogna, il padre della menzogna! 
Ciò che neanche i discepoli sanno ancora è però detto al lettore: Gesù è qui per la rovina di chi rende infernale la vita dell’uomo. Da parte di Dio non c’è nessuna connivenza con il male!
 
Io so chi tu sei: il Santo di Dio!  Satana sa molto bene chi è Gesù, conosce il progetto di salvezza che con la sua incarnazione e ora con la sua vita pubblica è venuto a instaurare nel mondo. Ma non crede, non può credere in Lui.
Le due realtà più lontane tra loro – l’impuro e il Santo – si trovano di fronte
Taci!  Nel Vangelo di Marco solo i demoni conoscono l’identità di Gesù e la sua missione, ma Gesù li costringe al silenzio ed essi gli obbediscono. È il segreto messianico (la vera identità di Gesù il Cristo) che si svela solo alla fine, solo sulla croce!
Esci da quest’uomo!  Dove avanza Gesù non c’è posto per lo spirito impuro. Deve andarsene.
Lo spirito è smascherato di fronte a Gesù, costretto ad uscire allo scoperto e condannato alla resa, costretto ad obbedire.
 
… straziandolo: questo particolare dice la vera identità di Satana e del peccato. È lui la vera rovina dell’uomo, è lui che crea sofferenza, strazio, disperazione, morte. Ne facciamo tutti esperienza…
Il cuore del messaggio di questa domenica è quindi la potenza dell’amore di Gesù, unica salvezza per l’uomo, che da solo, con le sole sue forze, non riesce a scampare alla rovina del peccato.
 
… di sabato: un’indicazione temporale di grande importanza. Il sabato è il giorno in cui la liturgia e la spiritualità ebraica celebrano la creazione di un mondo portato a termine il settimo giorno dal “riposo” di Dio. Il gesto di liberazione dal male operato da Gesù va inserito in questa prospettiva di nuova creazione, di un mondo nuovo segnato non più dalle tendenze di morte, ma da un’armonia ritrovata tra le persone e con il Creatore.
Per il cristiano, il giorno del Signore, è il momento in cui guardare a questi spazi di libertà, di speranza, di comunione vera di cui il nostro cuore ha sempre tanta nostalgia. E perché tutto questo non sappia di poesia o di sogno soltanto, l’Eucarestia si fa sostegno, forza, alimento perché l’impossibile diventi possibile.
 
Così mi piace guardare a don Bosco in questo mese a lui dedicato: come al sacerdote che ha obbedito a Dio e si è fatto strumento della Sua forza liberante per tanti giovani. Quello che è capitato nella sinagoga di Cafarnao è successo tante volte a Valdocco, per le strade di Torino…. E tanti giovani hanno potuto riprendere la strada e gustare la bellezza della vita e della presenza di Dio in essa.
 
don Gianni Ghiglione
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