Da almeno un anno le tre suore salesiane che reggono l'oratorio Giovanni Paolo II - suor Lucia e le consorelle Enza e Renata - sono costantemente prese di mira da una serie di tentativi di intimidazione.
del 18 gennaio 2010
 
Da almeno un anno le tre suore salesiane che reggono l'oratorio Giovanni Paolo II - suor Lucia e le consorelle Enza e Renata - sono costantemente prese di mira da una serie di tentativi di intimidazione. Veri e propri atti criminali per 'invitarle' ad andarsene via, perché a Librino non sono le benvenute.
 
«Evidentemente - dicono - diamo fastidio perché ogni giorno circa 150 ragazzini ogni giorno e almeno sessanta ragazze madri accolti». Le tre donne hanno sempre taciuto su questi terribili avvenimenti, non per omertà o paura, ma per evitare che 'l'intero quartiere finisca per l'ennesima volta nell'occhio del ciclone - spiega suor Renata - qui c'è tanta gente di buona volontà che lotta ogni giorno.
Adesso, purtroppo, ci siamo resi conto che questa condotta non è mai servita a niente e così oggi diciamo basta!'. Le salesiane, all'ennesimo atto ai loro danni, hanno deciso di abbattere il muro di silenzio alzato per amore del quartiere e di raccontare tutto, di descrivere un anno fatto di minacce e paure.
«L'ultima 'sorpresa' è stata durante la gita con i bambini e gli animatori - racconta Suor Lucia -. In oratorio eravamo rimaste soltanto noi. Quando i ragazzi sono ritornati, ci siamo accorti che una macchina di un nostro collaboratore aveva il parabrezza sfondato perché qualcuno lo aveva preso a mazzate. Non solo, il nostro pulmino era stato centrato da una pietra che aveva mandato in frantumi il vetro dal lato del passeggero'. Forse una vendetta, forse una minaccia, forse un avvertimento. Tante sono le ipotesi. L'unica certezza è che non si tratta di un caso isolato.
«Tutto è cominciato il 19 febbraio dell'anno scorso- ricorda la salesiana - quel giorno la nostra macchina fu data alle fiamme. Dopo aver avvertito la polizia, decidemmo di rimuovere immediatamente la carcassa per non preoccupare i nostri ragazzi'. Da allora le 'acque si calmarono'- almeno apparentemente - e si pensava forse ad un gesto inconsulto da parte di qualche sbandato».
Purtroppo non era così. Tant'è che i roghi ripresero con l'inizio dell'estate. Per ben tre volte le piante della vicina campagna furono date alle fiamme. Addirittura una volta, in piena notte, le lingue di fuoco arrivarono a lambire lo stesso oratorio con le tre suore sole in casa a dormire. «Hanno cercato persino di rubare le vettovaglie che avevamo comprato per i campeggi estivi per animatori e volontari - dice suor Lucia - senza considerare i due tentativi di furto alla nostra casa e il vetro rotto al nostro pulmino. Abbiamo passato un periodo terribile, temevamo per la nostra stessa vita. La sera - prosegue la donna - ci 'blindavamo' in casa con tutta l'afa di agosto e dormivamo con il cellulare sotto il cuscino, pronte a chiamare la polizia al minimo rumore».
Le salesiane hanno sempre denunciato tutto alle forze dell'ordine e questo a qualcuno del quartiere non è piaciuto. In tanti adesso le chiamano le 'sbirre' e, invece di desistere e lasciarle in pace, hanno preferito calcare la mano. Molto spesso veniva loro materialmente impedito di svolgere le attività parrocchiali perché i ragazzi di Librino non devono frequentare chi è 'confidente di questura'. «Noi vogliamo che i nostri ragazzi abbiamo un cultura, una propria coscienza - ribadiscono le tre suore -. Vogliamo far arrivare nelle coscienze di tutti i messaggi d'aiuto e d'amore per il prossimo. Con i nostri laboratori tanti hanno potuto finalmente dare sfogo a tutta la loro creatività e capire che in ognuno di noi ci sono grandi potenzialità». Valori importanti che tolgono manovalanza alla criminalità locale perché qui spesso i più piccoli sono utilizzati come corrieri per la droga o per spacciare. «Avevamo abbellito il nostro cancello d'ingresso con uno splendido murales - continua a raccontare suor Lucia - ma a dicembre è stato vandalizzato. A capodanno poi, qualcuno ha pensato bene di farci saltare in aria il videocitofono con un grosso petardo».
Episodi che colpiscono dritti al cuore e lasciano l'amaro in bocca ma che spingono le salesiane ad andare avanti a testa alta, grazie ai tanti attestati di stima e di affetto da parte degli animatori, dei bambini e delle famiglie del centro 'Giovanni Paolo II'. «Affidiamo le nostre vite al Signore e niente ci fermerà - conclude suor Lucia -. A coloro che ci procurano questi danni lancio un appello: alzate lo sguardo al cielo ed andate oltre il mondo di degrado e prepotenza che vi siete costruiti da soli. Ammirate il sole, fatevi illuminare da Lui perché l'amore porta amore. L'odio porta solo morte'.
Damiano Scala
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