Edith Stein nasce in Breslavia (attuale Wroclaw) nella piana della Slesia, Germania orientale (oggi Polonia), il 12 ottobre 1891 da Siegfried Stein, commerciante di legname, e da Auguste Courant. E'l'ultima di sette figli sopravvissuti; quattro erano morti in tenera età.
Introduzione
LA POTENZA DI UNA VITA DOMINATA DALLA PRESENZA DI DIO
Edith Stein nasce in Breslavia (attuale Wroclaw) nella piana della Slesia, Germania orientale (oggi Polonia), il 12 ottobre 1891 da Siegfried Stein, commerciante di legname, e da Auguste Courant. E’l’ultima di sette figli sopravvissuti; quattro erano morti in tenera età. A due anni le muore il padre, colpito da insolazione durante un viaggio. La vedova, donna saggia, prudente e coraggiosa, prende le redini della numerosa famiglia e, insieme, dell’azienda di falegnameria. Gli affari prosperano e la vita diventa agiata.
Edith, iniziati brillantemente gli studi, improvvisamente li interrompe senza un motivo plausibile. Si allontana pure dalla fede ebraica e si dichiara atea. Dopo questo stacco vuole riprendere a studiare e frequenta il liceo della sua città. Nel marzo 1911 supera ottimamente le prove scritte per conseguire la licenza liceale, sì da venire dispensata da quelle orali. Lo stesso anno si immatricola all’università di Breslavia, seguendo corsi di germanistica, filosofia e psicologia. Dopo due anni, attratta dal filosofo Edmund Husserl e dalla sua fenomenologia, passa all’università di Gottinga per studiarvi filosofia.
Durante la prima guerra mondiale, nel 1915, per sei mesi consecutivi presta servizio come crocerossina volontaria nell’ospedale di malattie infettive di Mahrisch-Weisskirchen, in Austria. Lì, la sua irreprensibile condotta morale desta ammirazione e rispetto da parte di tutti.
Il 3 agosto 1916 a Friburgo, dove da Gottinga Husserl è stato chiamato alla cattedra di filosofia, Edith si laurea con il massimo dei voti e consegue il titolo di dottore. Nell’ottobre dello stesso anno diventa assistente di Husserl. Nel nuovo lavoro, che appariva entusiasmante visto da fuori, si trova immersa in una fatica estenuante di rielaborazione di manoscritti stenografati, pressoché indecifrabili. Non trova alcun ritaglio di tempo da dedicare all’elaborazione di proprie idee, come vivamente desidera. Principalmente per questo motivo a poco a poco si stacca dal “venerato maestro”.
Sempre alla ricerca della verità, nell’estate 1921, dopo anni di ansie, di attese e di lotte, alla lettura della Vita di santa Teresa d’Avila, comprende che Dio è “la” Verità, il compimento di ogni ricerca. Persuasa, chiude il libro e afferma: “Questa è la verità!”. E, decisa, abbraccia la fede cattolica.
Il 1° gennaio 1922 riceve il battesimo e intraprende una vita nuova. Una vita che la penetra, la trasforma, le dona serenità e intima pace.
Dal 1923 al 1931 insegna lingua e letteratura tedesca al liceo femminile delle domenicane di Spira. Sono anni di intensa assimilazione e di approfondimento della fede ecclesiale: traduce in tedesco le Quaestiones disputatae de veritate di san Tommaso d’Aquino, le lettere e il diario di Henry Newmann; tiene conferenze sulla donna, in Germania e all’estero; scrive libri o articoli di vero valore filosofico e teologico-mistico: ha pensiero robusto e facilità di penna.
Nel 1932 è docente all’Istituto superiore di pedagogia scientifica di Munster. Ma il 27 febbraio 1933 tiene l’ultima lezione: viene poi sospesa dall’insegnamento perché non ariana. Hitler, al potere, persegue la discriminazione razziale.
Edith, finalmente libera da impegni, può realizzare la sua vocazione, coltivata sin dalla conversione ma ostacolata dai suoi direttori che, constatando il gran bene che ella poteva diffondere con il suo insegnamento cattolico, dilazionavano la sua entrata nel monastero. Il mattino del 13 ottobre 1933, dopo un ultimo strappo dai suoi e specialmente dalla mamma, teneramente amata, lascia Breslavia.
Il giorno dopo, terminati i primi vespri di santa Teresa d’Avila, entra a 42 anni nel Carmelo di Colonia. Grazie alla sua intelligenza e alla sua disponibilità, nonostante l’età, in breve tempo percorre un lungo cammino di unione e di comunione con Dio, lei già avanzata in esso ed esperta nel soffrire.
Il 15 aprile 1934 fa la vestizione religiosa e assume il nome desiderato di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 21 aprile 1935 emette la professione semplice. E dopo tre anni, il 21 aprile 1938, pronuncia i voti solenni.
Su richiesta dei superiori coscienti di trovarsi davanti ad una rara e matura personalità, ad uno spirito superiore che vive in rapporto all’eternità e spazia libero di là dagli sconvolgimenti del mondo al Carmelo riprende in mano la penna e scrive di filosofia, di teologia, di mistica e di spiritualità.
Frattanto incalzano gli eventi bellici: il 31 dicembre 1938 suor Teresa Benedetta ripara in Olanda, nel Carmelo di Echt. Anche qui arriva la furia nazista. Il 2 agosto 1942 viene arrestata dalla Gestapo, insieme con la sorella Rosa, da poco convertita al cattolicesimo, e deportata prima nel campo di concentramento di Amersfoort, poi in quello di Westerboch, dove rimane per qualche giorno, e infine il 7 agosto nel lager di Auschwitz-Birkenau. Qui, il 9 agosto muore in una camera a gas.
Santa Teresa Benedetta della Croce ha saputo amare e consolare persino nel lager, perché vivificata intimamente dal Dio della consolazione. Svela il mistero di un’esistenza trasformata in dono per tutti. Come Cristo, lo Sposo scelto che si è immolato per noi.
Nel 1962 vengono aperti a Colonia i processi ordinari per la causa di beatificazione e canonizzazione.
Nel 1978 si pubblica il decreto positivo sugli scritti di Edith Stein.
Il 1° maggio 1987 Giovanni Paolo II beatifica a Colonia Teresa Benedetta della Croce, quale martire della fede.
L’8 aprile 1997 è stato promulgato il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Beata.
L’11 ottobre 1998 Giovanni Paolo II ne proclama la solenne canonizzazione.
Edith Stein
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