C'è poco da riflettere su un Paese come il nostro. Si parlava di sanità e di popolazione. E' noto a tutti che l'Italia ormai è un paese di vecchi. Ma vedere il grafico della popolazione fa veramente impressione.
del 27 gennaio 2011
          Siamo alla vigilia di una nuova rivolta sociale. Penso che il count-down sia già iniziato, solo che tra i canali del digitale terrestre, le partite a FarmVille e le feste in piazza il ticchettio si sente poco. In fondo, funziona sempre cosi: panem et circenses. Mangiamo, divertiamoci, di domani nessuno lo sa.          Ieri ero a scuola e il professore –uno di quelli veramente in gamba- non ha voluto illudere i 30 giovani che aveva davanti e ci ha fatto riflettere sulla situazione attuale in Italia.Beh, riflettere è un eufemismo….c’è poco da riflettere su un Paese come il nostro.         Si parlava di sanità e di popolazione. E’ noto a tutti che l’Italia ormai è un paese di vecchi. Ma vedere il grafico della popolazione fa veramente impressione.          Come si vede, già il numero degli individui di mezza età comincia ad essere consistente rispetto a quello dei giovani. Nel 2050 la popolazione in Italia sarà come un grandissimo fungo dallo stelo anoressico: ogni giovane avrà in media 6 anziani da accudire, direttamente o attraverso le tasse. Spero il prof scherzasse quando diceva che fra un po’ di anni, per sostenere l’attuale status della sanità, un giovane lavoratore dovrebbe versare il 75% del suo stipendio in tasse.           Come a dire: già oggi la casa è un miraggio…domani sarà proprio cose d’altri tempi pensare di costruirsene una. E come si gestirà la rabbia di chi è costretto a lavorare solo per mantenere tutti….i vecchi? Non penso sarà uno scherzo. Specialmente perché quel giovane probabilmente non avrà genitori italiani, sarà un bambino figlio di genitori immigrati, che di certo non avrà nessuna intenzione di mantenere gente che non appartiene neanche al suo popolo. Se poi quel bambino entrerà nell’amministrazione del mio comune…io speriamo che me la cavo.          Poi il prof ci spiegava che ormai le case di riposo stanno diventando roba per ricchi: sono pochi quelli che hanno pensato che sarebbero diventati vecchi e hanno tenuto da parte un pezzo di terra da vendere in previsione della retta da pagare. E, d’altronde, le case di riposo di oggi sono centri di elevata efficienza e servizi, con costi proporzionati. Diceva che ormai si assiste già all’uscita dalla casa di riposo di anziani che non riescono a pagare la retta, i cui familiari non riescono a mantenerlo li perché la pensione dell’anziano riesce a malapena a portarli a fine mese, visto che tanti ormai non lavorano…i comuni non hanno i soldi per mantenere chi non ha mezzi…E le case ormai non sono più pensate per ospitare qualche familiare in più: questi mini appartamenti riescono a contenere al massimo due figli…ma pochi hanno ricordato che i propri genitori sarebbero invecchiati e forse non sarebbero rimasti autosufficienti.          In più, un giovane si trova sulle spalle un cumulo di debiti da pagare che non ha prodotto lui…          Meno male che era quasi la fine della lezione, e ad un certo punto una mia compagna ha alzato la mano dicendo: “Prof, ma di che ci preoccupiamo? Nel 2012 il mondo finisce!”Risata generale che scioglie la tensione.           Ma mentre raggiungevo la mia macchina, sotto una pioggia scrosciante e un ombrello ammaccato, mi sono detta che se il mondo non finisce, verranno tempi duri. Francesca Marcon
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