I coniugi Lovison, sposati dal 1935, sono capostipiti di una famiglia di ben 49 persone, tra figli, nipoti e pronipoti... È lottando e vivendo non per sé stessi, ma amando gli altri, che ci si sente felici; è generando altra vita e prendendosi cura di essa che si ama la propria!
del 06 dicembre 2010
           Federico Lovison, partito al fronte nella guerra d’Africa, era sdraiato sul lettino d’un ospedale da campo, affetto da malaria e sicuro ormai di essere destinato a morire in quella terra desolata, lontano migliaia di chilometri dal suo paese di provenienza.            Mestamente, prende carta e penna, scrive alla sua fidanzata Irma e, nel dichiararle il suo amore, la invita anche a ritenersi tranquillamente “libera” perché per lui non c’era più speranza.           Trascorsi alcuni giorni, Federico, solo e avvilito, riceve la risposta della sua amata che però, inaspettatamente, era di tutt’altro tono. Irma, infatti, aveva scoperto nel frattempo di essere in attesa della loro prima figlia, Giannina, e lo invitava a guarire e tornare a casa. Così, per prima cosa, i due decisero di sposarsi per procura. Era il 26 Novembre del 1935, ben 75 anni fa.           Federico tornò a casa dalla moglie Irma, soltanto dopo quasi tre anni, quando ormai Giannina ne aveva già compiuti due, e, da quel momento in poi, la coppia non si è più separata. Dalla loro unione sono nati altri 5 figli e una famiglia di 49 persone tra nipoti e pronipoti e, insieme a loro e a tutto il paese di Cervarese Santa Croce (provincia di Padova), i due innamorati hanno festeggiato la settimana scorsa le loro nozze di Platino.           Insieme Federico e Irma ne hanno vissute veramente di tutti i colori: la seconda guerra mondiale, il dopoguerra, il boom economico, il ’68 e gli anni di piombo, l’edonismo degli anni ’80, la nascita della New Economy e delle Telecomunicazioni di massa, il passaggio al nuovo millennio e la progressiva decadenza dei valori, fino ad arrivare ad oggi. Sempre uniti e sempre nell’amore verso la famiglia che scandiva le loro giornate.                     Il loro primo nipote è arrivato nel 1964, 46 anni fa, mentre l’ultimo pronipote, Riccardo, ha appena due mesi. Irma ha 96 anni e Federico 99. A un passo dal fatidico secolo d’età, lui si concede ancora qualche sigaretta e continua a giocare a carte con i compaesani. Lei ama coltivare i fiori del giardino e tenere quotidianamente i contatti con la sua numerosa famiglia. Entrambi felici, sereni e consci di aver vissuto pienamente la propria vita.           La loro storia non è solo un esempio o una testimonianza, è la dimostrazione dei fatti, la realtà della felicità, della soddisfazione per la vita, della libertà e della gioia dello spirito, che non si ottengono inseguendo modelli individualistici ed edonisti, lastricati di soldi e carriera, di consenso, di persone che però non sono parenti o amici veri, ma conoscenti. Modelli effimeri, che nascondono profonda solitudine e non lasciano nulla dentro. Modelli che puntualmente nascono e proliferano nelle società che vanno arricchendosi e che puntualmente portano alla decadenza e all’infelicità delle persone. Modelli che teorie astratte ogni tanto ripropongono, ma che la realtà e la storia dei fatti smentiscono.           E i Lovison sono l’ennesima dimostrazione che i “modelli vincenti” sono ben altri. È lottando e vivendo non per sé stessi, ma amando gli altri, che ci si sente felici; è generando altra vita e prendendosi cura di essa che si ama la propria; costruendo una famiglia in cui figli e nipoti e pronipoti sono felici, che si è liberi e pieni dentro, e con un dito si può toccare anche il Paradiso. Un Paradiso che è in Terra, con 49 angeli…Roberto Dolli
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